Sono sempre più numerose le bambine e preadolescenti (ma anche i maschi, seppur in misura minore, sono interessati dal fenomeno) che sviluppano una vera ossessione per i cosmetici e i prodotti per il trucco, tanto che è stato coniato il termine “cosmeticoressia”, che indica la preoccupazione eccessiva per l’aspetto estetico associata all’uso ripetuto di cosmetici, peraltro non adatti alle caratteristiche della pelle delle giovani consumatrici.

Parliamo infatti di ragazzine ma anche di bambine di 8-9 anni o persino più piccole che fanno uso di cosmetici per adulti e in particolare di prodotti antietà, imitando le numerose influencer adulte che seguono sui social, prodotti che non solo nel loro caso non sono né utili né necessari, ma possono anche essere dannosi.
Il fenomeno è così diffuso che il marketing che vi gira intorno raggiunge cifre da capogiro, attirando la giovane utenza con packaging allettanti, colorati e giocosi.
Negli Stati Uniti le chiamano “Sephora Kids“ dal nome della nota catena di profumerie, in cui sempre più spesso si possono osservare gruppi di bambine e ragazzine che fanno incetta di prodotti anche molto costosi. Peraltro, sono le stesse profumerie a proporre anche feste di compleanno a tema all’interno del negozio rivolte a questa fascia di età.
Anche sui social network e in particolare su TikTok le baby influencer creano tutorial in cui si mostrano impegnate nella propria skincare quotidiana, spesso complessa, ricca di sieri e creme, maschere e detergenti esfolianti normalmente destinati a consumatori adulti, o ancora pubblicizzano rossetti, blush, illuminanti dal costo anche cospicuo, invogliando migliaia di piccole follower a procurarseli a loro volta, chiedendo ai genitori di acquistarli o di averli in regalo o direttamente ordinandoli online. Queste piccole beauty influencer imitano e riproducono quindi esattamente lo stesso fenomeno che riguarda le influencer più adulte, che letteralmente pullulano sui social e che hanno un enorme seguito.
Questa tendenza, appoggiata anche dai genitori e considerata da molti adulti come sostanzialmente innocua, suscita invece preoccupazione tra dermatologi e psicologi.
I dermatologi lanciano l’allarme sul rischio che le sostanze contenute nei prodotti antietà danneggino la cute ancora vulnerabile delle piccole consumatrici, provocando sensibilizzazione e irritazione. Sia il trucco che i prodotti di skincare possono provocare sulla pelle di bambine e preadolescenti dermatiti irritative ed allergiche, arrossamento, prurito, desquamazione, gonfiore, a causa delle sostanze chimiche contenute e delle formulazioni non adatte alla cute così giovane.
Da un punto di vista psicologico si osserva invece una precoce adultizzazione di queste bambine che vengono spinte verso un ideale irraggiungibile di bellezza, invece che essere sostenute nell’accettare la propria immagine reale e anche le proprie imperfezioni. Nelle bambine e nei bambini più vulnerabili, questo può comportare conseguenze molto gravi, fino allo sviluppo di disturbi psichiatrici come il dismorfismo corporeo, il disturbo ossessivo-compulsivo e i disturbi del comportamento alimentare.
Bambine e bambini hanno sempre amato giocare con i cosmetici e i trucchi delle mamme, chiesti esplicitamente oppure sottratti di nascosti, oppure con i prodotti di make-up giocattolo appositamente formulati con sostanze atossiche per bambini. Questo è sempre avvenuto all’interno di un gioco di travestimento, un tipico gioco simbolico in cui i bambini utilizzano il vestiario, le scarpe, gli accessori e appunto anche i cosmetici giocando ad interpretare il ruolo di adulti. Si tratta quindi di un gioco in cui si mette in scena una finzione, i piccoli giocano a “Facciamo finta che io ero…“ dove il linguaggio stesso segnala che si entra nel mondo della finzione, per ricoprire per un tempo circoscritto un ruolo che nella realtà non è il proprio.
In questo caso invece non si tratta più di un gioco ma del perseguire un ideale di bellezza perfetto e irraggiungibile e, nel caso delle piccole influencer, di aumentare il proprio seguito e ottenere consensi. A loro volta, perfezione fisica e popolarità sono considerati strumenti per avere benessere e successo.
In questa fascia d’età bambine e bambini sono particolarmente preoccupati di essere accettati e apprezzati soprattutto per il proprio aspetto fisico, vivono profonde insicurezze e ricercano conferme e non sono ancora in grado di avere un atteggiamento critico nei confronti dei modelli estetici proposti dalla società, atteggiamento critico che dovrebbe essere favorito dai genitori, che invece non di rado approvano e anzi incoraggiano a creare e mostrare questo tipo di contenuti.
Alla fisiologica insicurezza tipica di questa età si aggiunge quindi un ulteriore messaggio che mina l’autostima: non vai bene così come sei, ma ti devi correggere, abbellire, modificare, coprire. Al senso di inadeguatezza così frequente a questa età si aggiunge l’imperativo della performance, dell’essere i numeri uno e della centralità dell’apparire. Truccarsi non più per gioco e creatività, quindi, ma per rientrare nei canoni di bellezza imposti: emblematico il fatto che sempre più spesso le bambine chiedano per regalo di Natale o di compleanno non più giocattoli, ma cosmetici.
La cosmeticoressia diventa patologica quanto più pervade la vita dei ragazzini, quanto più la loro autostima dipende da poter usare cosmetici e trucchi, quanto più provano ansia o depressione o si isolano dagli altri senza la stampella dei prodotti di bellezza, quanto più sono terrorizzati dal minimo inestetismo. L’attenzione è concentrata su ogni minimo o inesistente difetto, che si tratti della forma del naso o degli occhi oppure della presenza di discromie o brufoli, il bisogno di debellarlo tramite prodotti di bellezza è impellente.
Gran parte del tempo viene impiegato per controllarsi allo specchio o per confrontare il proprio corpo con quello degli altri. Gli altri aspetti della vita vengono trascurati, tutto perde di interesse e diventa secondario rispetto alla priorità della cura della propria bellezza. La rimuginazione ossessiva sui difetti fisici viene amplificata dal visionare sui social immagini e contenuti che riguardano il corpo. Molteplici ricerche hanno dimostrato l’influenza negativa dei social nel veicolare una visione distorta della realtà esterna e del giudizio degli altri sul proprio aspetto.
Anche se un interesse per la cura del proprio aspetto e della propria bellezza con annesso utilizzo di cosmetici è considerato normale soprattutto in preadolescenza e adolescenza, tuttavia questi nuovi aspetti del progressivo abbassarsi dell’età e della pressione sociale a conformarsi a modelli estetici irrealistici non devono essere sottovalutati dai genitori e dagli adulti, che dovrebbero piuttosto veicolare l’importanza di una cura di sé e della propria salute a tutto tondo, fisica e mentale, comprensiva anche di una buona quota di accettazione di sé e delle proprie imperfezioni.
Dott.ssa Lucia Montesi Psicologa Psicoterapeuta
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