FABRIANO – Anche per giugno stop produttivi negli stabilimenti delle Marche della Whirlpool. Come per maggio, la produzione stimata sarà la metà di quanto preventivato a inizio anno, vale a dire prima della pandemia da Covid-19. Parti sociali preoccupate anche per via della richiesta di nuovo ricorso alla cassa integrazione in base al Decreto Rilancio per gli oltre 5mila dipendenti dei siti produttivi italiani della multinazionale americana.
A Melano di Fabriano, come comunicato alle Rsu, si prevedono cinque giorni di chiusura dello stabilimento a giugno, più altri due giorni di stop produttivo dovuto alla festa della Repubblica e del Santo Patrono, San Giovanni Battista, per i circa 600 dipendenti. A soffrire di più è il reparto di produzione piani cottura a gas con soli tre giorni lavorativi a settimana con turni di 6 ore più due ore di cassa integrazione. Le tute blu dei reparti di produzione piani elettrici a giugno avranno da 80 a 120 ore di cassa integrazione a seconda della linea. La Whirlpool stima entro il prossimo mese di produrre 67mila piani cottura complessivi, ben distanti dai 150mila previsti nel budget pre-Covid.
Non va meglio a Comunanza, per gli oltre 350 lavoratori. Sono ben 10 i giorni di giugno nei quali il sito sarà chiuso, con in aggiunta della chiusura del 2 giugno per la festa della Repubblica. Le lavatrici prodotte a fine del prossimo mese dovrebbero essere 26.000, invece delle 45.000 previste a inizio anno, meno della metà.
La situazione, dunque, appare abbastanza complicata, soprattutto se si considera come si stiano evadendo ancora gli ordini relativi ai mesi di lockdown. «Mi preoccupa molto la situazione perché ancora non si comprende bene come vogliano reagire i mercati. Per questo abbiamo chiesto al Governo, tramite le segreterie nazionali di Fim, Fiom e Uilm, la riconvocazione del tavolo della vertenza Whirlpool. I segnali non inducono ottimismo», commenta il responsabile del territorio fabrianese per la Fiom, Pierpaolo Pullini.