FABRIANO – Dopo le tute blu, tocca ai colletti bianchi della Whirlpool incrociare le braccia nell’ambito della vertenza che vede coinvolta la multinazionale americana intenzionata a dismettere il sito di Napoli. Ma a Fabriano, oltre alla solidarietà verso i colleghi campani, si aggiunge una motivazione in più. Vale a dire, la preoccupazione per il trasferimento di alcune funzioni impiegatizie dalla sede centrale di Fabriano, in direzione della Polonia. A tutto ciò, inoltre, si aggiungono le inquietudini dichiarate dal gruppo consiliare Salvini Premier di Sassoferrato.
Dopo che gli operai dello stabilimento di Melano si sono fermati per otto ore lo scorso 31 gennaio, questa mattina, 10 febbraio, sciopereranno gli impiegati della sede centrale di Fabriano. Sempre per otto ore. «Chiediamo il rispetto dell’accordo sottoscritto nell’ottobre 2018 in cui si conferma la centralità di Fabriano per tutte le funzioni impiegatizie presenti nel giorno della firma dell’accordo; il mantenimento dei livelli occupazionali sottoscritti pari a 600 unità impiegatizie; il ricollocamento delle persone a oggi in solidarietà al massimo utilizzo. Non siamo più disposti a tollerare prese di posizione unilaterali dell’azienda in termini di tagli, delocalizzazioni o outsourcing», spiegano le Rsu di Fiom-Fim-Uilm.
Alla preoccupazione dei colletti bianchi, si somma la riflessione avanzata dal gruppo consiliare della Lega di Sassoferrato. «La vicenda Whirlpool si fa sempre più complicata e allarmante per il nostro territorio. La forte diminuzione dei dipendenti che si è registrata in questi ultimi due anni, grazie agli elevati incentivi all’esodo e ai trasferimenti al nord, ci crea particolare apprensione perché presumibilmente è sintomo di una strategia aziendale che mira al ridimensionamento della presenza di Whirlpool sul nostro territorio. I volumi continuano a calare in tutti gli stabilimenti e negli uffici è stata comunicata lo scorso novembre, una ulteriore diminuzione di organico. Questa nuova riorganizzazione ha fatto sì che il numero degli impiegati nelle sole sedi amministrative sia sceso notevolmente sotto le 600 persone, ovvero sotto la soglia minima che si era data come obiettivo l’azienda nell’accordo del 2015», scrivono dalla Lega.
Molte persone che oggi lavorano nello stabilimento di Melano e negli uffici di Fabriano sono sassoferratesi e «se la multinazionale dovesse lasciare questo territorio, si creeranno molti problemi. Sassoferrato si trova già a vivere un momento difficile. La popolazione invecchia e continua a diminuire, le attività commerciali chiudono e sempre più persone si ritrovano disoccupate. Per noi la difesa del lavoro, dell’occupazione e delle competenze va messa al primo posto, e per questo occorre creare le condizioni affinché le aziende che ci sono non se ne vadano e che ne vengano altre a investire nel nostro comune. Il nostro appello è sempre rivolto all’amministrazione comunale di Sassoferrato affinché si attivi, mettendo al primo posto il lavoro e il commercio, rivitalizzando così una città che si sta lentamente spopolando», conclude il gruppo consiliare ricordando che, da parte loro, sono pronte proposte concrete.