Benessere

Come avere una sana autostima: i consigli della life coach a tutte le donne

Madri, figlie, moglie, amiche, sorelle... Essere donna è un impegno. Con la life mental coach Roberta Cesaroni parliamo dell'universo femminile. Per imparare a volersi bene e ad affrontare il cambiamento

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Foto di Jill Wellington da Pixabay

Come donne abbiamo una grande responsabilità come madri, mogli, compagne, figlie, amiche, sorelle, tutto ruota intorno al nostro benessere e al nostro malessere. Cosa occorre fare per stare bene? È tutta una questione di equilibri: di una ruota che gira e di una sana autostima.

Jack Gibb diceva: «La fiducia in se stessi è il risultato di una situazione rischiosa superata brillantemente».
Cosa vuol dire avere una sana autostima? L’idea che ognuna ha di sé trova le sue radici nella prima infanzia (0-9 anni) e si trasforma molto nel corso della vita.
Il primo livello di autostima nasce generalmente da un confronto tra sé e il mondo circostante, influenzato dalle relazioni sociali e quindi dal giudizio degli altri. Spesso noi donne ci focalizziamo sui fallimenti, errori, difetti. La mancanza di un sano senso di autoapprezzamento è considerata una condizione presente in molti disagi psicologici come ansia, paura dell’intimità, disfunzioni sessuali, problemi alimentari, scarso rendimento scolastico, depressione.

Con una sana autostima si è più inclini e aperte a creare relazioni, avendo rispetto e amore, poiché l’altro non sarà più considerato una minaccia.
La mancanza di autostima condiziona la nostra vita sociale e il nostro benessere psicofisico, molte donne con scarsa autostima hanno tendenza a lamentarsi continuamente del loro stato di salute, dei loro rapporti, del loro lavoro, senza intervenire concretamente sul problema.

Se ci domandiamo quale possa essere lo stile di vita ottimale per una donna, dobbiamo considerare le aree più importanti della nostra esistenza, le tre aree dell’autorealizzazione: autonomia, relazionalità, competenza che formano la Self Determination Theory (ruota della vita).
Per raggiungere un buon equilibrio queste aree devono essere ben allineate. Allinearle vuol dire cambiare.

Perché ci fa tanto paura il cambiamento? Cosa succede di tanto terribile nel cambiamento? Cambiare vuol dire vivere sei emozioni – shock, rabbia, rifiuto, depressione, negoziazione, accettazione -, vuol dire uscire dalla zona di comfort.

La nostra qualità di vita richiede che siamo noi ad occuparci in prima persona del nostro benessere psicofisico, nessuno può farlo nostro posto. Le nostre priorità devono vedere nei primi posti le reali necessità della donna.

Che cosa significa qualità della vita? Non mi riferisco al tenore di vita, bensì stare bene con se stesse, con gli altri, dobbiamo dedicare più tempo alla “cura del sé”.

È tutta una questione di equilibri. Per poter cambiare abbiamo bisogno di carta e penna, sono medicine naturali, e fare questo esercizio per 21 giorni.
Chiudete gli occhi e fate un respiro profondo. Ora guardate la vostra vita dal di fuori, dividetela nelle tre macro aree e date un punteggio reale da 0 a 10. Non barate con voi stesse però!
Quanto siete felici davvero?
Provate a scrivere e trasformare i pensieri negativi in positivo. Certi pensieri errati e negativi portano con sé una sorta di “calcificazione” che si installa nella nostra personalità e viene richiamata in automatico ad ogni ripetersi di una situazione simile. Questa cristallizzazione emotiva, se non rimossa per tempo, diventa responsabile di un atteggiamento errato.

Per fronteggiare questo tipo di atteggiamenti negativi può essere utile richiamare la nostra attenzione ai punti fermi dei nostri valori personali.

Evitate rapporti di dipendenza. Imparate a dire di no, basta con i sensi di colpa. Dire no salvaguarda il nostro equilibrio, rispettiamo noi stesse.
Non dobbiamo temere di esprimerci e lasciare gli altri liberi di esprimersi.
Per ognuna di noi esiste una scala di valori e priorità per un vivere sano ed equilibrato.
Continuando ad occuparci degli altri, mandiamo al nostro inconscio un messaggio che dice: «Io non sono poi così importante, prima vengono gli altri».

Il senso di colpa è una emozione che abbiamo creato noi, lo abbiamo creato sulle nostre interpretazioni di esperienze passate che riviviamo nel presente.
Essere preda di sensi di colpa significa che in qualche angolo del nostro animo c’è del rancore represso verso noi stesse. Se qualcosa non ci soddisfa dobbiamo fermarci e riflettere.
Incominciamo a pensare al nostro equilibrio, svago, relax, hobby; dobbiamo concederci del tempo per noi stesse e se ci riusciamo vuol dire che la nostra autostima ha fatto un passo avanti.

Il cambiamento di vita porta con sé rischi, ma anche opportunità. Dobbiamo avvicinarci al cambiamento non con la paura, bensì con la curiosità dei bambini.
Le persone che non vogliono consentirci di esprimere noi stesse, proveranno a destabilizzarci con scuse banali. Qui dobbiamo ricorrere alla nostra volontà, tenacia, perseveranza, teniamo testa a chi percepisce il nostro cambiamento come una minaccia.

La principale nemica del cambiamento è l’emozione della paura; per eliminarla e contenerla, il nostro impegno è la ricerca della verità su di noi e sulla nostra situazione, obiettivi, individuazione degli errori. Spesso sono le nostre convinzioni a condizionare il nostro modo di vivere, la nostra serenità, perché sottovalutiamo le nostre qualità: prova ad allenare le tue potenzialità!

Trasforma ciò che ti pare un difetto in un’opportunità di miglioramento,
fai emergere le tue potenzialità per evidenziare i tuoi punti di forza.
Ora agisci. Per agire è molto importante l’entusiasmo, la passione è contagiosa e la vita diventerà una bellissima avventura per te e per chi ti sta affianco.

Agisci, fai un passo avanti, vuol dire risvegliare la volontà di fare, chi agisce ha una vita piena e appagante.
«La felicità non è fare tutto ciò che si vuole, ma volere tutto ciò che si fa» (Nietzche).

Roberta Cesaroni
(cell. 345.1408208)
Psicologia del Lavoro e delle Organizzazioni, Life Mental Coach – Coach Adolescenziale Spa&Wellness Coach Manager

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