Me lo ricordo ancora come fosse adesso. Avevo nove anni e stavo facendo i compiti in soggiorno. Nonno stava trafficando in cucina quando, tra una faccenda e l’altra, si affacciò sulla porta e se ne uscì candidamente con l’abominevole frase che poi rimase negli annali della nostra storia familiare: «Ah, Lucia…Leo è duro!» – dove “duro” stava per morto, stecchito – , e tornò ad armeggiare con le pentole! Immagino si sentisse in difficoltà nel darmi la notizia della morte del mio adorato gatto Leo che mancava da qualche giorno e, da uomo molto concreto e di poche parole, non fu in grado di elaborare un modo meno maldestro per farlo. Gli riconosco però il merito di avermi detto la verità, senza inventare bugie come molti fanno pensando di risparmiare un dolore ai bambini. Ho anche avuto la fortuna di avere un papà sensibile verso gli animali come me, che ad ogni perdita di ogni nostro animale, condivideva con me lo sconforto e mi aiutava a costruire tombe in giardino, a trovare graziose statuine di gattini addormentati e ad incidere nomi nella terracotta.
La perdita di un animale domestico, che sia un cane, un gatto, un coniglietto, un pesciolino, un criceto o qualunque altro animale con cui si sia instaurato un legame di affetto, può essere motivo di grande dispiacere e di sofferenza per i bambini, ed è spesso la loro prima esperienza di incontro con la realtà della morte degli esseri viventi. Si tratta di un lutto, così come avviene per la perdita di una persona, e come tale ha bisogno di un tempo di elaborazione e di un atteggiamento accogliente, comprensivo e amorevole da parte degli adulti, che riconosca il dolore e non lo sminuisca, anche in buona fede.
Come per altre difficili esperienze della vita, si crede che sia meglio non dire la verità ai bambini, non dirgli che il loro piccolo amico sta male e sta morendo, oppure nascondere la morte avvenuta dicendo che il cagnolino o il gatto è scappato, è partito per un viaggio o è stato preso da un’altra famiglia. Quando il nostro animale sta molto male e sappiamo che morirà, è importante che anche i bambini lo sappiano, perchè, come noi adulti, hanno bisogno di tempo per prepararsi e per poter salutare il loro amico. Noi adulti ci sentiamo in colpa e arrabbiati se ci viene nascosto che qualcuno che amiamo sta per morire, possiamo rimproverarci di non aver fatto qualcosa di importante o rimpiangere di non aver vissuto più intensamente gli ultimi periodi insieme cercando di dargli tutto il nostro amore. Lo stesso accade ai bambini. Possiamo spiegare che il nostro amico sta molto male e che pensiamo non vivrà a lungo. Se è necessaria l’eutanasia, possiamo spiegare che è stato fatto tutto il possibile e che purtroppo le cure non funzionano, ma possiamo fare in modo che non abbia più dolore e che muoia in modo sereno accompagnato dal nostro amore.
Quando la morte è improvvisa, è più forte la tentazione di mentire, ma dire che il cane è scappato non diminuirà il dolore della sua mancanza, e, anzi, aggiungerà una straziante, illusoria attesa del suo ritorno, la rabbia verso l’animale che ha preferito andare via piuttosto che stare con loro, il senso di colpa per aver fatto qualcosa di sbagliato che possa aver provocato l’allontanamento, e, infine, la rabbia per essere stati ingannati, una volta che scoprano la bugia. Anche se è difficile, dire la verità con le parole adatte all’età dei bambini li aiuterà ad accettare la realtà e ad elaborare la perdita. Mentire non protegge i bambini dalla morte, che comunque c’è, ma li priva della possibilità di esprimere il dolore, condividerlo e infine superarlo.
Decidere insieme di fare un piccolo funerale può essere di aiuto, perchè i rituali servono a circoscrivere il dolore, ad arginarlo dentro gesti prestabiliti che ci danno conforto e sicurezza. Alcuni bambini vogliono scrivere una poesia dedicata al loro piccolo amico, o creare un album con le sue foto. Anche il gioco può essere un mezzo con cui elaborano la perdita, mettendo in scena con pupazzi e peluche la morte dell’animale. Anche se possono sembrare giochi tristi, è bene lasciare che i bambini usino questo prezioso strumento a loro molto familiare per avere una sensazione di controllo sull’angoscia.
I bambini che soffrono per la perdita del loro animale devono sentirsi legittimati ad esprimere quello che sentono, a piangere ed essere tristi e arrabbiati, sapendo che è normale, senza che qualcuno dica loro che era “solo” un animale, o che devono essere forti. Se anche noi ci sentiamo tristi e ci viene da piangere, non dobbiamo nasconderlo e ostentare freddezza, pensando di aiutare così i bambini ad affrontare la perdita. Al contrario, se anche noi mostriamo con naturalezza i nostri sentimenti, i bambini hanno un modello per affrontare un momento difficile, si sentono capiti e meno soli e si rassicurano che non sono gli unici a sentirsi così.
Spesso, quando qualcuno muore, che sia una persona o un animale, si crede sia meglio parlarne meno possibile, per non riaprire la ferita. In realtà, poterne parlare aiuta a mantenere il ricordo e fa sentire ai bambini che quell’argomento non è un tabù, che possono rievocare i momenti felici, esprimere la mancanza, fare domande se vogliono. Alcune domande possono metterci in difficoltà. «Dov’è adesso? Dove vanno gli animali quando muoiono?»: possiamo rispondere attingendo ai valori della nostra famiglia, alle nostre credenze religiose e alle nostre idee su cosa avvenga dopo la morte. Possiamo anche rispondere onestamente “Non lo so”, perchè la morte resta per tutti un mistero, ma possiamo dire che abbiamo l’opportunità di ritrovare sempre dentro il nostro cuore e nei nostri ricordi coloro che abbiamo perduto.
Dott.ssa Lucia Montesi Psicologa Psicoterapeuta
Piane di Camerata Picena (AN)
Montecosaro Scalo (MC)
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