FABRIANO – «La vicenda della chiusura dello stabilimento di Napoli, confermata dalla Whirlpool, dimostra la chiara volontà della multinazionale americana di non voler rispettare l’accordo del 2018. Lo slittamento della data di chiusura da marzo a ottobre non ci basta, soprattutto perché è possibile l’effetto domino che può coinvolgere tutti gli altri stabilimenti del Gruppo, quelli marchigiani compresi, oltre alla sede impiegatizia di Fabriano». A lanciare l’allarme è il responsabile della Fiom per il territorio di Fabriano, Pierpaolo Pullini, all’indomani dell’ennesimo incontro svoltosi ieri, 29 gennaio, nella sede del Ministero dello Sviluppo economico a Roma.
Presenti, oltre al ministro Stefano Patuanelli, l’amministratore delegato di Whirlpool Luigi La Murgia, i rappresentanti nazionali e territoriali di Fiom-Fim-Uilm. «Riteniamo gravissima e inaccettabile l’iniziale conferma di Whirlpool di voler chiudere Napoli il 31 marzo prossimo e insufficiente la mediazione del governo che è riuscita solo a spostare il termine al 31 ottobre. Sono pertanto dichiarate 16 ore di sciopero per tutto il Gruppo; le prime 8 ore con articolazione territoriale con presidi davanti agli stabilimenti, le altre 8 in occasione della mobilitazione nazionale che verrà definita nelle prossime settimane»: così recita la nota sindacale unitaria.
A Fabriano ci si è già organizzati. Domani 31 gennaio, gli operai dello stabilimento di Melano si fermeranno per 8 ore. Gli impiegati della sede centrale, invece, decideranno solo dopo aver svolto l’assemblea, data ancora non fissata. Infine, le tute blu dello stabilimento di Comunanza (Ap) decideranno la data a seguito della loro assemblea convocata per il 6 febbraio. Probabile, quindi, che lo sciopero di 8 ore possa svolgersi fra il 10 e il 14 febbraio.
«I segnali provenienti dalla Whirlpool non sono incoraggianti, anzi. Partendo dal fatto che confermando la chiusura di Napoli, dimostra di non voler rispettare l’accordo del 2018, e questo è un problema che può ripercuotersi a cascata. A Melano non ci sono i volumi produttivi previsti e questo può significare più esuberi. Stesso discorso per la sede impiegatizia di Fabriano con la migrazione di funzioni. Quindi, non è solo un problema di Napoli», conclude Pullini. A testimonianza di ciò, la notizia di 7 giornate di chiusura per le linee gas, quindi circa la metà dell’attuale forza lavoro, nello stabilimento di Melano per il mese di febbraio.