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Vertenza Indelfab: ritiro della procedura di mobilità e poi richiesta di altri sei mesi di cassa integrazione

I curatori fallimentari ritireranno la procedura di mobilità, dunque licenziamenti collettivi differiti, in modo tale da poter avanzare richiesta al ministero del Lavoro per avere ulteriore ricorso agli ammortizzatori sociali

Lavoratori ex JP Industries in assemblea con i sindacati di categoria (Foto di repertorio)

FABRIANO – Vertenza Indelfab di Fabriano (ex JP Industries) licenziamenti collettivi differiti di almeno sei mesi e questo perché si è avuta conferma che i curatori fallimentari Simona Romagnoli, Sabrina Salati e Luca Cortellucci potranno chiedere ulteriori sei mesi di cassa integrazione per cessazione di attività finalizzata a scongiurare i licenziamenti, senza costi aggiuntivi a carico della procedura fallimentare. L’ammortizzatore sociale, quindi, resterà in vigore fino a maggio 2022. Questo il risultato dell’incontro svoltosi questa mattina, 11 agosto in remoto, fra i rappresentanti dei ministeri del Lavoro e dello Sviluppo economico, delle Regioni Marche e Umbria, delle parti sociali e dei Curatori.

I prossimi passi

Posticipata, dunque, la nuova ecatombe occupazionale per il fabrianese per i 537 lavoratori – 275 a Fabriano, stabilimento di Santa Maria, e 262 in Umbria, stabilimento di Gaifana – che stanno usufruendo di un periodo di cassa integrazione per cessazione, ammortizzatore sociale che scadrà il prossimo 15 novembre. Ora, però, si è avuta la certezza che questo limite si sposterà a metà maggio. Questo perché i curatori ritireranno ufficialmente la procedura di mobilità e, quindi, poi avanzeranno ufficialmente richiesta di esame congiunto al ministero del Lavoro per ottenere ulteriori sei mesi di cassa integrazione per cessazione di attività finalizzata a scongiurare i licenziamenti. «Si tratta di un risultato significativo, poiché da una parte porta ossigeno a livello sociale in un territorio già in estrema difficoltà, dall’altro consente di allungare i tempi in vista di eventuali soggetti che manifesteranno interesse riguardo la vicenda Indelfab di Fabriano che, come ribadito nel corso della riunione odierna vanta ancora un potenziale strategico e industriale rilevante», commentano, in una nota congiunta i rappresentanti di Fim-Fiom-Uilm di Marche e Umbria.

Gli impegni di Mise e Regioni

Dal ministero dello Sviluppo economico, vista la complessità e strategicità della vertenza, si è data piena disponibilità a proseguire l’intensa attività di scouting finalizzata ad individuare investitori italiani ed esteri interessati ad un progetto di reindustrializzazione del sito industriale Indelfab di Fabriano, al fine di salvaguardare il patrimonio di competenze dei lavoratori attualmente in cassa integrazione. «È ragionevole supporre che questo processo, attraverso anche gli strumenti di supporto agli investimenti che potranno essere attivati, consentirà di individuare uno o più progetti di localizzazione che auspicabilmente potranno salvaguardare il perimetro occupazionale degli stabilimenti di Nocera Umbra e Fabriano», è stato evidenziato dal Mise. Infine, i rappresentanti delle regioni Umbria e Marche, dopo aver ribadito nuovamente la rilevanza strategica che sul territorio riveste l’azienda Indelfab, confermano la propria disponibilità a proseguire – per quanto di rispettiva competenza – il programma di politiche attive del lavoro già avviato durante il precedente periodo di CIGS e ad affiancare il ministero dello Sviluppo economico «nella definizione di un piano di reindustrializzazione che possa consentire la salvaguardia occupazionale del personale in forza al all’azienda di Fabriano».

«L’accordo trovato quest’oggi tra le parti sociali riguardo il futuro dei lavoratori ex Indelfab è una ottima notizia perché consente di avvalersi dello strumento previsto dall’art. 45 del decreto-legge n. 73 del 2021, che prevede una proroga di sei mesi della cassa integrazione per cessazione per le aziende che abbiano particolare rilevanza strategica sul territorio. La prosecuzione dell’ammortizzatore fino a maggio 2022 consente di evitare la procedura di mobilità per 537 lavoratori. Ora insieme alla Regione dovremo lavorare per il re-skilling di queste persone e per un auspicabile reinserimento nel tessuto lavorativo marchigiano». È quanto afferma la senatrice Rossella Accoto, sottosegretaria al Lavoro e alle politiche Sociali.