FABRIANO – Aumenta la cassa integrazione nello stabilimento Whirlpool di Melano. A maggio previste complessivamente 12 giornate, di cui 8 di chiusura verticale, nelle restanti 4 più del 50% della forza lavoro. Vale a dire di stop totale della produzione e che, quindi, riguarderanno tutti i circa 550 dipendenti del sito produttivo fabrianese. «Persiste la complicata situazione del settore dell’elettrodomestico ed il tanto auspicato “rimbalzo dei volumi” previsto, tarda ad arrivare, mentre il contesto complessivo diventa sempre più difficile ed imprevedibile», le parole di Pierpaolo Pullini, componente della segreteria provinciale della Fiom di Ancona e responsabile per il distretto economico di Fabriano.
Whirlpool
Whirlpool ha annunciato i termini dell’accordo per la nascita di una nuova società che vedrà la presenza del gruppo turco Arçelik con una quota del 75% e della stessa multinazionale americana con il 25%. Secondo l’accordo, Whirlpool trasferirà il business europeo dei grandi elettrodomestici con i 7 stabilimenti e tutta la forza lavoro. Arcelik conferirà due stabilimenti produttivi rumeni. Nella comunicazione effettuata si precisava che la transazione dovrebbe concludersi nella seconda metà del 2023, successivamente alla valutazione sulle norme in materia di antitrust da parte della commissione europea. In attesa di ciò, però, proseguono i segnali di difficoltà testimoniati dal ricorso all’utilizzo della cassa integrazione per il mese di maggio, complessivamente 12 giornate: 8 di chiusura totale del sito e 4 parziale coinvolgendo più del 50% della forza lavoro che attualmente lavora a Melano, circa 550 dipendenti.
«La Fiom di Ancona denuncia una totale assenza di interventi a sostegno del mondo del lavoro, in piena continuità con i Governi precedenti e sempre più assordante risulta il silenzio dell’Esecutivo anche sulla complicata vertenza Whirlpool che invece andrebbe sostenuta con interventi straordinari dal parte del “Pubblico”, nella logica che il nuovo grande player dell’elettrodomestico che dovrà nascere dall’operazione annunciata nel mese di gennaio, abbia l’Italia al centro delle sue strategie a cominciare dalla sopravvivenza di tutte le funzioni impiegatizie e dei siti produttivi, compreso quello di Melano, uno dei pochi presidi industriali rimasti in un territorio che rischia sempre più lo spopolamento e la desertificazione industriale», dichiara Pullini.
«Per il mese di maggio, nel polo unico di produzione dei piani cottura di tutta l’area EMEA (Melano Factory), per il ricorso alla cassa integrazione si rischia di scendere drammaticamente sotto il 50% della capacità. Un forte incremento delle fermate totali della fabbrica che contribuisce ad aumentare le preoccupazioni di tutte le maestranze, sia per le incertezze sul futuro, sia per la perdita salariale che supera le 400 euro al mese e si va a sommare drammaticamente agli effetti dell’inflazione record», conclude Pierpaolo Pullini, componente della segreteria provinciale della Fiom di Ancona e responsabile per il distretto economico di Fabriano.