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Violenza sessuale alle studentesse, condannato bidello

Questa mattina la sentenza del giudice Paola Moscaroli, al tribunale di Ancona, dopo la richiesta del rito abbreviato presentata dalla difesa che potrebbe ricorrere in appello. L'uomo era finito in manette a marzo dopo la denuncia di una 16enne che frequenta una scuola superiore della città

Il tribunale di Ancona
Il tribunale di Ancona

ANCONA – Apprezzamenti spinti, palpeggiamenti e baci alle studentesse in ascensore e in uno sgabuzzino dell’istituto scolastico. Condannato a due anni e quattro mesi un bidello di una scuola superiore del capoluogo dorico. Questa mattina la sentenza del giudice Paola Moscaroli, al tribunale di Ancona, dopo la richiesta del rito abbreviato presentata dall’avvocato Francesco Nucera che difende l’imputato. Il pm aveva chiesto due anni e sei mesi. Il bidello, un over 50enne, era finito in manette il 16 marzo scorso per violenza sessuale aggravata. Nella decisione il giudice ha tenuto conto l’attenuante della lieve entità del reato. La denuncia era arrivata ai carabinieri della stazione di Brecce Bianche, dopo che una 16enne aveva raccontato ai familiari le presunte molestie ricevute dal bidello, in orario scolastico. L’uomo l’avrebbe avvicinata in luoghi chiusi come lo sgabuzzino e l’ascensore, l’avrebbe toccata e baciata in modo spinto.

Dopo la denuncia i militari avevano messo delle telecamere nascoste, a scuola, che avrebbero ripreso il bidello in atteggiamenti equivochi anche con altre due studentesse. Solo un’alunna, rappresentata dall’avvocato Diego De Giacomi, si è costituita parte civile nel processo. A lei, ha stabilito il gup, andranno 10mila euro come provvisionale mentre 2mila euro andranno a ciascuno dei genitori della ragazza, in attesa di sapere il risarcimento danni che stabilirà il giudice nella causa civile. Il bidello, che ha sempre negato ogni accusa e che potrebbe ricorrere in appello, era stato sospeso dal servizio ed era finito agli arresti domiciliari. Poi gli era stato applicato un provvedimento restrittivo che gli impedisce di avvicinarsi a luoghi frequentati da minori e alla scuola dove lavorava.