FABRIANO – «Nel prossimo quadriennio perseguirò quanto già iniziato nel precedente biennio, sia in materia di gestione interna che esterna». Questo il proposito del neo presidente della Fondazione Carifac, Marco Ottaviani.
«Dal punto di vista della gestione interna si proseguirà riorganizzando la struttura e implementando procedure e processi per il controllo delle spese e degli investimenti. Dunque, si continuerà riducendo i costi della governance che ha già prodotto la riduzione del CdA da 9 a 6 componenti, abbattendo del 33 per cento i componenti dell’organo di indirizzo e abolendo il gettone delle commissioni per i componenti dello stesso CdA».
Per quel che riguarda, invece, la gestione esterna «investendo su due ambiti fondamentali: welfare sociale e culturale e lo sviluppo economico. I nostri principali interlocutori saranno i giovani e il mondo produttivo. Un particolare investimento sarà riservato al potenziamento dello sviluppo culturale delle giovani generazioni attraverso il sostegno agli istituti scolastici, scuole superiori e università. Altra attenzione sarà riservata alla cultura dello sport con priorità nei confronti delle attività che vedono protagonisti i diversamente abili e le eccellenze nell’ambito sportivo».
Ottaviani non nasconde le difficoltà erogative che potrebbero manifestarsi nel corso dei prossimi quattro anni. «Con la crisi che ha investito Veneto Banca, il patrimonio della Fondazione si attesta attualmente attorno ai 60milioni di euro, composti da gestioni patrimoniali finanziarie, azioni e obbligazioni. Fra quest’ultime anche i 15 milioni che derivano dall’allora contratto sottoscritto per la cessione della Carifac a Veneto Banca ed hanno sinora rappresentato lo strumento principale per assicurare delle erogazioni nettamente superiori a quelle di analoghe o più grandi Fondazione bancarie. La possibilità del Burden-Sharing pur garantendo verosimilmente il patrimonio, priverà la Fondazione dell’alta redditività del titolo dimezzando, appunto, la capacità erogativa». Detto ciò, però, «l’ottimo rapporto di reciproco rispetto che si è costruito con la nuova governance di Veneto Banca ci sta portando a individuare un terreno comune che potrebbe superare eventuali contenziosi e quindi sviluppare, di concerto, un piano di azione comune sul territorio».
In attesa di questi ulteriori sviluppi, «la particolare contingenza economica del momento limiterà la capacità erogativa della Fondazione e per questo assumerà un significato prevalentemente di servizio, mettendo a disposizione know-how e competenze interne alla stessa. Particolare attenzione verrà riservata alla facilitazione per gli artigiani, commercianti e piccole imprese, attraverso la fornitura di servizi in rete anche con soggetti terzi quali Confindustria, Università e società di consulenza, per accompagnare il nostro substrato produttivo alla possibilità di intercettare i fondi previsti dal piano ministeriale di digitalizzazione (industria 4.0) e i fondi Pfer della Comunità Europea».
In ultimo, un progetto molto concreto che potrebbe vedere molto presto la luce. «Nel quadriennio, inoltre, dopo l’attività di recupero e manutenzione, verrà individuata come spazio logistico il complesso de Le Conce a Fabriano, che ha ospitato la biblioteca comunale prima che si trasferisse nell’attuale sede. Il complesso Le Conce diverrà un incubatore culturale e uno spazio di coworking. In altre parole, si metteranno a disposizione spazi e locali idonei per poter al meglio intercettare le esigenze della popolazione giovanile attraverso stazioni per youtuber, filmaker e tutto ciò che potrà consentire – conclude Ottaviani – alle nuove generazioni di esprimere al meglio le loro potenzialità».