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Vertenza Tecnowind: è allarme anche per l’indotto

La Confartiginato di Fabriano chiede chiarezza e salvaguardia anche per i fornitori dell'azienda. «Si rischia un altro caso come quello della Antonio Merloni», dice il segretario dell'associazione di categoria locale Simone Clementi

Il segretario Confartigianato Simone Clementi

FABRIANO – La Confartiginato di Fabriano chiede chiarezza e salvaguardia anche per i fornitori della Tecnowind. «Si rischia un altro caso come quello della Antonio Merloni».
In attesa dell’incontro al ministero dello Sviluppo economico, fissato per il prossimo 8 giugno alle 10:30, la Confartigianato torna a far sentire la propria voce sulla vertenza legata all’azienda fabrianese che produce cappe aspiranti e che è ufficialmente entrata in concordato.

«La vicenda Tecnowind sta creando molta apprensione nel nostro territorio» dichiara Simone Clementi, segretario Confartigianato Fabriano. «Finora abbiamo visto incontri in varie sedi per salvaguardare il lavoro delle maestranze dell’azienda. Confartigianato è del tutto solidale con i dipendenti della Tecnowind. Vogliamo però ricordare che esistono anche i fornitori, i quali a loro volta hanno diversi dipendenti. Sembra di rivivere, in piccolo, la vicenda Antonio Merloni, considerando anche il fatto che diversi fornitori sono gli stessi, i quali sono riusciti a rimanere aperti a prezzo di innumerevoli sacrifici. Non vorremo che si arrivasse alla chiusura o al ridimensionamento di forza lavoro delle aziende fornitrici».

Una situazione che potrebbe riguardare oltre 400 lavoratori.
«Purtroppo però riscontriamo che, tutti gli sforzi, anche con incontri presso vari enti, non hanno mai visto rappresentate le istanze dei fornitori e della loro forza lavoro. Ci auguriamo pertanto che, anche se con notevole ritardo, si convochi e si apra un confronto serio e diretto con le aziende subfornitrici, più volte sollecitato, atto a salvaguardare – conclude Clementi – imprese e dipendenti».