PESARO – Tre ore di musica per celebrare oltre 30 anni di carriera di Zucchero. ll Wanted italian tour ha fatto tappa a Pesaro e ieri sera l’artista si è esibito all’Adriatic Arena, proponendo ai suoi fan una lunga scaletta con brani inediti e vecchi classici. Tutto è ruotato attorno a “Wanted- The Best Collection”, opera discografica monumentale pubblicata lo scorso novembre in diverse versioni, che celebra la sua straordinaria carriera con il meglio di oltre 30 anni di musica.
Il pubblico in estasi ha cantato i più grandi successi del bluesman, accompagnato da una band di altissima qualità, con musicisti internazionali: Adriano Molinari e Queen Cora Dunham alla batteria, James Thompson ai fiati (sax tenore, sax baritono, flauto, armonica), Lazaro Amauri Oviedo Dilout (tromba, flicorno, corno francese) e Carlos Minoso (trombone, tuba), Polo Jones (direttore musicale, basso), Kat Dyson (chitarre, dobro, mandolino, bvs), Brian Auger (organo hammond C3), Doug Pettibone (chitarra pedal steel, dobro, lap steel, banjo, chitarra), Nicola Peruch (tastiere), Mario Schilirò (chitarre), Andrea Whitt (violino, mandolino, chitarra pedal steel).
Zucchero ha iniziato il concerto con Partigiano reggiano, 13 buone ragioni e Ci si arrende e ha incantato il pubblico con Hey Lord, dove la voce del cantante si è unita al coro di voci nere dando alla canzone l’intensità di una preghiera gospel. Lo show è continuato con altri successi, come Fatti di sogni, Voci e Un’altra storia, mentre sul palco un maxi schermo a forma di cuore ha proiettato sempre le immagini del concerto. «Ciao Pesaro – ha detto a un certo punto Zucchero – grazie di essere qui, è un po’ che non venivo in questo posto così bello e rotondo (riferendosi alla forma dell’Adriatic Arena). Ora andiamo un po’ a ritroso e siete autorizzati a ballare». Il pubblico si è alzato ed è accorso sotto il palco per ballare e battere le mani a tempo con Vedo nero e Baila (sexy thing). Lungo applauso poi già alle prime note e parole di Iruben me, cantata divinamente e seguita da Il Volo e da Allora canto, l’altro inedito della raccolta.
Dopodiché per avvicinarsi al pubblico, Zucchero si è posizionato con sedia e chitarra al bordo estremo del palco, dove ha cantato Dune mosse e Soldati nella mia città e si è divertito a proporre un medley con Un piccolo aiuto, Hey man, I tempi cambieranno, Occhi, Senza rimorso, Spicinfrin Boy e Blu. Al termine l’artista si è alzato e ha intonato Miserere. Il maxi cuore ha proiettato le immagini di Luciano Pavarotti e il pubblico si è alzato in piedi in memoria del grande tenore.
E ancora di nuovo ritmo, energia e tanta voglia di ballare con Per colpa di chi e Diavolo in me, e gran finale con Così Celeste e Long As I Can See The Light. «Grazie Pesaro, vi lascio una piccola canzone e una frase di Marvin Gaye che recita: Ovunque poso il mio cappello quella è casa mia». L’artista ha salutato i fan con Hai scelto me e ha lasciato il suo cappello sull’asta del microfono prima di lasciare il palco. Tutte le luci si sono spente, tranne un fascio di luce bianca che ha illuminato il cappello, ormai simbolo del suo personaggio.
Alcune immagini del concerto