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Violenza sulle donne, l’avvocatessa Fabbri in prima linea: «Assisto le vittime, serve la certezza della pena»

Il legale è in stretto contatto con due vittime di stupri. Oggi il responsabile delle violenze, Federico Marcelli, è evaso. «Vivono nel terrore, non le lascio sole»

L'avvocatessa Elena Fabbri

PESARO – Giornata contro la violenza sulle donne. L’avvocatessa Elena Fabbri ha seguito e continua a tutelare decine di donne vittime di violenza, soprusi e maltrattamenti. È anche membro di Gens Nova, associazione che tutela le vittime di violenza.

Un cammino di sostegno legale, psicologico e sociale non semplice. In questi ultimi giorni è in stretto contatto con due donne vittime di stupri da parte del loro ex, Federico Marcelli, 48 anni, ristoratore pesarese. Nei giorni scorsi si è tolto il braccialetto elettronico ed è evaso. È stato condannato in appello complessivamente a 10 anni e 4 mesi. Le vittime ora vivono nell’ansia. Il suo volto è stato mostrato anche da Chi L’Ha visto?.

«106 donne morte nel 2023. 106 vite strappate in modo violento. Tra le tante una storia di una giovane, acqua e sapone, la cui scomparsa ci ha tenuti tutti appesi ad un filo di speranza, di chi infondo temeva il peggio. Giulia, l’ennesima incolpevole vittima di violenza, era una di noi – spiega Elena Fabbri – Manca l’educazione ai sentimenti, la mancanza di accettazione a un no, il saper elaborare il lutto della fine di una storia. Manca la cultura si farsi aiutare per non farsi percepire deboli, di andare a parlare con lo psicologo per il timore di essere tacciati alla stregua di “matti”.

Anche tra i giovani imperversano mode squilibrate, basta aprire il social tanto amato dai giovani TikTok per trovare la nuova moda, il trend è quella di volere il ragazzo geloso. È evidente che abbiamo un problema di equilibri, il credersi importante in base a un sentimento così tossico ha conseguenze nefaste».

Ma c’è anche un aspetto giuridico. «Oltre al problema culturale c’è anche un evidente tema, ossia quella di garantire la sicurezza delle vittime e la certezza della pena. Il caso dell’evasione di Federico Marcelli a Pesaro, le cui due vittime assisto quale legale, ne è un esempio lampante.  Più che una modifica delle pene, servirebbe una certezza della pena e misure cautelari adeguate rispetto alla gravità dei reati commessi e alla personalità dell’imputato».

Loro raccontano: «Sono sempre in contatto con i carabinieri, racconto a loro tutti i miei spostamenti, in modo che possano sempre rintracciami. Da quando è evaso mi sembra di vederlo ovunque. Ho paura che torni».

L’avvocatessa Fabbri chiude: «Non le lascio sole. Le mie assistite mi hanno ripetutamente chiamato in questi giorni esprimendo paura e angoscia perché lui è senza bracciale e hanno timore per la propria incolumità. Ringrazio le forze dell’ordine e gli inquirenti per il lavoro che stanno facendo, mi auguro che Marcelli possa essere assicurato alla giustizia quanto prima, per il 25 novembre, sarebbe un bel segnale».