Benessere

Il fascino del mare: ecco perché ci aiuta a ritrovare la pace interiore. Parola alla psicologa

Molti amano il mare perché ha il potere di far sentire bene, per il suo effetto sia calmante che energizzante. Ecco come agisce sul nostro benessere

mare, spiaggia
Foto di tdfugere da Pixabay

«La cosa che mi manca di più? Sicuramente il mare! Se non posso fare la mia passeggiata quotidiana al mare, non riesco a scaricare la tensione»; «La prima cosa che farò appena potremo di nuovo uscire? Correrò al mare, già solo sedermi sulla riva mi dà serenità»; «Nei momenti difficili io ho bisogno di andare al mare, quel rumore delle onde che si ripete sempre uguale mi calma».

I miei pazienti nominano spesso il mare, è un elemento che ricorre nei nostri incontri per diversi motivi. Con i miei pazienti oncologici è argomento frequente, dato che nella malattia molti di loro ritrovano pace e calma interiore nel contatto con l’ambiente naturale, e quindi anche con il mare. Ma anche con gli altri, il tema del mare in questi ultimi mesi è emerso più del solito, evocato come una delle rinunce più sgradevoli, durante le restrizioni del lockdown.

Lucia Montesi
La psicoterapeuta Lucia Montesi

Perché tante persone amano il mare o ne sono affascinate? Occorre innanzitutto distinguere tra mare come elemento fisico, naturale, e mare inteso come luogo di villeggiatura e svago, con tutto il suo corollario.
Il mare come distesa d’acqua salata con un movimento ondoso ha delle caratteristiche che favoriscono uno stato mentale per molti piacevole, che per alcuni è di calma e pace, per altri invece risulta energizzante.
Di solito viviamo la quotidianità in un ambiente sovraccarico di stimoli, che il nostro cervello continuamente registra ed elabora, impegnando molta energia anche se non ne siamo consapevoli. Il paesaggio marino invece offre una gamma di stimoli limitata, si tratta di una immensa distesa d’acqua, una linea piatta all’orizzonte, di un colore uniforme, con pochi elementi che possono interrompere questa continuità. Perciò il cervello può riposare.

L’effetto energizzante del mare deriva invece soprattutto dalla grande quantità di ioni negativi presente nelle sue vicinanze. Gli ioni negativi hanno un effetto stimolante su memoria, attenzione, capacità cognitive, inoltre stimolano la produzione di serotonina, il neurotrasmettitore responsabile della sensazione di benessere.

Il rumore delle onde ha un effetto ipnotico che produce uno stato mentale simile a quello che si ottiene con la meditazione. Si è osservato, infatti, che ascoltando il suono delle onde del mare l’attività elettrica del cervello è caratterizzata da onde alfa. Le onde alfa corrispondono a uno stato mentale di calma, di attenzione ottenuta senza sforzo e di creatività, e si producono durante le attività di meditazione. Anche il colore blu-verde del mare contribuisce a indurre uno stato di calma, rallentando la frequenza del battito del cuore. Non solo stare a contatto col mare, ma anche semplicemente poterlo osservare da lontano, ad esempio se si abita in una casa con vista sul mare, è in grado di produrre un effetto rilassante e risulta essere un fattore protettivo per la salute fisica e mentale. Questo potrebbe dipendere anche dal fatto che abitare vicino al mare incoraggia a fare movimento all’aria aperta, favorisce l’esposizione solare che incrementa la vitamina D e offre occasioni di socializzazione.

Il mare ha anche un posto di rilievo in psicologia e in psicoterapia per il suo significato simbolico. Il mare, o meglio l’acqua di cui è composto, è collegata in psicologia dinamica a tematiche molto forti come la Donna, la Madre, la nascita, il cambiamento, la vita, l’inconscio. L’acqua nel corpo materno rappresenta infatti il nostro primo contatto con la vita. Sognare di immergersi in mare può segnalare il bisogno di cambiamento, di rinascita personale, oppure di lasciarsi andare alle emozioni.
Stare nell’acqua del mare, galleggiare, nuotare, immergersi, spingersi dove non si tocca, muoversi senza vedere il fondale, richiedono almeno in parte di rinunciare al controllo, ai gesti e alle leggi della gravità a cui siamo abituati fuori dall’acqua, per adattarci a un diverso modo di percepire il corpo e il movimento. Non a caso, le persone che non amano il mare o che ne hanno paura, frequentemente hanno anche bisogno di controllare la realtà e fanno fatica a lasciarsi andare e a lasciare che le cose accadano, hanno bisogno di riferimenti sicuri e non amano i cambiamenti o fare nuove esperienze. Il mare può suscitare la paura dell’ignoto ed essere vissuto quindi come una minaccia.

Oltre che essere elemento naturale, il mare è anche elemento culturale: mare come luogo della vacanza, delle ferie, del divertimento; mare come luogo di socializzazione, come “vita da spiaggia”, con eventi, locali, occasioni di incontro. Per alcuni è questo l’aspetto attraente del mare: non tanto il mare di per sé, quanto il tipo di vita vacanziera associata al mare. Di solito sono le persone più estroverse ad amare il mare come località di villeggiatura, mentre gli introversi propendono maggiormente per la montagna.
Si è osservato che le persone più estroverse prediligono luoghi più aperti, come appunto è la spiaggia, dove le occasioni di aggregazione sono maggiori. Gli amanti del mare gradiscono gli ambienti affollati, rumorosi, ricchi di stimoli nuovi, e cercano nella vacanza ritmi rilassati.
Chi preferisce la montagna di solito cerca una maggiore tranquillità, un maggior dinamismo e una socializzazione meno mondana, com’è quella tipica delle zone montane, in cui l’attività si concentra nelle ore del giorno per ridursi nettamente nelle ore serali e notturne.

Dott.ssa Lucia Montesi
Psicologa Psicoterapeuta
Piane di Camerata Picena (AN)
Montecosaro Scalo (MC)
Per appuntamento tel. 339.5428950
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