FABRIANO – Animi esacerbati nell’assemblea per la vertenza Tecnowind. I lavoratori fortemente preoccupati per l’apertura della procedura di mobilità che colpirà, numeri alla mano, circa il 53 per cento dell’attuale forza lavoro, 140 su 252 dipendenti. Intanto, si ha notizia dell’ottenimento di una nuova linea di credito del valore di circa 3milioni di euro.
Il countdown per la vertenza Tecnowind si fa sempre più serrato. Questa mattina, 25 ottobre, partecipata assemblea dei lavoratori nella sede dell’azienda alla presenza dei rappresentanti sindacali Pierpaolo Pullini (Fiom), Massimo Bellucci (Fim) e Isabella Gentilucci (Uilm). Presenti anche il sindaco di Fabriano, Gabriele Santarelli, e l’assessore con delega al Lavoro, Barbara Pagnoncelli. Quest’ultima ha partecipato anche al summit al Mise del 23 ottobre.
E proprio su quanto scaturito da questo faccia a faccia che è stata convocata l’assemblea. «Siamo riusciti a ottenere il nome dei due soggetti interessati all’acquisto della Tecnowind: uno industriale e l’altro finanziario. Anche le Istituzioni conoscono il nome. Per motivi di riservatezza, visto che non si è ancora arrivati alla formulazione di un’offerta vincolante, non possiamo renderli noti. Di certo c’è che l’azienda li incontrerà il 30 e 31 ottobre prossimo. Anche noi – hanno evidenziato i sindacati – abbiamo chiesto di poterli incontrare. Staremo a vedere. L’azienda ci ha confermato che si sono ritirati i soggetti interessati ad acquisire i siti in Romania e Cina. Comunque sia entro fine mese devono arrivare le offerte vincolanti».
A prescindere da tutto il 4 novembre prossimo l’azienda presenterà il piano per l’ammissione al concordato. Saranno contabilizzati anche i 3milioni di euro erogati da un istituto di credito, che si sommano ai circa 800mila euro erogati dalla banca Ifis. Abbiamo chiesto che una parte di questi fondi possano essere destinati a copertura degli emolumenti che matureranno alla scadenza della cassa integrazione prevista per il 17 dicembre prossimo. Uno dei nodi da sciogliere riguarda proprio questo argomento. Le Istituzioni hanno confermato che dovrebbe essere approvato un emendamento alla Legge di stabilità con il quale si potrebbe consentire alle Regioni di poter stanziare e utilizzare fondi per la cassa integrazione in deroga. Per le Marche si parla di circa 18 milioni di euro. Se così fosse, dal primo gennaio 2018, i lavoratori Tecnowind sarebbero nuovamente coperti».
Ma, nei tredici giorni fra la scadenza degli ammortizzatori sociali e fine anno, no. Servirebbero circa 150mila euro. «In virtù di questo impasse, l’azienda ha deciso di aprire la procedura di mobilità per 140 dipendenti su 252. Assicurando che la ritirerà qualora saranno ufficiali le novità nella Legge di stabilità. Gli impegni rimangono, ma al momento bisogna vedere come evolve la situazione. L’azienda può andare avanti con le garanzie delle due banche. Aspettiamo il piano concorsuale e poi rifaremo incontro al Mise».
Intanto, l’apertura della mobilità che dovrebbe avvenire oggi: quindi ci sono 75 giorni di tempo per arrivare a un accordo, i primi 45 giorni con incontri sindacali. Gli ultimi 30 con trattative istituzionali. Se non si trova accordo, l’azienda ha 120 giorni per procedere ai licenziamenti. «Noi abbiamo ribadito che questo non può accadere», hanno concluso i sindacati illustrando i termini di ciò che è avvenuto il 23 ottobre al Mise.
Ha anche preso la parola l’assessore Pagnoncelli. «Abbiamo avanzato richiesta per poter incontrare i soggetti interessati all’acquisto della Tecnowind. Inoltre, abbiamo ribadito che l’azienda debba assumersi le proprie responsabilità e spiegarci i motivi per i quali, nel corso di questi ultimi tempi, tanti soggetti si sono avvicinati alla Tecnowind, ma poi sono andati via. Non accetteremo una nuova ecatombe occupazionale».
Quindi, il dibattito con i lavoratori. Emerse molte domande sulla procedura di mobilità, sui crediti pregressi, sui rischi dei licenziamenti e del fallimento dell’azienda e sugli scenari peggiori. Tutti particolari che evidenziano come i lavoratori siano assolutamente stanchi di fare sempre e solo sacrifici, disillusi, fortemente preoccupati e poco speranzosi. Chiedono il sostegno delle Istituzioni per non esacerbare ulteriormente gli animi.