Benessere

Educazione ambientale: come rendere i bambini consapevoli e responsabili verso l’ambiente

Attraverso l’educazione ambientale, possiamo incoraggiare i bambini ad essere più consapevoli delle questioni ecologiche, a prendersi cura della natura e ad avere un approccio attivo e uno spirito critico

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(Foto di Gennaro Leonardi da Pixabay)

L’educazione ambientale (di cui si celebra oggi 14 ottobre la giornata mondiale) è “un processo che consente agli individui di esplorare le questioni ambientali, impegnarsi nella soluzione dei problemi e agire per migliorare l’ambiente” (EPA, Agenzia statunitense per la protezione dell’ambiente).
Attraverso l’educazione ambientale, possiamo incoraggiare i bambini ad essere più consapevoli delle questioni ambientali, a prendersi cura della natura, ad avere un approccio attivo e uno spirito critico, ad adottare uno stile di vita sostenibile. Questo si realizza invitandoli sin da piccoli ad esplorare e scoprire il mondo, ad osservare e allo stesso tempo a impegnarsi concretamente in piccoli gesti quotidiani alla portata di tutti.

Lucia Montesi
La psicoterapeuta Lucia Montesi

Affrontare i problemi ambientali è una questione che tocca anche le scienze psico-sociali, perché i problemi ambientali sono in gran parte il risultato di comportamenti umani, a loro volta guidati da valori, pensieri, sentimenti, visioni del mondo che si formano nelle prime fasi della vita e che possono essere modificati in senso positivo, quanto più precocemente si interviene con l’educazione.

I temi affrontati dall’educazione ambientale spaziano dall’inquinamento dell’aria, alla scarsità d’acqua, all’importanza del riciclo, al riscaldamento globale, alla deforestazione. Numerosi studi hanno mostrato come la semplice trasmissione di informazioni non sia sufficiente per modificare le abitudini e per condurre a una maggiore consapevolezza sia adulti che bambini, e che sia invece più efficace coinvolgerli nell’azione concreta nell’ambiente, in esperienze multisensoriali in grado di muovere le emozioni. Non semplicemente raccontare i problemi ambientali, quindi, ma farli scoprire e sperimentare in prima persona e nei contesti di vita vicini e familiari, invece che parlare di ambienti lontani geograficamente e dall’esperienza quotidiana della persona. Lo scopo, inoltre, è più ampio del semplice trasmettere delle informazioni ed ha piuttosto a che fare con l’apprendere ad agire nel rispetto dell’altro, che si tratti di  esseri umani, animali o altri elementi della natura.

Il principale ostacolo all’adozione di un comportamento virtuoso verso l’ambiente è la difficoltà, sia nei più giovani che negli adulti, di preoccuparsi per qualcosa che è spostato nel futuro, quindi per le conseguenze future, non immediatamente tangibili, dei nostri  comportamenti, non solo quando le conseguenze riguardano altri, ma anche quando coinvolgono problematiche e sofferenze a cui andremmo incontro noi stessi. Questo meccanismo si osserva anche nei comportamenti collegati al rischio di sviluppo di cancro: il fatto che il danno sia posticipato in un futuro più o meno lontano induce a rimuovere il problema e a mantenere stili di vita a rischio.

Questa tendenza a non preoccuparsi delle conseguenze future è particolarmente forte nei bambini e soprattutto negli adolescenti, anche per una incompleta maturazione delle aree cerebrali deputate alla pianificazione delle azioni, oltre che, negli adolescenti, per un illusorio senso di onnipotenza e di invulnerabilità. Da qui l’importanza di basare l’educazione ambientale sull’esperienza diretta del presente, sul coinvolgimento nelle conseguenze che sono già chiaramente percepibili sotto i nostri occhi, piuttosto che fare grandi proclami sul futuro, che non fanno presa.

Far fare ai bambini esperienza dell’ambiente ne aumenta la conoscenza e la motivazione  a rispettarlo: le azioni accompagnate da brevi riflessioni e dall’esempio dell’adulto sono il mezzo più efficace. Esempi di azioni concrete che fanno riflettere i bambini su ciò che accade nel qui e ora potrebbero essere:

  • osservare dal vivo le conseguenze concrete di comportamenti errati, ad esempio la presenza di bottiglie di plastica e di altra spazzatura in riva al mare.
  • Osservare il traffico e l’odore dei gas di scarico per riflettere sulla nocività delle emissioni delle auto.
  • Fare esperienze nella natura come visite, gite, passeggiate a piedi o in bicicletta per apprezzare la bellezza e l’importanza dell’ambiente e allo stesso tempo la sua fragilità.
  • Insegnare la raccolta differenziata e applicarla in casa e fuori.
  • Insegnare il riciclo con attività concrete, ad esempio realizzando insieme della carta utilizzando vecchi fogli di carta, creando oggetti riutilizzando tappi di bottiglie, stecchi dei gelati,  stoffe o qualunque altro oggetto non più utilizzato, usando materiali di recupero per abbellire la casa durante le festività; regalando e condividendo con gli altri giocattoli o abiti che non si usano più.
  • Utilizzare un orto per far sperimentare il ciclo di vita delle piante, i tempi necessari per ottenere un frutto o una verdura e apprezzare così il cibo preparato ogni giorno.
  • Guardare insieme documentari sugli animali, in particolare su come proteggere quelli a rischio di estinzione; osservare direttamente gli animali nei loro ambienti di vita (a partire dal proprio giardino o dagli insetti sulle piante sul balcone); riflettere sulle condizioni di sofferenza in cui versano gli animali negli allevamenti intensivi.
  • Insegnare l’importanza di non sprecare il cibo studiando insieme delle ricette per riciclare creativamente gli avanzi, valutando la porzione adatta da mettere nel piatto.
  • Prendere spunto da un oggetto quotidiano, come un foglio di carta scarabocchiato e gettato, per spiegarne la storia e incoraggiarne il rispetto.
  • Altre azioni casalinghe come chiudere il rubinetto dell’acqua mentre si lavano i denti o i piatti, fare la raccolta differenziata dei rifiuti, fare il compostaggio dei rifiuti casalinghi per fertilizzare le piante, riciclare l’acqua di cottura della pasta per altri usi, giocare a fare la doccia entro un certo lasso di tempo, spegnere le luci quando non le utilizziamo, regolare la temperatura dei caloriferi in modo da farne un uso ragionevole, uscire in bicicletta invece che in automobile, usare mezzi di trasporto pubblici invece dell’auto, leggere insieme le etichette dei prodotti, limitare l’uso della plastica nei propri acquisti.

Il messaggio importante da veicolare è che tutti, bambini e adulti,  possono avere un ruolo attivo per proteggere l’ambiente e la salute di tutti e che per dare un contributo, per fare la propria parte, sono sufficienti piccoli gesti quotidiani.


“Durante un incendio nella foresta, mentre tutti gli animali fuggivano, un colibrì volava in senso contrario, con una goccia d’acqua nel becco.
«Cosa credi di fare?» gli chiese il leone.
«Vado a spegnere l’incendio!» rispose il piccolo volatile.
«Con una goccia d’acqua?» disse il leone con un sogghigno di irrisione.
E il colibrì, proseguendo il volo, rispose: «Io faccio la mia parte».” (Favola africana)

Dott.ssa Lucia Montesi Psicologa Psicoterapeuta
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