FABRIANO – Presidio dei dipendenti degli stabilimenti marchigiani della Whirlpool. Una delegazione, questa mattina 8 luglio, era sotto il Palazzo del Governo ad Ancona e Ascoli Piceno in rappresentanza dei siti di Fabriano e Comunanza. Consegnato un documento ai Prefetti con la richiesta di un incontro urgente al Mise a seguito della notizia della vendita di tutto l’asset della Russia alla turca Arcelik, tra cui il sito produttivo di Lipetsk, in Russia, e le operazioni commerciali dislocate a Mosca, in Russia, in Kazakistan e in altri paesi CSI limitrofi, da parte della multinazionale americana. Una decisione motivata a seguito del contesto internazionale, sanzioni comprese, per il conflitto Russo-Ucraino. «Necessario l’intervento del Governo per garantire il futuro della multinazionale in Italia ed in Europa», ribadiscono i rappresentanti delle segreterie territoriali di Fim-Fiom-Uilm «per capire quelle che sono le intenzioni della multinazionale americana nel nostro Paese». Dalla multinazionale americana, nella nota diffusa il giorno dell’ufficializzazione della vendite asset russi, si tende a tranquillizzare. «Questa transazione non è indice di alcun risultato specifico o decisione futura relativa alla revisione strategica in corso dell’attività Emea dell’azienda».
I sindacati
«Seppur mantenendo un’importante quota di mercato in Europa all’11%, e averci comunicato lo scorso febbraio dati consuntivi del 2021 molto positivi (+13% le vendite e + 16% il fatturato Emea), la multinazionale, dopo aver sottoscritto al Mise nel 2018 un accordo per il mantenimento occupazionale dei circa 5.000 dipendenti nei sei siti italiani e aver pianificato un piano di investimento di 350 milioni di euro in processi, prodotti e R&D per il triennio 2019-21, ha intrapreso azioni in questi anni che non appaiono in linea con l’intenzione di proseguire con il business degli elettrodomestici nel nostro Paese. Dal 2018 si sono chiusi di fatto due stabilimenti, uno virtuale che ha coinvolto il settore impiegatizio di Cassinetta e Fabriano con 300 uscite, l’altro lo stabilimento di Napoli, con 357 addetti, dove si dovevano produrre lavatrici ad alta gamma, salvo scoprire a 6 mesi dall’inizio della produzione che il mercato non “gradiva” questo prodotto e trovare in Cina uno stabilimento del gruppo per produrre le lavatrici di uguale classe. Vendere una quota di mercato importante come la Russia, che rappresenta il 10-15 % del fatturato del gruppo in area Emea, ad una storica concorrente allarma sempre più i 5.000 lavoratori circa il loro destino occupazionale». Partendo da queste considerazioni la richiesta «di avere una urgente convocazione dal ministero dello Sviluppo Economico. Attendiamo dalla multinazionale ancora la presentazione del piano industriale per i prossimi anni, necessario avere chiarezza sulla cessione delle attività in Russia e Kazakistan sia rispetto alle ricadute sugli stabilimenti italiani e sia sulle prospettive di tenuta di Whirlpool Emea nel prossimo futuro. Il presidio produttivo di un importante comparto del manifatturiero italiano come il settore dell’elettrodomestico va difeso e rilanciato anche con interventi pubblici», concludono i rappresentanti di Fim-Fiom-Uilm in una nota congiunta.