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Whirlpool, Fim- Fiom- Uilm chiedono limiti a utilizzo cassa integrazione Covid

Le parti sociali chiedono che vengano garantite l’effettiva rotazione e l’integrazione al reddito nei casi di cigo a zero ore. La multinazionale americana ha preso tempo, ma ha anche assicurato delle aperture

FABRIANO – Vertenza Whirlpool, Fim- Fiom- Uilm chiedono, con forza, limiti all’utilizzo della cassa integrazione Covid e che vengano garantite l’effettiva rotazione e l’integrazione al reddito nei casi di cigo a zero ore. La multinazionale americana ha preso tempo, ma ha anche assicurato delle aperture. Rinnovata la richiesta, dalle parti sociali, per una prossima convocazione di un tavolo al ministero dello Sviluppo economico sul rispetto degli accordi sottoscritti nell’ottobre 2018.

Nell’incontro di esame congiunto sulla cigo Covid-19 tenutosi in modalità online, il coordinamento sindacale nazionale di Fim-Fiom-Uilm ha rinnovato la contrarietà all’utilizzo della cassa, «poiché questa viene utilizzata in taluni casi in modo improprio in stabilimenti in cui l’aumento dei volumi produttivi la renderebbe superflua. In ogni caso abbiamo chiesto di fare effettivo ricorso alla rotazione anche negli uffici e fra i lavoratori con ridotta capacità lavorativa, di cui va urgentemente programmato il pieno rientro al lavoro, e di riconoscere la integrazione al reddito in tutti i casi di cassa integrazione a zero ore», spiegano le parti sociali.

Dal canto suo, la Whirlpool ha giustificato la richiesta di cassa integrazione, che riguarda tutto il perimetro del gruppo con eccezione del plant di Cassinetta, «in una logica di continuità rispetto al 2020 e in ragione della imprevedibilità del mercato in costanza di emergenza pandemica», puntualizzando che la richiesta di cigo «non comporta poi un suo concreto utilizzo». Per quel che riguarda il principio della rotazione, Whirlpool ha ricordato il concetto di infungibilità, che a suo avviso rende impossibile attuare il principio di rotazione per talune postazioni, in particolare negli uffici. Inoltre, ha evidenziato come il numero dei lavoratori impiegati o con ridotte capacità lavorative colpiti dalla collocazione in ammortizzatore sociale si stia fortemente riducendo col tempo.

Sulla richiesta di integrazione salariale, infine, la Direzione aziendale della multinazionale americana ha dato la disponibilità a corrispondere ai dipendenti di Napoli 250 euro mensili e in tutti gli stabilimenti l’anticipo del trattamento e la maturazione dei ratei indiretti. Tutte le sigle sindacali hanno ribadito la richiesta di integrare l’assegno di cassa fino ad arrivare alla retribuzione e questo deve valere per tutti a partire dal mese di gennaio. Whirlpool si è riservata una riflessione e quindi le parti si aggiorneranno a breve sul tema.

La richiesta della piena applicazione dell’Accordo 2018 non ha ancora trovato riscontro, secondo Fim, Fiom e Uilm. E per questo è stata rinnovata la richiesta al ministero dello Sviluppo economico per la convocazione del tavolo di confronto sull’applicazione di quest’ultimo, «a partire in particolare dal progetto di reindustrializzazione di Caserta ancora incompiuto e dal confronto sulla vertenza di Napoli. La battaglia per difendere lo stabilimento Whirlpool scongiurando i licenziamenti dei lavoratori di Napoli e per garantire un futuro equo a tutti i lavoratori del gruppo prosegue dinanzi al perdurante rifiuto di Whirlpool al dialogo», concludono le parti sociali.