Benessere

Bambini e ragazzi insicuri: cosa possono fare i genitori

I genitori possono avere un ruolo determinante sia nell'alimentare l'insicurezza dei figli, sia nell'aiutarli a gestirla. I consigli della psicologa

genitore, figlia
(Foto da Pixabay, di Mabel/Amber)

Il tema dell’insicurezza ricorre frequentemente nella richiesta di aiuto psicologico, sia quando le persone chiedono aiuto per sé, sia quando sono preoccupate per i propri figli. I genitori possono chiedermi un parere su come comportarsi («Cosa dobbiamo fare per rendere nostro figlio più sicuro di sé?»), oppure mi chiedono una terapia  rivolta direttamente al figlio, che sia bambino, adolescente o giovane adulto: «Lo rafforzi, lo renda più sicuro, perché è troppo debole».

Lucia Montesi
La psicoterapeuta Lucia Montesi

Con il termine “insicurezza”, comunemente si fa riferimento a un insieme di caratteristiche quali il timore di non essere abbastanza capaci, il timore di non riuscire ad affrontare le situazioni, il bisogno di continue rassicurazioni e conferme, la ricerca continua di un aiuto esterno, l’ansia da prestazione, la chiusura in sé, la paura di approcciarsi a situazioni nuove, la tendenza a ritirarsi dalle sfide.

Le cause di una eccessiva insicurezza possono essere molteplici e dipendere da fattori interni al bambino/ragazzo, come il suo temperamento o deficit cognitivi o disturbi dell’apprendimento, dallo stile educativo genitoriale, da dinamiche familiari, da esperienze negative in ambito scolastico o con i pari. L’atteggiamento dei genitori può generare insicurezza in diversi modi: genitori troppo protettivi e controllanti che si sostituiscono ai figli, genitori ansiosi, genitori ipercritici, genitori anaffettivi e/o negligenti,  genitori troppo esigenti, genitori troppo permissivi incapaci di porre regole e limiti, genitori che inconsapevolmente triangolano il figlio e ne alimentano l’insicurezza per evitarne l’autonomizzazione e il distacco e per garantire la sua permanenza che svolge una qualche funzione nell’equilibrio del sistema-famiglia. Può infatti accadere che a un livello superficiale i genitori spronino i figli alla sicurezza, all’ intraprendenza e all’autonomia, ma a un livello più profondo le ostacolino.

Il problema principale che contribuisce a esacerbare e mantenere l’insicurezza, è la connotazione negativa che i genitori attribuiscono all’insicurezza, trasmettendo ai figli il messaggio che sia uno stato d’animo sbagliato e che non si debba provarlo. Al contrario, insicurezza, dubbio, incertezza, esitazione e timore sono normali soprattutto nei più piccoli e più giovani e hanno anche una funzione utile, adattiva, in quanto bambini e ragazzi devono adattarsi a un mondo complesso che ancora non conoscono in tutte le sue sfaccettature. Si tratta quindi di condizioni emotive necessarie che ci segnalano (non solo da piccoli, ma anche da adulti) quando siamo di fronte a qualcosa di sconosciuto e ci guidano.

Disapprovare l’insicurezza dei figli li induce a rifiutare ciò che provano dentro di sè, negando le proprie corrette percezioni, senza avere l’opportunità di imparare a gestire una condizione umana che tutti prima o poi sperimentiamo. Tutta l’attenzione viene portata sull’ insicurezza, innescando una lotta con sé stessi che li distoglie dalle esperienze di vita, che invece possono essere vissute anche e pur sentendosi insicuri. Anzi, l’unico modo per uscire progressivamente dall’insicurezza (o meglio, da un eccesso di insicurezza) è proprio cominciare ad agire in modo insicuro e accettando di sentirsi insicuri. Chi chiede un aiuto per l’insicurezza, si aspetta un aiuto ad eliminare il senso di insicurezza per poi poter agire, ma non funziona così, anzi, è necessario il percorso inverso: cominciare ad agire anche in modo imperfetto, e così acquisire man mano sicurezza e senso di efficacia.

Cosa possono fare dunque i genitori per essere di aiuto a un figlio troppo insicuro?

– Accettare l’insicurezza:  “Il compito a cui dobbiamo lavorare, non è di arrivare alla sicurezza, ma di arrivare a tollerare l’insicurezza” (Erich Fromm): accettando la presenza dell’insicurezza, piuttosto che rimandando la vita  al momento in cui finalmente saremo sicuri, sia da piccoli che da adulti cominciamo a sperimentarci, e sperimentandoci accumuliamo esperienze, conosciamo i nostri  limiti e le capacità. In questo modo l’insicurezza si trasforma, si riduce, non limita la nostra vita ma la accompagna divenendo sempre meno assillante e di fatto retrocedendo sullo sfondo.

Riflettere sul proprio stile educativo e sulle aspettative nei confronti dei figli ed eventualmente rimodularli in una direzione più sana.

Non spronare continuamente un figlio insicuro perché superi i suoi limiti e diventi più intraprendente: ha di solito un effetto controproducente, soprattutto se fatto in modo troppo brusco e con continue critiche e commenti negativi.  Il risultato è un aumento del senso di inadeguatezza e la percezione di non essere accettati dai propri genitori e di essere una delusione per loro, percezione ben più pericolosa di qualsivoglia insicurezza.

– I genitori per primi dovrebbero essere consapevoli delle proprie insicurezze e accettarle, guardarle con autocompassione,  senza negarle e senza, all’opposto, esserne sopraffatti e rovesciarle in modo incontrollato sui figli. Tentare di nascondere le proprie insicurezze, oltre ad essere faticoso e spesso fallimentare, propone ai figli un modello poco realistico e non funzionale, li convince che essi sono sbagliati se sperimentano insicurezza e li priva di una possibilità di condivisione e confronto che già, di per sé, potrebbero ridimensionare l’insicurezza stessa. All’estremo opposto, lasciar dilagare le proprie insicurezze e proiettarle sui figli trasmettendo l’idea di un mondo pieno di pericoli, alimenta anche in loro sfiducia, insicurezza e timore.

– Chiedersi perché l’insicurezza dei propri figli preoccupa o infastidisce così tanto: domandarsi se va a toccare aree personali e  difficoltà proprie, se magari riattiva sofferenze passate che si è cercato di seppellire, se rappresenta un “dito nella piaga” perché ricalca proprio aspetti di sé rifiutati o contro cui si è lottato, se frustra l’aspettativa di un figlio che realizzi le proprie aspirazioni o compensi le proprie mancanze.

Lasciare che i figli sperimentino l’insicurezza e possano esprimerla, così come per tutte le altre emozioni negative, senza tentare di proteggerli dal disagio.

– Guidare bambini e ragazzi a riflettere su cosa vorrebbero fare della loro insicurezza, su  quali strategie secondo loro potrebbero usare per gestirla, e soprattutto su quanto conti per loro fare quell’esperienza che suscita insicurezza (ad esempio conoscere nuovi amici, o provare uno sport, o sostenere una prova scolastica), trovando così la forza e la motivazione per agire nonostante l’insicurezza. Lasciare che i bambini e i ragazzi formulino da soli una possibile strategia è molto più utile che fornirgli soluzioni già pronte, perché in questo modo sentono che gli viene data fiducia, e il fatto di ricevere fiducia nella propria capacità di trovare da soli una soluzione automaticamente aumenta la loro sicurezza.

– Poiché l’insicurezza è sostanzialmente paura di fallire, e poiché iniziando a mettersi in gioco prevedibilmente andranno incontro a errori e fallimenti, occorre  allo stesso tempo trasmettere il messaggio  che errore e fallimento sono normali e inevitabili e abbassare il livello delle aspettative, apprezzando i piccoli passi e i piccoli traguardi.

Dott.ssa Lucia Montesi Psicologa Psicoterapeuta
Consulenza, sostegno e psicoterapia online tramite videochiamata
Studi a Piane di Camerata Picena (AN) e
Montecosaro Scalo (MC)
Per appuntamento tel. 339.5428950