FABRIANO – Tornano ad incrociare le braccia i lavoratori dello stabilimento Whirlpool di Melano a Fabriano insieme ai colleghi della sede direzionale. Venerdì 21 ottobre, le tute blu si fermeranno per 90 minuti in ciascuno dei tre turni previsti. Mentre i colletti bianchi, sempre 90 minuti, rispetto all’unico turno. «Le mobilitazioni proseguiranno fino all’apertura di un confronto», assicurano le parti sociali. «È inaccettabile che la multinazionale rifiuti il confronto con le delegazioni sindacali e con il governo Italiano. I lavoratori di Whirlpool non possono legare la conoscenza del proprio futuro occupazionale alle logiche speculative della finanza», concludono da Fim-Fiom-Uilm.
L’attesa
A livello nazionale i sindacati attendono una prossima convocazione al Mise del tavolo per la vertenza Whirlpool. L’ultima volta, la multinazionale americana lo aveva disertato, inviando una comunicazione con la quale si confermava la disponibilità al dialogo anche se a partire da dopo metà ottobre in attesa di alcuni indicatori economici e di bilancio. In risposta a tutto ciò, il Coordinamento sindacale unitario aveva annunciato la prosecuzione della mobilitazione con scioperi e manifestazioni. Così è stato. Solo nelle Marche scioperi a Fabriano e Comunanza e l’ultima mobilitazione in programma domani. «È inaccettabile che la multinazionale americana – hanno dichiarato le parti sociali – rifiuti il confronto con le delegazioni sindacali e con il governo Italiano. I lavoratori di Whirlpool non possono legare la conoscenza del proprio futuro occupazionale alle logiche speculative della finanza. La decisione di Whirlpool potrebbe indebolire l’intero comparto dell’elettrodomestico in Italia, per questo chiediamo al futuro Governo di intervenire per dichiarare il settore degli elettrodomestici strategico, il secondo più importante in Italia nel comparto del manifatturiero, e quindi esercitare poteri straordinari nella vicenda Whirlpool». Rivendicazioni chiare che hanno portato alle varie forme di mobilitazioni. Ora non resta che attendere la nuova convocazione al Mise.