FABRIANO – «Se non sarà superato il limite del 31 dicembre 2018 all’utilizzo degli ammortizzatori sociali, a fine anno in Whirlpool avremo circa 800 esuberi, di cui precisamente 623 nelle fabbriche e 169 negli uffici centrali, distribuiti in tutti i siti italiani con la sola eccezione di Cassinetta a Varese. E si tratta di una stima prudenziale, vale a dire conteggiata al netto di 125 eccedenze che dovrebbero essere riassorbite attraverso due operazioni di reindustrializzazione a Caserta e a Fabriano». Lo riferisce Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm responsabile del settore degli elettrodomestici.
«Whirlpool – prosegue il sindacalista della Uilm – ha spiegato di aver investito 516 milioni di euro dal 2015, che diventeranno quasi 600 entro il 2018 superando le previsioni originarie. Tuttavia, alcuni fattori esterni, quali la contrazione di mercato in Gran Bretagna e i problemi di cambio in Russia e in Turchia, e le ripercussioni negative della integrazione con l’acquisita Indesit di Fabriano hanno determinato una contrazione delle quote di mercato e conseguentemente dei volumi produttivi. Ne consegue che per stessa ammissione aziendale non sarà possibile completare entro fine anno il processo di riassorbimento degli esuberi, partito nel 2015 con una dura vertenza e un sofferto accordo sindacale».
Per il triennio 2019-2021 la multinazionale ha presentato un piano di crescita con progressiva riduzione degli esuberi ed ha accennato ad altre due potenziali opportunità di reindustrializzazione a Carinaro. «Sussistono però questioni molto delicate che dovremo approfondire e discutere, come la specializzazione produttiva dello stabilimento di Comunanza ad Ascoli sulle sole lavasciuga con conseguente spostamento delle lavatrici a Napoli nel 2020-2021, o come il permanere di criticità occupazionali a Siena e nella stessa Campania, nonché fra gli impiegati degli staff», si legga, dunque, anche il centro direzionale di Fabriano.
«Ciò che rende davvero drammatica la situazione – conclude Ficco – è il fatto che abbiamo bisogno di tempo per riassorbire le eccedenze e purtroppo il D. Lgs. n. 148 del 2015 pone un limite all’utilizzo degli ammortizzatori sociali a fine 2018 per le imprese che vi fanno ricorso in modo continuativo dal settembre 2015, trascorso il quale le parti non avranno più a disposizione né cassa integrazione né contratti di solidarietà per affrontare le difficoltà ed evitare i licenziamenti. Sottoporremo la questione al Governo che verrà già nel prossimo incontro previsto per il 6 luglio».