CASTELFIDARDO – Sono trascorsi 40 anni ma le emozioni che il Mondiale di Spagna ha regalato ai tifosi azzurri sono rimaste intatte. Emozioni legate anche al nome di uno dei calciatori e allenatori italiani più amati, Antonio Cabrini.
Il bell’Antonio, così era soprannominato in virtù della sua grande popolarità tra il pubblico femminile, ha legato il proprio nome principalmente alla Juventus, squadra nella quale militò per 13 stagioni a cavallo degli anni 70 e 80, di cui fu capitano dal 1988 al 1989. Ospite, insieme alla giornalista Federica Cappelletti (moglie del campione Paolo Rossi), dell’Associazione Vivere a Colori, lo abbiamo incontrato al ristorante Dionea 3 Piani di Castelfidardo, accolto da un folto pubblico di tifosi bianconeri, ma anche dal sindaco di Castelfidardo Roberto Ascani. «Castelfidardo accoglie con orgoglio il campione del mondo Antonio Cabrini – dice il sindaco Ascani –, siamo onorati di averlo da noi e auspico che possa conoscere il nostro territorio, testimonial di un calcio che è rimasto nella memoria e nel cuore di tutti».
Un gol alla solidarietà visto che l’incontro ha uno scopo benefico. Spagna 1982, sono passati 40 anni e ancora oggi l’abbraccio delle persone è molto caloroso: «Sono sempre ricordi che vengono alla ribalta soprattutto quest’anno che si festeggia il 40esimo della vittoria e per la gente c’è questo ricordo di quei tempi meravigliosi di un calcio forse diverso», racconta Antonio Cabrini che parla della sua carriera con legittimo orgoglio. «Ho avuto la fortuna di raggiungere grandi traguardi con una grande squadra sia in campo italiano con la Juventus e in campo internazionale, le varie coppe sempre con i bianconeri, e vincere un mondiale con la Nazionale, penso che sia la massima aspirazione che possa avere un atleta che svolge questa professione». Una professione, un sogno visto ancora con ammirazione da tantissimi ragazzi. «Suggerirei loro di prenderlo come un divertimento, sia il calcio che qualsiasi altra attività sportiva».
Insieme al portiere Dino Zoff, al libero Gaetano Scirea e al terzino Claudio Gentile (compagni di squadra e di Nazionale), Cabrini formò una delle migliori linee difensive della storia del calcio. Un calcio diverso da quello di oggi, dove in campo scendevano anche i valori, dove si correva dietro al pallone più che alla notorietà. Un calcio che viene ricordato con commozione perché legato a nomi come quello del compianto Paolo Rossi, scomparso appena due anni fa. «Questi due anni sono serviti a me e ai miei figli ad avere la percezione di quello che è stato Paolo – racconta Federica Cappelletti –, avevo conosciuto Paolo come uomo, come marito, come padre tra le mura domestiche invece essere qui oggi mi ha permesso di conoscere il Paolo calciatore, ancora così amato e stimato nel mondo. Ha rappresentato il lato umano del campione che sapeva stare in mezzo alla gente e la gente dimostra ancora oggi quanto lo ami con omaggi, mostre, inaugurazioni di statue, stadi, parchi, strade e murales cui vengo invitata. Questo calore è commovente».
Più volte candidato al Pallone d’oro, fu tra i protagonisti – giocando tutte le partite da titolare – del campionato del mondo 1982 in Spagna dove gli azzurri conquistarono il loro terzo titolo mondiale. Uomo di sport, ma anche di spettacolo e attento alla politica, con la sua presenza ha sostenuto una importante raccolta fondi per Vivere a Colori e per le popolazioni alluvionate delle Marche. «Il calcio ha sempre aderito a certe organizzazioni per aiutare la gente che sta soffrendo – conclude Antonio Cabrini – quando c’è da dare una mano lo fa sempre volentieri».
Vivere a Colori nasce ad Ancona su iniziativa di tre mamme che hanno deciso di impegnarsi in favore delle persone affette da disabilità. L’ultimo incredibile progetto, “Comunque ballare” permette a persone in carrozzina di sperimentare i benefici del ballo. «Stiamo partendo con il progetto rivolto a persone in carrozzina – spiega la presidente di Vivere a Colori Milena Vitali –, stiamo raccogliendo le adesioni e ha avuto grande risonanza grazie al lancio del ballerino Chiquito che è l’insegnante. Il corso è ospitato alla Luna Dance Center di Ancona dove dal prossimo anno faremo partire altri due progetti sempre rivolti alla disabilità e legati al mondo della danza». “Comunque ballare” segue un altro progetto, “Insieme Ballando”, già avviato e a cura dell’insegnante Silvia Cerusico «rivolto a persone affette da disabilità medio lieve», specifica la presidente.