Un nuovo progetto cinematografico per la regista jesina Federica Biondi, autrice di docufilm e lungometraggi tra cui Dimmi che illusione non è, Mi dispiace di lasciarla, Generazione internet, e del videoclip Disaffection degli Interiors, finalista al festival Cortinametraggio 2017. Il film si chiamerà Vicini ed è tratto da un racconto del libro “Le femmine sono numeri dispari” di Francesca Tilio, artista e scrittrice anch’essa di Jesi. Per finanziarlo, è stata lanciata una campagna di crowdfunding sulla piattaforma Produzioni dal Basso, attiva fino al 9 giugno. «Se anche voi pensate che il cinema abbia una forza comunicativa inarrestabile, che sia capace di cambiare il mondo, ispirando quella riflessione che può trasformarsi in azione… sostenete questo cortometraggio!», è l’appello dell’autrice.
«Questo film – spiega Federica Biondi – racconta una storia realmente accaduta e che ancora accadrà, ripetutamente, ogni volta che una donna non rinuncerà ad essere accondiscendente, perché incapace di dire “no”, addomesticata ed educata ad essere una brava bambina. E’ la storia di una ribellione mancata, un progetto che vuole far emergere non esclusivamente voci femminili ma le voci di tutti coloro che sono stati educati ad assecondare sempre, ai quali non è stata concessa una libertà di reazione o di diniego o semplicemente una possibilità di opinione, tutte le voci soffocate e tutti coloro che sono stati indotti a reprimere l’idea più autentica di se stessi. Il cortometraggio vuole lasciare tramortito ogni tentativo di pregiudizio: se da un lato può sembrare il racconto di una violenza di genere, dall’altro riuscirà a trattenere il focus dell’osservazione sulle quattro personalità che costruiscono una storia inquietante, che sarà trattata con eleganza polverosa dalla trasposizione cinematografica. Qui dentro, i quattro protagonisti appaiono in forte contrasto nell’esposizione dei propri desideri e dei propri traumi eppure si ritrovano tutti legati da un’inettitudine irrecuperabile, inconsapevole da sembrare malattia, fino a nuocersi a vicenda».
Protagonisti di “Vicini” saranno attori del cinema italiano tra più apprezzati del momento.
Fabrizio Ferracane, nomination al David di Donatello, nomination ai Nastri d’Argento e Globo d’Oro aggiudicato come miglior attore protagonista per “Anime Nere”, film in concorso al 71′ Festival di Venezia e quest’anno, con “Après la guerre” di Annarita Zambrano, sarà in concorso al Festival di Cannes. Anche nel cast di “Malena” e in serie tv quali “Il Commissario Montalbano”, “Il capo dei capi”, “Squadra antimafia”.
Barbara Ronchi, Premio Alida Valli al Biff 2017, Premio AGIS Vincenzo Cerami miglior attrice teatrale under 35. “Fai bei sogni” di Marco Bellocchio, presentato alla Quinzaine des Réalisateurs al Festival di Cannes 2016, l’ha definitivamente consacrata nell’olimpo delle migliori attrici italiane.
Fabrizia Sacchi, nomination al David di Donatello come miglior attrice non protagonista per “Viaggio sola” di Maria Sole Tognazzi e sempre al fianco di grandi registi di cinema e teatro. E’ anche nel cast, tra tanti altri titoli, di “La prima cosa bella” di Paolo Virzì, “Nel Continente Nero” di Marco Risi, “Da Zero a Dieci” di Luciano Ligabue.
Francesco La Mantia, splendido talento del teatro e del cinema italiano, è nel cast di Felicia Impastato, film tv con oltre 6 milioni di spettatori.
La storia mette al centro due coppie in fuga dalla vita e da ciò che di essa non si è capaci di accettare. Una ragazza di circa trent’anni, Claudia, disoccupata, vive con il suo fidanzato all’interno di una villa decadente. Il Signor… e la Signora… sono una misteriosa coppia di cinquantenni che ha subaffittato ai ragazzi una stanza all’interno della loro casa, dove bagno e cucina sono in condivisione. L’uomo e la ragazza si ritrovano spesso soli in casa e giorno dopo giorno evolvono strane dinamiche di convivenza. La sensazione di Claudia di essere sorvegliata emerge da un imbarazzo palpabile che diventa tormento e resta intrappolato in un imprudente silenzio complice. Lasciata sola ad affrontare i suoi fantasmi, Claudia inizia a sentirsi preda di un’indefinita follia, alimentata da strane conversazioni che sente provenire dalla camera dei signori. Quasi quotidianamente i padroni di casa colmano le stanze di grida incontrollate. I suoni, inizialmente ovattati e indecifrabili, acquistano nitidezza agghiacciante quando la ragazza decide di appoggiare un bicchiere alla parete confinante per origliare.
Il film sceglie una casa come principale set, in un suggestiva dimora storica di Jesi. Il luogo che è rifugio per antonomasia qui è illusorio. La casa qui diventa incontro imbarazzante fra sconosciuti e, con crudeltà, offre una dimensione uguale per tutti, come un palcoscenico nudo, un vicolo cieco per la resa dei conti: chi fuggiva qui si ferma, obbligato a mostrare le piaghe e la peggior ipotesi di se stesso. Il fiato corto e le apnee sono suoni ricorrenti, a indicare lo scorrere della violenza tra i silenzi, gli sguardi abusivi, le solitudini, le distanze troppo brevi tra i coinquilini, le voci ovattate dall’intimità delle camere.