FABRIANO – Vertenza Whirlpool, il coordinamento nazionale di Fim, Fiom, Uilm, riunitosi ieri, 21 maggio, in video conferenza, chiede al ministero dello Sviluppo economico di essere riconvocato per riprendere il confronto con la multinazionale americana. Tante le spine ancora sul tavolo della discussione, a partire dalla decisione di chiudere la fabbrica di Napoli «che non è difatti venuta meno, né più in generale è mutato il quadro di depauperamento delle attività italiane sia produttive sia di staff», dichiarano le parti sociali. «Anzi, la multinazionale ha preannunciato una importante comunicazione per la giornata di lunedì che temiamo possa addirittura aggravare la situazione e inasprire la vertenza».
Bisogna dunque attendere questa comunicazione di lunedì 25 maggio. Ma la disamina venuta fuori a termine del coordinamento nazionale di Fim, Fiom e Uilm non è rosea. Neppure per Fabriano. Infatti, «a Melano vi è un ricorso crescente agli ammortizzatori sociali e non si è ancora risolta la delicata questione di allestimento di postazioni idonee a riassorbire i lavoratori con ridotte capacità lavorative». Mentre, a Napoli «abbiamo continue conferme della volontà di chiudere a fine ottobre, come la disdetta dei contratti di fornitura». A Caserta «si attende il completamento delle promesse operazioni di reindustrializzazione, che scontano ritardi assai preoccupanti». Mentre a Siena «l’emergenza ha paradossalmente comportato un aumento produttivo, che però si teme momentaneo e che comunque non ha ancora prodotto il superamento degli ammortizzatori sociali».
Tornando nelle Marche, a Comunanza «prosegue il ricorso ad ammortizzatori sociali con livelli produttivi assai preoccupanti». A Cassinetta si registrano cali di produzione «che mettono a repentaglio l’occupazione di tanti lavoratori che attendono la stabilizzazione definitiva».
Infine, negli enti direzionali e di ricerca, compresa la sede di Fabriano, «proseguono i timori di ulteriori delocalizzazioni di funzioni e si hanno ancora lavoratori continuativamente collocati in cassa o solidarietà».
Proprio la necessità di fare ricorso ad ammortizzatori sociali in quasi tutte le realtà del gruppo rende urgente il confronto, giacché la cassa speciale Covid-19 scadrà già a giugno. «A Whirlpool chiediamo di rispettare il piano industriale sottoscritto col sindacato a ottobre 2018, di desistere dalla decisione di chiudere Napoli e di rilanciare la presenza nel nostro Paese; al Governo chiediamo di garantire ammortizzatori sociali indispensabili per scongiurare i licenziamenti, nonché di adottare tutte le misure necessarie a sostenere la vertenza. Come sindacato non accetteremo tagli e chiusure, né vendite a soggetti inaffidabili che servono solo a camuffarle, ma lotteremo per ottenere soluzioni concrete».
Dunque, temperatura sempre alta per la vertenza Whirlpool e in attesa delle comunicazioni della multinazionale previste per lunedì 25 maggio, è stato già riconvocato per il giorno successivo, 26 maggio, il coordinamento nazionale «per mettere in atto le iniziative sindacali conseguenti alle comunicazioni aziendali».