Benessere

Allergie in ritardo e morìa di api, colpa del clima impazzito

I pollini tardano a fiorire a causa delle basse temperature registrate dagli inizi di maggio e questo sta facendo ritardare l'esplosione delle allergie primaverili. Problemi anche per le api che a causa delle piogge non sono potute uscire per cibarsi. Il punto con allergologo e botanico

ANCONA – Allergie primaverili in ritardo e morìa di api. Tutta colpa del meteo impazzito. I pollini tardano a fiorire a causa delle basse temperature registrate dagli inizi di maggio e questo sta facendo ritardare l’esplosione delle allergie stagionali. Problemi anche per le famiglie di api che, a causa delle piogge, non sono potute uscire per cibarsi.

Il cambiamento climatico sta influendo sulla capacità di prevedere le allergie primaverili e di correlarle alla stagionalità e al trattamento terapeutico». A dirlo è il primario del Reparto di Allergologia degli Ospedali Riuniti di Ancona, Leonardo Antonicelli.
«Il clima mite di febbraio e marzo ha amplificato la fioritura degli alberi, in particolare del cipresso, che ha raggiunto livelli estremamente elevati di dispersione pollinica, tanto da creare sintomi molto intensi nella gran parte degli allergici, nonostante le cure». Ma il vero paradosso, in periodo di riscaldamento globale, come spiega il primario, è il ritardo della sintomatologia degli allergici ai pollini primaverili. «La persistente perturbazione fredda, che ha interessato l’Italia in questo mese di maggio, ha ritardato la fioritura delle piante responsabili delle allergie primaverili, come parietaria e graminacee, per cui la sintomatologia finora è stata praticamente assente», spiega Antonicelli.

Leonardo Antonicelli, responsabile f.f. dell’Unità Operativa Complessa di Allergologia degli Ospedali Riuniti di Ancona
Leonardo Antonicelli, primario dell’Unità Operativa Complessa di Allergologia degli Ospedali Riuniti di Ancona

«L’imprevedibilità meteorologica del 2019 ha vanificato la pianificazione su inizio e termine della terapia che abitualmente si attua sulla base dell’andamento stagionale medio – sottolinea il primario -. Tuttavia, è disponibile una soluzione molto efficace per monitorare le modalità di effettuazione della terapia, rappresentata dai calendari pollinici reperibili su internet, in particolare per la Regione Marche c’è Pollinieallergia.net e PollNet che ha tre punti di rilevamento ad Ancona, Pesaro e Castel di Lama». «In tempi di cambiamento climatico – conclude Antonicelli – i calendari pollinici diventeranno un alleato sempre più importante per allergologi e pazienti».

Una situazione confermata anche dal Pronto Soccorso del Salesi, ancora alle prese con accessi dovuti a gastroenteriti e riacutizzazioni di patologie respiratorie legate alle basse temperature. Rispetto allo scorso anno il fenomeno allergico sembra in ritardo, spiega il primario Elisabetta Fabiani. Il freddo sta ritardando la fioritura dei pollini e con esso le allergie, per cui, precisa la Fabiani, «è verosimile pensare che le allergie respiratorie quest’anno dureranno meno».

Arnia

La situazione delle api, già critica negli ultimi anni, è peggiorata ulteriormente con i cambiamenti climatici dell’ultimo periodo, spiega il professor Fabio Taffetani, docente di Botanica sistematica presso il Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali dell’Università Politecnica delle Marche. A rischio l’impollinazione, con conseguenze pesanti sulla produzione di miele che rischia di esserne azzerata. «Numerose arnie sono rimaste senza nutrimento perché hanno terminato i bottini che avevano raccolto – spiega il professor Taffetani – e, dato che a causa delle piogge le api non sono riuscite ad uscire, molte famiglie rischiano di morire. Per ora gli apicoltori stanno tamponando nutrendo le api con miele o acqua zuccherata, ma è una soluzione temporanea».

Importanti sentinelle dell’ecosistema, le api sono fondamentali per la conservazione delle specie delle piante e per l’agricoltura. A mettere a repentaglio la vita delle api e la loro attività di impollinazione è anche l’impiego di pesticidi e diserbanti in agricoltura, nonostante questi ultimi siano vietati durante la fioritura. «Non appena le condizioni meteorologiche si ristabiliranno, ci si attende la fioritura delle piante che potrebbe esplodere in maniera più importante del previsto – sottolinea il docente -. Inoltre possiamo aspettarci una sovrapposizione tra le varie fioriture primaverili e quelle tardo primaverili».

 

 

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