Benessere

Cambiare vita in età matura, non è mai troppo tardi

Anche da anziani è possibile cambiare radicalmente vita, realizzando finalmente progetti e passioni rimasti accantonati per decenni. Le parole della psicologa Lucia Montesi

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Foto di pasja1000 da Pixabay

Alcuni giorni fa guardavo in tv il talent show The voice senior, una sfida tra concorrenti over 60, aspiranti cantanti che, nella maggior parte dei casi, nella vita hanno poi fatto tutt’altro, ma non hanno mai abbandonato il sogno di gioventù di diventare famosi e potersi dedicare completamente alla musica. Ascoltando le loro storie mi sono commossa, come mi succede sempre quando mi metto nei panni di chi ha inseguito per tanto tempo un progetto, una passione, e riesce finalmente a realizzarlo e a cambiare vita quando non ci sperava più, magari dopo decenni in cui il desiderio mai spento, ma solo accantonato, ribolliva sotto la cenere. Soprattutto mi commuove l’entusiasmo di queste nuove vite che sbocciano tardi, nella parte finale dell’esistenza, ma non per questo sono meno godute, anzi, lo sono ancora di più.

Lucia Montesi
La psicoterapeuta Lucia Montesi

Mi emoziona quando lo vedo in tv, mi emoziona a maggior ragione quando lo vedo accadere in psicoterapia, quando posso accompagnare i miei pazienti nelle svolte delle loro esistenze, che a volte sono costruite lentamente, passo dopo passo, tra innumerevoli ostacoli, dubbi e ripensamenti, e altre volte avvengono invece prepotentemente in tempi rapidissimi, con il carattere dell’urgenza che non ammette proroghe. Mi riferisco ai grandi cambiamenti, a ciò che comunemente intendiamo con l’espressione “cambiare vita”: può trattarsi di un cambiamento professionale, o nelle relazioni affettive, o nello stile di vita, in ogni caso di scelte che non solo comportano nuove abitudini, nuovi ritmi, rischi da correre, ma che rimettono in discussione l’identità stessa, tanto da dire “Ora mi sento un’altra persona”.

Cosa spinge a cambiare vita in un’età matura? Perché proprio in quel momento? E perché non prima? In certi casi, come nell’esempio che ho portato all’inizio, si presenta un’occasione propizia, un’opportunità, un evento favorevole e fortunato che finalmente permette il riscatto e la possibilità di realizzare la vita da sempre sognata. In altri casi accade proprio l’opposto: un evento negativo come una malattia, un lutto, una perdita, la fine del lavoro o di una relazione fanno da detonatori.
Non parlo  dei cambiamenti subìti e imposti da nuove circostanze non volute e a cui non resta che adattarsi rassegnandosi, ma del cambiamento desiderato che trae la forza per realizzarsi solo dopo aver attraversato e vissuto una sofferenza significativa. Poiché il dolore e la paura hanno il potere di farci mettere a fuoco i nostri bisogni e di indurci a fare bilanci esistenziali, avviene di frequente che gli eventi drammatici diventino un motore che dà l’energia e la motivazione per fare la vita che si desidera. Proprio dopo aver toccato il fondo dell’incertezza e della precarietà, ci muoviamo infatti con meno resistenze e meno timori verso ciò che è ignoto e siamo più disposti a giocarci il tutto per tutto in un cambiamento radicale.

Quanto conta l’età? Il clima culturale è profondamente cambiato, l’ultrasessantenne di oggi, se può godere di una buona salute, si percepisce come soggetto pienamente attivo e capace di progettualità, una figura assai lontana dal pensionato dedito all’orto o alla partita a carte al bar che dominava nell’immaginario collettivo fino a poco tempo fa. Questa nuova prospettiva sociale, unita a una buona aspettativa di vita davanti a sé, incoraggia a cimentarsi anche con cambiamenti radicali della propria esistenza.

Separazioni e divorzi sono in aumento nella fascia di età più avanzata. Quelli che prima, pur infelici, restavano insieme soprattutto per paura della solitudine e di non avere qualcuno accanto nelle necessità della vecchiaia, ora si sentono sempre più spesso attrezzati per farcela anche da soli, da una parte, e in diritto di mettere fine a relazioni insoddisfacenti per dedicarsi a sé o per trovare nuovi legami finalmente appaganti, dall’altra.

Le responsabilità familiari e professionali possono trattenere per decenni le persone dall’attuare i cambiamenti che vorrebbero. Può succedere che quando questi impegni si allentano e scompaiono, come quando i figli sono grandi o non ci sono più genitori anziani da assistere, si sentono libere di fare le scelte da sempre rimandate, senza più il senso di colpa di danneggiare o trascurare gli altri. In alcuni casi si manifesta un’urgenza, un’impellenza di dedicarsi finalmente a sé che non ammette di attendere un minuto di più, sostenuta dai sentirsi finalmente autorizzati e legittimati a farlo.

Più spesso, chi valuta di avventurarsi in grandi cambiamenti in un’età matura esprime forti dubbi sulle proprie capacità, timore di non avere sufficienti energie, di perdere le sicurezze acquisite, fino al “cosa penseranno gli altri, ma dove vado ormai a questa età?”. “Se vuoi, puoi”, recitano quei mantra motivazionali tipici dei coach, quelle frasi che mi provocano l’orticaria. Non sempre è così, e saper tenere conto dei limiti e dei rischi, essere consapevoli, essere prudenti e realisti, non agire d’impulso in modo avventato e sconsiderato e non sprecare energie in ciò che è irrealizzabile sono doti sane e sagge. D’altra parte, è vero che non è mai troppo tardi, l’esperienza dei miei pazienti mi dimostra che le risorse personali sono quasi sempre maggiori di quel che pensiamo, e persino quando le circostanze esterne non sono modificabili, possiamo cambiare vita cambiando il nostro modo di affrontarle.

Dott.ssa Lucia Montesi Psicologa Psicoterapeuta
Piane di Camerata Picena (AN)
Montecosaro Scalo (MC)
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