Benessere

Devotismo, l’attrazione sessuale per la disabilità

E' un fenomeno complesso, una deviazione sessuale in cui si prova attrazione verso la parte menomata di una persona con disabilità o verso protesi e altri ausili. L'approfondimento

disabile

Nell’articolo precedente avevo parlato delle difficoltà a cui vanno incontro le persone con disabilità o menomazioni di vario tipo nelle interazioni con gli altri, essendo frequentemente oggetto di atteggiamenti stigmatizzanti. Oggi voglio invece approfondire un fenomeno particolare che va apparentemente nel senso opposto, fenomeno ancora poco noto in Italia ma ben conosciuto negli Stati Uniti: il devotismo, ovvero l’attrazione sessuale per le persone che presentano una qualche forma di disabilità o, più frequentemente, un’amputazione.

Lucia Montesi
Lucia Montesi

Il devotismo è una deviazione sessuale un cui il soggetto prova eccitazione sessuale verso persone con disabilità e verso gli ausili che utilizzano, come protesi, stampelle, sedie a rotelle. L’eccitazione è strettamente legata all’oggetto, al toccarlo, oppure all’immaginare cosa si nasconde, ad esempio, sotto la protesi di una persona amputata. E’ sessualmente eccitante anche vedere la persona disabile camminare in modo anomalo, o compiere gesti goffi a causa della sua menomazione, o l’atto di assisterla nella cura personale, nell’alimentarsi o in altre attività quotidiane.

Da una parte, l’attrazione provata dai devotee (come vengono definiti in inglese) verso persone con disabilità può essere vista in modo positivo, in una cultura che esalta sempre solo ideali di bellezza perfetta e che esalta la prestazione in tutti i campi, compreso quello sessuale. Considerare bello e attraente ciò che comunemente verrebbe considerato imperfetto, se non addirittura disgustoso, può essere considerato un passo avanti importante e una valorizzazione della corporeità delle persone che hanno una qualche menomazione. Inoltre, il devotismo ha il merito di fare luce sulla sessualità delle persone con disabilità, aspetto spesso trascurato. Si tende a pensare alle persone con disabilità come a soggetti “uguali a noi” ma asessuati, come angeli senza sesso, e a rimuovere i loro bisogni sessuali. La nostra cultura non contempla che si possano trovare eccitanti immagine erotiche e pornografiche in cui i protagonisti sono persone con disabilità, e non prende in considerazione che esse possano suscitare desideri sessuali.

D’altra parte, però, il devotismo è catalogato tra le deviazioni sessuali, o perversioni, o più tecnicamente parafilie, perché l’attrazione sessuale non è rivolta alla persona ma solo a una parte di essa. Ciò che è essenziale per l’eccitazione è la presenza, ad esempio, di un moncone, o di una protesi: non c’è quasi mai interesse per la persona con il suo carattere, la sua interiorità, la sua globalità. Il rapporto è con un oggetto. Non a caso è affiancato al feticismo e a volte considerato una sua variante, perché caratteristica del feticista è essere stimolato sessualmente da un oggetto e non da una persona. Di rado queste frequentazioni vanno oltre l’occasionale incontro sessuale per diventare una relazione continuativa.

I devotee di solito non escono allo scoperto temendo la riprovazione sociale e utilizzano maggiormente forum o siti di incontri appositi per scambiare materiale, come foto e video con persone con amputazioni o altre menomazioni, o per poter essere messi in contatto con persone con disabilità. A volte possono far di parte associazioni di volontariato che si occupano di persone disabili, per poter avere più occasioni di contatto e di frequentazione.

Come vivono queste attenzioni, le persone che ne sono oggetto? Alcune le rifiutano e allontanano questi individui perché si sentono sfruttate come oggetti, non riconosciute come persone, ridotte alla loro protesi o alla loro sedia a rotelle. Altre invece le accettano, perché la solitudine è tale che, pur consapevoli della natura dell’attrazione sessuale nei loro confronti, hanno solo questo modo per poter avere incontri sessuali. Altre ancora le apprezzano e ne fanno anzi motivo di rivalsa ed emancipazione, occasione per riappropriarsi del corpo, per ridargli valore. Un fenomeno complesso, quindi, quello del devotismo, che sarebbe riduttivo liquidare esclusivamente come mero sfruttamento di una persona con disabilità per il proprio piacere, e che fa luce sulle difficoltà incontrate da molti disabili nel vivere una sessualità appagante.

Dott.ssa Lucia Montesi
Psicologa Psicoterapeuta
Piane di Camerata Picena (AN)
Montecosaro Scalo (MC)
Tel. 339.5428950