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Whirlpool: a Fabriano si parte con la formazione sulle misure di sicurezza

Prosegue il serrato faccia a faccia, in videoconferenza, fra parti sociali e multinazionale americana in vista di una possibile ripartenza produttiva. Domani non si riapre lo stabilimento di Melano, mentre si tornerà a lavoro a Comunanza

Whirlpool
La sede amministrativa di Fabriano della Whirlpool

FABRIANO – Serrato faccia a faccia, ma in video conferenza, fra Whirlpool e parti sociali per l’implementazione del Protocollo di sicurezza in vista di una ripresa produttiva, dopo il fermo per l’emergenza Coronavirus.
Domani non si riapre lo stabilimento di Melano di Fabriano. Mentre, si tornerà a lavoro a Comunanza, provincia di Ascoli Piceno, dove si producono lavatrici.

La novità di oggi, in casa Whirlpool, oltre alla ripartenza a Comunanza, è rappresentata dall’avvio della formazione, per un gruppo di dipendenti di Fabriano non legati alla produzione, in materia delle regole di sicurezza scaturite dall’intesa siglata, il 18 aprile scorso, dalla multinazionale americana e dalle segreterie nazionali di Fiom-Fim-Uilm. Le principali misure sono la igienizzazione e la sanificazione degli ambienti, il mantenimento delle distanze di almeno un metro, la concessione del lavoro agile (smart working) a chi può lavorare da remoto, la dotazione di mascherine, la misurazione delle temperature prima di accedere al sito, tutele per i soggetti più vulnerabili per condizioni di salute, l’adozione di procedure finalizzate a evitare assembramenti nelle mense e negli spogliatoi. Inoltre Whirlpool sta valutando di fare ricorso a programmi di test sierologici, che il sindacato chiederà non appena possibili.

«Prima della ripresa delle attività, l’azienda provvederà ad effettuare una formazione specifica al proprio personale interno e a dare le necessarie informazioni al personale esterno», un altro punto dell’accordo. E proprio da qui si inizia, domani. Il tutto mentre ci sarà un altro incontro fra management e Rsu dei vari stabilimenti.  

La volontà dell’azienda, che ha inviato auto-certificazione a tutti i Prefetti competenti rispetto ai siti produttivi in Lombardia, Toscana, Campania e Marche, è di ripartire prima possibile. Si spera in una risposta, positiva l’auspicio dell’azienda, quindi senza sfruttare il meccanismo del silenzio-assenso.  In modo tale da poter ripartire prima del 4 maggio, magari il 27 aprile.

Dai sindacati, invece, si continua a trattare, ma sempre tenendo fede ai Dpcm governativi e, quindi, non prima del 4 maggio. «Usiamo questi giorni per il confronto con le Rsu, per informare i lavoratori, per sanificare e mettere in sicurezza gli stabilimenti. Per quanto ci riguarda – si legge in una nota della Fiom nazionale – rispettiamo gli accordi con impegno, coerenza e serietà: chiediamo lo stesso anche alle aziende che con noi hanno firmato i protocolli di sicurezza».

Nel frattempo, però, si riparte da domani, 22 aprile, a Comunanza dove si producono lavatrici e lava-asciuga. Si riparte con 4 linee su sei, circa 240 tute blu sulle 350 complessive, torneranno in fabbrica dalle 7:30 alle 16. Le Rsu di Fiom e Ugl hanno inviato una lettera al Prefetto affinché intervenga, sentito il presidente Ceriscioli, per fermare il riavvio. «Con la decisione di riaprire domani l’Azienda intende disattendere quanto pattuito e derogare a quelli che sono le decisioni del Governo centrale».

Dal canto suo, dalla Whirlpool, nessuna dichiarazione ufficiale, ma si fa presente come siano state implementate tutte le misure di sicurezza in base al protocollo siglato con le parti sociali il 18 aprile scorso, anche per quanto riguarda la formazione dei lavoratori che sarebbe garantita. Infine, si fa presente come in altri Stati il comparto degli elettrodomestici sia regolarmente operativo, quindi – nella massima sicurezza – la produzione dovrebbe riprendere anche in Italia, poiché la loro produzione rappresenta un bene essenziale.