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Fabriano, vertenza Elica: dure parole contro la decisione dell’azienda da parte del Movimento 5 Stelle

La viceministra Alessandra Todde: «Il Governo non è disponibile supportare la scelta di abbandonare l'Italia per spostare la produzione da altre parti». Le fanno eco il sindaco di Fabriano Gabriele Santarelli e la consigliera regionale Simona Lupini

Sede uffici di Elica a Fabriano
La sede degli uffici di Elica a Fabriano

FABRIANO – «Credo che presentarsi a un tavolo istituzionale dicendo che il piano dell’azienda è immutabile non sia un approccio corretto. Il Mise è pronto a mettere a disposizione tutti gli strumenti disponibili per capire come rendere più competitiva l’azienda in Italia cercando di evitare la delocalizzazione annunciata». Questo il commento della viceministra con delega alle Crisi industriali, Alessandra Todde, a poche ore dal termine dell’incontro sul piano strategico della multinazionale di Fabriano Elica, svoltosi ieri, 3 maggio, in videoconferenza.

«Il territorio di Fabriano ha già vissuto gravi crisi industriali e i problemi dell’area sono chiaramente legati all’impoverimento del territorio e al terremoto súbito. Non possiamo permettere che l’Italia esca svantaggiata da questa partita, dobbiamo lavorare sinergicamente con tutti gli attori coinvolti per raggiungere una soluzione che renda il territorio e il Paese maggiormente competitivi. L’Italia è un mercato importante per Elica, soprattutto grazie al valore riconosciuto del “made in Italy”, e proprio per questo – e l’ho ribadito al tavolo –: il Governo non è disponibile supportare la scelta dell’azienda ad abbandonare il Paese per spostare la produzione da altre parti», aggiunge Todde che annuncia come l’incontro odierno sia solo il primo di molti altri per discutere con le parti. «Questo tavolo è un punto di partenza, non un punto di arrivo. Aggiornerò a breve il tavolo», conclude la viceministra Todde.

Sulla stessa lunghezza d’onda il commento del sindaco di Fabriano, Gabriele Santarelli. «Si è trattato di un incontro a dir poco imbarazzante, con l’azienda che ha ribadito la propria indisponibilità a rivedere il suo programma di dismissione, spacciato ancora per riorganizzazione, e inserendo in una slide il programma di sostegno ai fuoriusciti con al primo posto Naspi e cassa integrazione. Quindi l’idea è proprio quella di delocalizzare usando i soldi degli italiani. Hanno avuto anche il coraggio di dire che a essere delocalizzata sarà solo la produzione di bassa gamma quando invece sappiamo benissimo che la prima cosa che verrà prodotta in Polonia sarà uno dei prodotti di punta, ossia quel piano integrato Tesla sul quale le maestranze italiane hanno tanto investito in conoscenza e professionalità per migliorarlo. La sensazione è che non sanno come motivare una scelta che appare azzardata e per la quale in realtà un motivo valido non esiste», ha concluso il primo cittadino fabrianese.

Infine, secondo la consigliera regionale del M5S, Simona Lupini, «Elica non ha più alibi: l’azienda non è affatto in crisi nera e il suo tentativo di mettere i lavoratori l’uno contro l’altro è inaccettabile. Se questo è il modo in cui l’azienda vuole condurre così la trattativa, è bene che Stato e Regione inizino a studiare le contromisure necessarie, per impedire che intere comunità vengano sacrificate in nome della prossima cedola per gli azionisti».