L’idea dell’estate è solitamente associata a divertimento, relax, vacanze, attività piacevoli, più tempo libero, più occasioni sociali. Si potrebbe pensare che anche per la psiche sia un periodo particolarmente vantaggioso, ma in realtà, contrariamente al senso comune, l’estate ha un impatto emotivamente disturbante su molte persone: nella stagione più calda aumenta in modo significativo il consumo di farmaci ansiolitici, di antidepressivi, di alcol e sostanze.
Sono soprattutto coloro che soffrono di disturbi dell’umore e d’ansia a risentire negativamente della bella stagione, ma anche chi non ha un disturbo conclamato può percepire un senso di disagio.
Perché d’estate si può registrare un peggioramento dell’ansia e del panico?
Alcuni fattori sono ambientali. Il periodo di esposizione alla luce aumenta determinando modificazioni del bioritmo, ad esempio alterando il ritmo sonno-veglia. Le modificazioni del sonno vengono vissute come più disturbanti da chi già soffre di ansia o panico.
D’estate, alla maggiore luce si aggiungono l’aumento della temperatura e dell’umidità, tutti fattori che influenzano il ciclo sonno-veglia, l’umore e l’ansia. Il caldo provoca tachicardia, sudorazione, calo della pressione che a sua volta può indurre agitazione e confusione mentale. Tutte queste modificazioni corporee sono simili ai sintomi dell’ansia e del panico e possono essere scambiati per ansia, per il preludio di un attacco di panico, o possono sovrapporsi ai sintomi d’ansia esacerbandoli.
Chi soffre di attacchi di panico tende ad attribuire un significato patologico a sensazioni corporee che possono essere di per sé fisiologiche, innocue e casuali, ma è l’interpretazione di queste sensazioni come qualcosa di minaccioso e pericoloso che attiva un’escalation di ansia fino all’attacco di panico. Il caldo offre molteplici stimoli da cui può innescarsi un attacco di panico: la spossatezza, l’affanno, i giramenti di testa possono scatenare il pensiero che stia avvenendo qualcosa di grave e vengono caricati di un significato patologico, ovvero vengono “catastrofizzati”.
Altri motivi dell’aumento dell’ansia d’estate hanno a che fare con le attività e i comportamenti che di solito caratterizzano questa stagione.
D’estate l’ansia può aumentare perché con le giornate più lunghe e il maggior tempo a disposizione aumentano potenzialmente anche le attività, gli impegni e le energie a disposizione, provocando una maggiore irrequietezza nelle persone che soffrono di ansia generalizzata, ovvero quel tipo di ansia che riguarda ad ampio raggio molte situazioni quotidiane e comporta una costante preoccupazione per tutto.
D’estate le persone vanno in ferie, i negozi chiudono, i programmi televisivi abituali vengono sospesi, venendo a mancare gli abituali punti di riferimento. Le vacanze sono per la maggior parte delle persone un momento a lungo sospirato, ma per alcune che soffrono di ansia sono un fattore di stress, in quanto richiedono di cambiare le abitudini, i ritmi, lasciare l’ambiente protetto della propria casa e dei luoghi familiari, la sensazione di controllo che deriva dall’avere le giornate scandite in modo sempre uguale e già organizzato secondo programmi predefiniti. Aumentano le occasioni in cui le proprie fobie si manifestano con tutto il proprio potere limitante, in particolare le fobie relative ai mezzi di trasporto, la fobia per le altezze, la fobia per l’acqua. Alcune situazioni, con il caldo vengono percepite come ancora più pericolose: chi teme i luoghi chiusi e affollati, ha ancora più ansia se sono caldi e mal arieggiati; lo stesso vale per i mezzi di trasporto, o per guidare l’auto, temendo di sentirsi male per il caldo. Anche chi soffre di disturbo ossessivo compulsivo e quindi adotta dei rituali per tenere a bada l’ansia, può trovarsi a non poterli mettere in pratica del tutto in situazioni non familiari e questo può comportare un rapido innalzamento dell’ansia.
Le persone che soffrono di ansia sociale spesso temono l’estate perché aumentano le uscite, le occasioni di incontro, gli inviti, gli eventi a cui partecipare, il numero di persone con cui si viene a contatto. Chi soffre di ansia tende a confrontarsi con gli altri con una percezione distorta, per cui le altre persone appaiono sempre migliori di sé, più felici, più serene,meno problematiche, più sane, mentre si è convinti di essere impacciati, inadeguati, in imbarazzo, ridicoli. Questa convinzione rigida e distorta induce ulteriormente a temere un confronto che, nella propria mente, rimarca la propria condizione di sofferenza, di inadeguatezza, di imbarazzo, ed espone a un possibile giudizio negativo.
Infine, d’estate si indossa un abbigliamento più leggero che lascia più scoperto e visibile il corpo e questo è fonte di ansia per le persone che temono il giudizio degli altri sul proprio aspetto e che abitualmente ricavano sicurezza dal coprirsi con abiti pesanti per camuffare il peso o la forma del corpo. Per le persone che soffrono di disturbi alimentari, la prospettiva dell’estate può atterrire per il moltiplicarsi di occasioni in cui saranno esposte al continuo confronto con altri corpi che percepiscono come più magri, più tonici, più proporzionati, e allo sguardo degli altri che percepiscono come giudicante. Inoltre, più occasioni sociali significa anche maggiore ansia di dover gestire situazioni dove è presente il cibo, si mangia, si è invitati a mangiare, si viene osservati mentre si mangia, si possono ricevere commenti su quanto (non) si mangi. L’ansia comporta in genere l’evitamento delle situazioni, in un circolo vizioso in cui ci si sente sempre più diversi ed esclusi.
Dott.ssa Lucia Montesi Psicologa Psicoterapeuta
Piane di Camerata Picena (AN)
Montecosaro Scalo (MC)
Per appuntamento tel. 339.5428950
Prestazioni psicologiche anche online