FABRIANO – Importante iniziativa a Fabriano organizzata dall’associazione Libera. “Non a caso, racconti di mafie. Dal ricordo individuale alla memoria condivisa”, il libro che sarà presentato domani, 17 novembre alle 18, all’interno della biblioteca comunale Romualdo Sassi, esattamente nella sala “Dalmazio Pilati”.
Il presidio di Fabriano di “Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie”, con il patrocinio del Comune di Fabriano, invita tutta la cittadinanza a riflettere insieme sul tema della memoria e dell’impegno, in occasione del weekend regionale di tesseramento per l’anno 2018.
Nel pomeriggio di domani, porterà la sua testimonianza Daniela Marcone, vice presidente dell’associazione Libera e figlia di Francesco Marcone direttore dell’ufficio del Registro di Foggia assassinato nel marzo del 1995.
Durante l’incontro verrà presentato il libro “Non a caso” edito da “la Meridiana” e curato dalla stessa Marcone che raccoglie storie di vittime pugliesi delle mafie raccontate da noti scrittori della letteratura italiana contemporanea. A dialogare con la Marcone, sarà Marco Giovagnoli sociologo e docente Unicam che da anni sostiene e collabora con Libera.
«Sarà una preziosa occasione per condividere con Daniela Marcone un ricordo personale, sofferto e coraggioso e per ribadire, con forza, la necessità di creare insieme quella memoria condivisa, indispensabile per aiutarci a lottare oggi contro ogni forma di ingiustizia e violenza», evidenziano dall’associazione fabrianese.
«Queste pagine ci dicono che ricordare non basta: occorre trasformare la memoria in memoria viva, ossia in impegno a costruire una società diversa, formata da persone che si oppongono, non solo a parole, ma con le scelte e i comportamenti, alle ingiustizie, alle violenze, alla corruzione. Le vittime delle mafie non sono morte per una targa, una lapide, un discorso commemorativo, ma per un ideale di giustizia che sta a tutti noi realizzare. Questo libro è una piccola ma preziosa risposta alla domanda d’impegno che esse non cessano di rivolgerci», si legge nella prefazione al libro firmata da don Luigi Ciotti.