Il caffè fa male al fegato. Le erbe sono sempre un toccasana. Così come i succhi di frutta. Una mela al giorno toglie il medico di torno. Il glutine? Meglio evitarlo.
Ma c’è chi non la pensa affatto in questo modo.
L’Associazione Italiana Gastroenterologi Ospedalieri, forse minando certezze ormai radicate in ciascuno di noi, ha stilato la lista dei miti alimentari da sfatare sulla base di evidenze scientifiche ed autorevoli pubblicazioni. E così si scopre che un consumo moderato di caffè, vale a dire due tazzine al giorno, aiuta a difendere dalla steatosi epatica, malattia caratterizzata dall’accumulo di grasso nel fegato.
Gli estratti di erbe invece, specialmente quelli contenuti negli integratori alimentari, possono aggravare i sintomi della sindrome del colon irritabile. Stesso discorso per mele e pere, che contengono zuccheri fermentabili.
Non tutti i succhi di frutta, poi, fanno bene. A fare la differenza è il fruttosio, zucchero semplice che, se assunto con frequenza e abbondanza, ha l’effetto negativo di aumentare i grassi nel fegato.
Per quanto riguarda la dieta senza glutine, infine, essa è indicata esclusivamente per i celiaci, persone con un’intolleranza genetica a questa sostanza. Negli ultimi anni, purtroppo, è maturata la convinzione che una dieta povera dei carboidrati che contengono glutine, pane e pasta in primis, sia dimagrante e salutare. Ma ridurre il consumo di fibre contenute nei carboidrati, benefiche per la salute dell’intestino, può essere dannoso senza l’assistenza di un medico, e può portare a compensare tale mancanza con i grassi saturi.
Per non sbagliare, spiegano quindi gli esperti, basta affidarsi alla dieta mediterranea, che resta l’unico mito inossidabile nell’alimentazione grazie al suo apporto equilibrato di carboidrati, verdura, pesce e carne e la ridotta presenza dei grassi.