FABRIANO – Richiesta di convocazione di incontro urgente al Ministero dello Sviluppo economico per la vertenza Indelfab di Fabriano. Ad avanzarla le segreterie nazionali di Fim-Fiom-Uilm. Richiesta di un nuovo summit, in remoto, «per la più ampia salvaguardia occupazione e sociale attraverso gli strumenti ipotizzati nei vari incontri istituzionali», la motivazione. Vale a dire, visto che dal 16 novembre scorso, è ufficialmente iniziato il periodo di cassa integrazione per cessazione attività e considerato che l’azienda, tramite il liquidatore Giovanni Porcarelli, ha formalmente presentato domanda di concordato liquidatorio innanzi al Tribunale di Ancona, sezione Fallimentare, lo scorso 30 settembre, occorre fare il punto della situazione per conoscere i contenuti del piano liquidatorio e capire quali strumenti possano essere messi in campo per evitare un’ulteriore ecatombe occupazionale.
«Ad oggi abbiamo saputo che il piano di concordato che si stava aspettando, è stato presentato al Tribunale di Ancona alla fine di settembre, ma non ne conosciamo i contenuti, se non la natura liquidatoria – scrive in una nota il rappresentante della Fiom per il distretto economico di Fabriano, Pierpaolo Pullini -. Sarebbe invece fondamentale confrontarsi per la gestione sociale di questa difficilissima vertenza e per costruire insieme il percorso di rilancio industriale che tutti ci auspichiamo e sul quale si è data massima disponibilità a lavorare insieme, sia a livello di istituzioni locali che a livello di Ministeri, supportando tutte le eventuali proposte serie e credibili, complementari e/o alternative all’attuale».
Dunque, indispensabile riprendere immediatamente il confronto, «riaggiornando il tavolo che aveva portato all’accordo di programma dello scorso 2 ottobre, con il ritiro della procedura di mobilità, così come condiviso e sottoscritto nell’esame congiunto per l’avvio delle CIG per cessazione, fino al 15 maggio 2021, che riguarda l’intera forza lavoro: 294 a Fabriano (3 quadri, 27 impiegati, 264 operai di cui 90 lavoratori nello stabilimento del Maragone e 204 in quello di Santa Maria) e 272 a Gaifana in Umbria (11 impiegati e 261 operai). Nel prossimo summit, che ci auguriamo possa essere convocato in tempi brevissimi, ciascuno dovrà dire realmente cosa può mettere a disposizione del territorio nella gestione di una vertenza dall’impatto occupazionale di importanti dimensioni, a cominciare dall’impresa a cui abbiamo già chiesto di illustrare e condividere i contenuti della procedura concorsuale e le future intenzioni. Noi crediamo – conclude Pullini – che i lavoratori e il territorio meritino il massimo sforzo e impegno da parte di tutti».