JESI – Il trasferimento di due impiegati di Villa Serena nel nuovo call-center unificato per le strutture di proprietà della Labor (Villa Serena di Jesi e Villa Igea di Ancona) sembra realtà. Lo fanno sapere i sindacati Fp Cgil e Uil Fpl: «Le preoccupazioni si sono rivelate fondate».
Il nocciolo della questione è emerso nella riunione avvenuta ieri con il responsabile delle relazioni sindacali del Policlinico Abano Terme, il quale ha ribadito ai sindacati la decisione irremovibile della società di procedere, con decorrenza 27 febbraio prossimo, al trasferimento forzoso dei lavoratori di Villa Serena al calla-center, qualora non fossero usciti volontari sufficienti a coprire l’organico di quattro operatori totali (2 tassativamente di Villa Serena e 2 di Villa Igea). «L’azienda non ha fornito, neppure in questo ultimo incontro, alcuna spiegazione su quelle che dovrebbero essere le inderogabili esigenze produttive richieste dall’art. 2103 del Codice Civile, per legittimare il trasferimento di lavoratori su “unità produttive” distinte, ma ha, ancora una volta, in maniera molto vaga parlato di “una prova”, a tempo indefinito, nel corso della quale l’azienda avrebbe valutato l’eventuale miglioramento o peggioramento del servizio offerto e forse deciso, solo successivamente, se riportare o meno i lavoratori nel proprio posto di lavoro di Jesi» fa sapere Alberto Beltrani, il segretario regionale Fp Cgil Marche.
E non è tutto. Secondo i sindacati, infatti, l’azienda non ha neppure spiegato come intende riorganizzare il servizio Cup di Villa Serena alla luce della diminuita disponibilità dei operatori in servizio agli sportelli e conseguentemente gli orari di lavoro degli impiegati al servizio. Nessuna spiegazione neanche in merito a quale sportello interno verrebbero dirottati i pazienti marchigiani che, a partire dal 27 febbraio prossimo, si presentassero fisicamente al Cup di Villa Serena per chiedere le prenotazioni. «Al momento – proseguono i sindacati – nessun lavoratore ha ricevuto gli ordini di servizio che impongono e spiegano le caratteristiche del trasferimento e come se non bastasse, ne gli operatori che dovrebbero prendere servizio ad Ancona, ne quelli che rimarrebbero in servizio a Villa Serena conoscono ancora la programmazione del loro turno di lavoro a partire da lunedì prossimo, avendo l’azienda deciso di sospendere la programmazione e la comunicazione dei turni della settimana entrante ai propri dipendenti». Inascoltate le proposte dei sindacati per una soluzione condivisa: «evidentemente l’azienda aveva già deciso da tempo di procedere a trasferimenti definitivi e forzosi dei lavoratori e l’unica cosa che ha offerto è stato uno pseudo incentivo di soli 80 euro al mese, solo per gli impiegati delle prenotazioni di Villa Serena (niente per tutti gli altri), comunque subordinato ad una presenza effettiva dell’80% delle giornate lavorative».
Un incentivo che, secondo Fp Cgil e Uil Fpl non incentiva nessuno e che non copre minimamente i disagi che verrebbero imposti agli operatori jesini. I sindacati hanno quindi sottolineato come si tratti di una «scelta palesemente contro i lavoratori apparentemente finalizzata esclusivamente ad inserire quattro operatori all’interno di quattro mura poste nel pieno centro di Ancona, nonché il vero motivo alla base della ostinazione dimostrata nel voler comunque procedere ai trasferimenti definitivi (nonostante dica di voler fare una prova) e del rifiuto della proposta sindacale di istituzione di 2 centri di risposta telefonica distinti (1 a villa Serena ed 1 a Villa Igea) all’interno dei quali smistare le telefonate in arrivo». Alcuni lavoratori hanno annunciato la volontà di contestare, per le vie legali, gli eventuali ordini di servizio che saranno eventualmente notificati. Le organizzazioni sindacali auspicano che l’azienda riveda la propria posizione di chiusura annunciando che diversamente chiameranno i lavoratori in assemblea per decidere tutte le azioni che saranno ritenute opportune per contrastare una gestione che appare «sempre più sorda alle richieste sindacali e contro i lavoratori interessando della situazione anche tutte le istituzioni politiche della regione, del servizio sanitario regionale e dei comuni limitrofi».
Preoccupazione anche nei confronti degli utenti che si rivolgeranno alle strutture. Questi ultimi senza alcuna campagna informativa, a partire da lunedì prossimo, potrebbero trovarsi modificata l’organizzazione degli sportelli prima dedicati a rilasciare anche le prenotazioni cartacee.