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Vertenza Whirlpool: duro affondo di Di Maio che chiede il rispetto degli impegni

I toni sono stati molto accessi con il ministro molto duro, come raccontano i rumor provenienti al termine della riunione di questo pomeriggio al Mise. Al centro del contendere la volontà di procedere alla riconversione e cessione a terzi dello stabilimento di Napoli dove sono impiegati 420 operai e dove si producono lavatrici a piattaforma Omnia

FABRIANO – Incontro dai toni molto accessi per la vertenza Whirlpool quello andato in scena oggi pomeriggio nella sede del ministero dello Sviluppo economico alla presenza del ministro, Luigi Di Maio. Le parti si sono riaggiornate a brevissimo tempo, senza fissare una data certa, entro una decina di giorni. Ma, sicuramente, il management della multinazionale americana dovrà presentarsi con una proposta per lo stabilimento di Napoli e per il rispetto dell’accordo siglato appena otto mesi fa, con la certezza di impegno a mantenerlo. Venerdì assemblee a Melano e nella sede centrale degli impiegati di Fabriano. Non sono escluse nuove forme di mobilitazione.

Operai della Whirlpool e sindacati sotto la sede del Mise

I toni sono stati molto accessi con il ministro Di Maio molto duro, come raccontano i rumor provenienti al termine della riunione di questo pomeriggio al Mise. Al centro del contendere la volontà manifestata dalla Whirlpool di procedere alla riconversione e cessione a terzi dello stabilimento di Napoli dove sono impiegati 420 operai e dove si producono lavatrici a piattaforma Omnia. Mentre fuori dal Mise, una delegazione di tute blu campane e non solo, protestavano. In sala, Di Maio ribadiva con chiarezza la validità degli accordi siglati nell’ottobre del 2018. «Si sono firmati accordi ben precisi – ha detto – ma con la decisione di vendere il sito di Napoli state creando un precedente gravissimo. Dovete rispettare le istituzioni e i lavoratori. Lo Stato di sicuro si farà rispettare».

Un momento dell’incontro al Mise

Vane sono sembrate le rassicurazioni di Luigi La Murgia, AD di Whirlpool. «Non si intende chiudere, ma individuare soluzioni per gestire posti di lavoro sostenibili per lungo tempo. Oggi, una soluzione non l’abbiamo». Parole che sono state accolte con forte preoccupazione da parte dei rappresentanti sindacali di Fim, Fiom e Uilm che, all’unisono, affermano di avere seri problemi a fidarsi e temono pure per gli altri impianti italiani. «Per Melano – sottolinea Giampiero Santoni della Fim – sono stati confermati la mission: maggiore produttrice di piani cottura a gas ed elettrici di Whirlpool per l’area Emea; i volumi: le produzioni per il 2019, entro l’anno si dovrebbe arrivare a produrre in totale 1.800.000 pezzi, segnando così una ripresa, dopo il calo precedente, dovuto alla perdita di quote di mercato. Tuttavia, la preoccupazione in questa fase cresce inevitabilmente, visto che si è già messa in discussione un’intesa siglata pochi mesi fa».

Sulla stessa linea Pierpaolo Pullini della Fiom. «Il ministro Di Maio è stato durissimo, ribadendo che si deve restare all’interno del perimetro dell’accordo e minacciando sia di bloccare il finanziamento promesso per i prossimi anni sia di richiedere la restituzione dei 27 milioni di euro di fondi pubblici che Whirlpool ha ottenuto a partire dal 2014 fino ad oggi». In attesa della convocazione del nuovo vertice al Mise che, come già anticipato, dovrebbe tenersi entro la settimana prossima – alla presenza anche delle istituzioni a livello locale, vale a dire le Regioni e i Comuni interessati – prosegue lo stato di agitazione delle maestranze in tutti gli impianti italiani di Whirlpool. Riguardo a Fabriano, sono state fissate per venerdì prossimo le assemblee sia con i dipendenti del sito produttivo di Melano sia con gli impiegati della sede centrale e delle altre sedi della città.

Un momento della manifestazione di protesta delle tute blu