Basta aprire un social network a caso per vedere, sotto i contenuti condivisi da esperti di qualunque settore, centinaia di commenti di persone che controbattono e polemizzano, pur senza avere nessuna competenza in quel settore. Che si tratti di medicina, ingegneria, astrofisica, nutrizione o sport, poco importa, così come a nulla valgono la preparazione, l’esperienza e il curriculum di chi sta esponendo il contenuto: ci saranno comunque moltissime persone che, con modi più o meno garbati, pretenderanno di saperne di più dell’esperto e di avere ragione e con cui è inutile intavolare una discussione, in quanto resteranno incrollabilmente ancorate alle proprie convinzioni, a costo di mettersi in ridicolo.
Succede spesso che le persone che sanno meno di un certo argomento, siano convinte di sapere molto più degli altri e di avere ragione. Si tratta di un fenomeno ben noto in psicologia: l’effetto Dunning-Kruger. Il nome viene dai due psicologi che per primi lo osservarono e lo definirono in questo modo: una distorsione cognitiva, per cui individui poco esperti in un campo tendono a sopravvalutare le proprie abilità. Nel loro studio dal titolo “Incompetenti ed inconsapevoli di esserlo: come la difficoltà a riconoscere la propria incompetenza porta ad autovalutazioni non veritiere” (1999), sottoposero un gruppo di studenti a test su tre diversi campi.
Al termine delle prove, prima di conoscere i risultati, gli studenti dovevano esprimere una autovalutazione sul proprio grado di competenza nei vari argomenti e sul risultato ottenuto al test. Ne risultò che i soggetti con i peggiori risultati si erano autovalutati molto al di sopra delle proprie capacità, mentre i soggetti che si dimostravano più competenti si erano autovalutati al di sotto delle proprie capacità e inoltre non si rendevano conto di quanto avessero primeggiato, rispetto agli altri.
L’aspetto più interessante, è che una volta chiamati a visionare i test propri e dei compagni e ad autovalutarsi di nuovo, quelli con i risultati peggiori continuavano a valutarsi più competenti di quanto fossero. Pertanto, la loro stessa incompetenza gli impediva anche di rendersi conto di essere incompetenti: più una persona è incompetente, meno ne è cosciente. L’effetto Dunning-Kruger è quindi un pregiudizio cognitivo che comporta un’illusione di superiorità: impedisce di mettere in dubbio il proprio pensiero e induce a imporre il proprio punto di vista, in quanto chi è più ignorante, ha più fiducia in sé stesso di chi ne sa di più e pensa che siano gli altri ad essere incompetenti, perciò non riesce neanche a giovarsi dal confronto con gli altri.
Perché si verifica questo paradosso? Perché chi non ha un minimo di conoscenze in un certo ambito, non riesce neanche a fare una stima realistica delle proprie capacità e dei propri limiti, non ha un grado di conoscenza sufficiente a valutarsi in modo accurato e a giudicare il proprio compito, perché le abilità che generano competenza in un campo sono le stesse che permettono di valutare la propria competenza in quel campo. Al contrario, all’aumentare della conoscenza, diminuisce la fiducia nelle proprie capacità, perché si è più consapevoli, più prudenti, più disposti a mettere in dubbio le proprie posizioni e correggerle, perché consapevoli della mole di conoscenze e del livello di approfondimento richiesti da un certo campo. In questo caso, si verifica la distorsione opposta, per cui chi ha un livello di competenza elevato, sottovaluta il divario tra la propria preparazione e quella degli altri. Questo purtroppo conduce a una triste conseguenza per cui il parere degli ignoranti dilaga e si diffonde e sembra essere il pensiero più diffuso, perché quelli che davvero sono esperti finiscono per “soccombere” in quanto non controbattono con la stessa ostinazione, sia perché hanno un atteggiamento mentale più flessibile dovuto proprio alla maggiore competenza, sia perché sarebbe inutile discutere con la persona ignorante arroccata sulla sua posizione, che non di rado diventa arrogante, sulla base di una errata percezione di sicurezza. Paradossalmente, chi ha maggiori competenze sembra essere più insicuro di chi ne ha meno.
Una spiegazione dell’effetto Dunning-Kruger può trovarsi nella necessità inconsapevole di preservare la propria autostima mantenendo un’immagine positiva di sé anche quando ci si accorge di avere delle lacune: non si è in grado di prendere atto di nuove informazioni che metterebbero in dubbio l’opinione che si ha di sé. Influiscono anche variabili culturali: il fenomeno è più marcato nel mondo occidentale ed è meno presente nei paesi orientali, dove invece c’è una tendenza a sottostimare le proprie abilità.
Anche l’ambiente familiare incide, quando non educa a mettersi in discussione, a riconoscere i propri limiti e ad accettare le critiche.
Dott.ssa Lucia Montesi Psicologa Psicoterapeuta
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