Benessere

Dipendenti dallo smartphone? È una malattia

L’uso continuo e compulsivo delle nuove tecnologie modifica non solo il nostro modo di vivere, ma anche la postura e l’equilibrio del corpo. Parliamone con un esperto

Collo inclinato e pollice sempre in movimento. L’uso dello smartphone sta condizionando sempre più ogni singolo movimento. Senza che ce ne accorgiamo stiamo modificando azioni e posture più semplici come lo star dritti avanti ad uno schermo. Il problema riguarda in particolar modo le nuove generazioni che ancor prima di iniziare a leggere e scrivere rimangono incantati dal mondo del touch screen. Posizioni scorrette assunte a causa dell’uso costante di tablet, smartphone e pc sono il nuovo fenomeno definito “sindrome dell’sms”, che ha come conseguenza non solo l’alta probabilità di problemi alla vista e al tunnel carpale, bensì l’azzeramento della curva cervicale. Abbiamo incontrato il chinesiologo, esperto in movimento umano, Giovanni Mattioni, per capire che accorgimenti avere per evitare dolori e serie problematiche al fisico.

Cos’è la sindrome da sms?
«È tutto ciò che è conseguente alla dipendenza da smartphone, tablet e pc. Mal di collo, mal di schiena e tunnel carpale è ciò che di più comune si può riscontrare dopo un uso eccessivo e scorretto dei dispositivi. Lo sbaglio è tenere una postura errata quando si scrive un messaggio o si naviga in internet. Il collo è la parte del corpo che più risente degli sforzi: leggendo si china il capo sforzando tutta la colonna vertebrale».

Chi è maggiormente colpito dalla sindrome da sms?
«I giovanissimi in particolar modo. Da un’ultima ricerca è emerso che 4 teenagers su 10 lamentano frequenti dolori a collo e spalle a causa di ore e ore trascorse con capo chino e spalle contratte. E 1 caso su 7 è a causa dell’abitudine di tenere sempre il telefonino in mano».

Dottor Giovanni Mattioni

Cosa accade al collo?
«Il collo deve supportare un peso ben diverso della testa che ricade poi su tutta la colonna vertebrale. Se infatti nella normalità, quando lo sguardo è dritto avanti a sé, il peso della testa è di 5 o 6 kg e correttamente distribuito su tutta la colonna vertebrale, lavorando al cellulare il peso da sopportare arriva anche a 27 kg con una inclinazione del collo a 60°. Questo peso, che si arriva ad avere piegando il collo in avanti, comporta che tutto il carico ricade sul tratto cervicale con il sovraccarico dei muscoli circostanti portando a contratture. In inglese il collo da sms è definito “text neck”. Quindi il consiglio è: tenere il telefono di fronte gli occhi».

Cosa non fare?
«Leggere ed inviare sms quando si è in posizione supina a letto. Non appoggiare il telefono né sul tavolo né sulle ginocchia mentre si scrive sms: questo comporterebbe piegare troppo il collo in avanti. Non tenere il telefono tra orecchio e spalla mentre si telefona».

Cosa comporta il text neck?
«Cervicalgia muscolo-tensiva, cioè un’infiammazione con un dolore che dal collo arriva alle spalle. In casi estremi intacca anche le braccia impedendo movimenti banali».

Per evitare di commettere gli stessi errori di postura alla scrivania, come si dovrebbe tenere il pc?
«Lo schermo del pc dovrebbe trovarsi all’altezza degli occhi, così che la vista sia orizzontale ad esso. Sarebbe utile anche appoggiare l’avambraccio al tavolo formando con il gomito un angolo di 90°. In aggiunta, dato che chi lavora al pc sta seduto per molte ore, sarebbe utile procurarsi una sedia adatta, approvata cioè dal TU 81/2008, normativa sulla sicurezza sul lavoro, o un cuscino da mettere all’altezza della zona lombare. Ovvio che ogni ora sarebbe opportuno alzarsi dalla sedia per non abituarsi alla stessa postura per troppo tempo».

In palestra che esercizi fare per rimediare al dolore o al possibile danno posturale?
«Seguire un programma studiato su se stessi. Affidarsi quindi ad un laureato in scienze motorie perché è la figura più adatta a redigere un programma individualizzato dopo un’attenta anamnesi e valutazione. Esercizi standard non sono sempre adatti a tutti, ma ginnastica posturale è sempre consigliata».

Agnese Testadiferro