Negli Stati Uniti è una realtà diffusa, una politica adottata da un’azienda su cinque: Google, Amazon, Facebook sono solo alcune delle grandi compagnie che permettono ai dipendenti di portare il proprio cane in ufficio. In Italia solo il 7% della aziende li accoglie regolarmente (tra queste Purina, Mars, Nintendo, Unicredit, il Comune di Genova), anche perchè il tipo di lavoro più diffuso da noi si presta meno a questa possibilità, che trova la sua applicazione migliore in caso di lavoro fisso alla scrivania e al pc. Da oltre vent’anni si celebra anche annualmente la Giornata del cane in ufficio, con l’intento di far conoscere questa opportunità e aumentarne la diffusione.
Alcuni studi (tra gli altri, quelli condotti dal Banfield Pet Hospital, da Infojobs, da Purina) hanno voluto appurare e quantificare gli effetti della presenza del cane in ufficio, riscontrando numerosi vantaggi in termini di minor stress e maggiore soddisfazione lavorativa.
Il beneficio più evidente riguarda il benessere dei lavoratori: riferiscono un maggior equilibrio tra lavoro e vita privata, si recano al lavoro più volentieri, hanno una migliore opinione dell’azienda. Apprezzano di poter aver con sé i propri animali perchè fanno vivere momenti di serenità e allegria. Accarezzarli è rilassante e benefico: abbassa la pressione sanguigna e i livelli del cortisolo, ormone dello stress, mentre fa salire quelli di endorfine e ossitocina.
La presenza dell’animale permette di staccare ogni tanto l’attenzione (ad esempio per accarezzarlo, dargli da bere o portarlo a fare i suoi bisogni) evitando di essere completamente assorbiti dallo schermo del pc. Questo ha un effetto benefico non solo per la salute degli occhi e della muscolatura, ma anche per attenzione e concentrazione.
Contrariamente a quanto temuto dalle aziende, ma anche da una parte dei proprietari stessi degli animali, la presenza dei quattrozampe non è un fattore distraente che diminuisce la produttività, ma anzi permette di dosare meglio le energie, evitando il sovraccarico grazie a piccole pause e tornando al compito più ricaricati ed efficienti. Alzarsi dalla scrivania anche per fare pochi passi, è inoltre una buona abitudine che bisognerebbe seguire al di là dell’avere o meno l’animale in ufficio, considerando le molteplici conseguenze negative della sedentarietà e di posture fisse e spesso anche scorrette.
La presenza dei cani dei dipendenti ha anche un effetto positivo sui rapporti tra colleghi, favorendo gli scambi e la conversazione. Come ben sa chi porta a passeggiare un cane, la presenza dell’animale non è solo un immediato spunto di conversazione con altri proprietari, ma in generale è un elemento che attira attenzione e simpatie, incoraggia a interagire e scambiare qualche parola anche tra sconosciuti. La presenza dei propri animali da compagnia può quindi favorire la socializzazione tra colleghi, soprattutto nelle aziende molto grandi dove ci si conosce meno. Inoltre l’atmosfera più rilassata e allegra indirettamente può stemperare le tensioni, o almeno permette di sopportarle meglio.
I proprietari che possono portare il proprio animale con sé non si sentono in colpa per averlo lasciato a casa da solo tutto il giorno e sono facilitati nell’accudirlo, sfruttando ad esempio la paura pranzo per farlo passeggiare o correre. Molte persone che vorrebbero adottare un cane e vivono sole, rinunciano proprio perchè, a causa dell’impegno lavorativo, costringerebbero l’animale a lunghe ore di solitudine. In questo senso, la possibilità di portare il cane con sé incentiva l’adozione anche da parte di chi altrimenti rinuncerebbe, e si traduce pertanto in un vantaggio a favore di tanti cani bisognosi in attesa di adozione.
Il beneficio più evidente per i cani, è la possibilità di stare insieme al loro proprietario. I cani sono animali sociali e soffrono la solitudine maggiormente rispetto ad altri animali d’affezione, a volte manifestando il disagio anche con problemi comportamentali. Accompagnare il padrone nelle sue attività è per il cane motivo di benessere, mentre il distacco è motivo di sofferenza.
A fronte dei numerosi benefici, occorre però tener conto anche dei limiti e soprattutto attenersi a delle regole per garantire la sicurezza e il rispetto di tutti, in primo luogo degli animali coinvolti. I cani devono essere in buona salute, vaccinati, puliti e tenuti in ordine. La presenza del cane non deve creare disagio: nel caso ci siano lavoratori allergici o che temono l’animale, occorre desistere o trovare un’organizzazione adatta per tutti. Tutto deve essere gestito in modo che gli animali non si facciano male tra loro. Nelle aree comuni i proprietari devono avere con sé museruola e guinzaglio.
Le condizioni del luogo di lavoro devono far sentire il cane a suo agio. Se l’ambiente è troppo rumoroso, con un eccessivo via vai di persone, può essere strassante per l’animale. Come ci sono umani che non gradiscono i cani, occorre tener presente che anche i cani hanno preferenze e che possono trovare sgradevole la compagnia di alcune persone. Colleghi non ben disposti che potrebbero trattare l’animale in modo brusco sono, ad esempio, un elemento a sfavore.
Il benessere degli animali deve essere garantito. Devono avere la loro cuccia in un angolo tranquillo e poter stare vicino al loro padrone; devono avere il loro spazio e la loro possibilità di movimento e svago. La pausa pranzo dovrebbe essere dedicata a loro per una passeggiata o per giocare, eventualmente nelle apposite aree che alcune aziende predispongono. Anche in questo caso, insomma, l’animale non deve essere considerato un mero strumento di benessere per l’uomo e i suoi diritti non possono essere secondari rispetto ai vantaggi che ne traggono gli esseri umani.
Dott.ssa Lucia Montesi
Psicologa Psicoterapeuta
Piane di Camerata Picena (AN)
Montecosaro Scalo (MC)
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