Enigmatici, eleganti e sinuosi, indipendenti ma anche affettuosi, flemmatici ma anche giocosi: impossibile non innamorarsi di questi piccoli felini, secondo gli appassionati di gatti. Ma l’attrazione verso un certo tipo di animale non dipende solo dalle sue caratteristiche: preferire gatti, cani o altre specie è un riflesso dei nostri bisogni più profondi e della nostra personalità.
“I gatti, le donne e i grandi criminali hanno questo in comune, essi rappresentano un ideale inaccessibile e una capacità di amare se stessi che li rende attraenti.” (S. Freud)
Diverse ricerche hanno indagato se esistano delle differenze di personalità tra chi ama i gatti e chi preferisce i cani (tra le più rilevanti, quelle di D. Guastello del 2017 e di S. Gosling del 2010). Da questi studi emerge che effettivamente gattofili e cinofili presentano dei tratti di personalità diversi. Innanzitutto gli amanti dei gatti risultano meno numerosi degli amanti dei cani, e sono soprattutto le donne a preferire i gatti e ad istaurare con loro un legame più profondo. Il profilo dell’amante dei gatti è quello di una persona tendenzialmente introversa, indipendente, anticonformista, egoista, creativa, amante dell’estetica, nevrotica, poco incline a seguire le regole imposte; una persona riflessiva e che ha bisogno dei propri spazi per rilassarsi e per ritrovare il proprio equilibrio. Gli amanti dei gatti risultano essere meno propensi all’amicalità rispetto agli amanti dei cani, meno empatici e più competitivi, più sospettosi e più emotivi. In generale, i gattofili presentano una personalità più complessa, ricca di sfaccettature e di contraddizioni.
“Quando la chiamavo fingeva di non sentire, ma arrivava un po’ dopo quando poteva sembrare che avesse deciso di venire spontaneamente.” (A. Weigall)
Gli introversi sono più cauti nell’avvicinarsi alle persone così come generalmente sono i gatti: in presenza di estranei un gatto tende paradossalmente ad avvicinarsi a quelle persone che meno lo ricercano e meno sono interessate a lui, proprio perché queste risultano rassicuranti, apparendo indifferenti e non manifestando segnali invasivi. Sia gli umani introversi che i gatti hanno bisogno di tempo per concedere la propria fiducia.
“I gatti sono più intelligenti dei cani. Non è possibile trovare otto gatti che tirino una slitta nella neve.” (J. Valdez)
I gattofili ottengono punteggi più elevati ai test di intelligenza rispetto agli amanti dei cani. Questo risultato viene spiegato sia come effetto di un’altra loro caratteristica, la maggiore apertura mentale, sia come effetto delle attività e degli hobby preferiti. Gli amanti dei gatti avrebbero la tendenza alla curiosità e a pensare in modo non convenzionale e fuori dagli schemi, a ragionare in modo astratto. Queste caratteristiche cognitive, unite alla preferenza per attività come la lettura e a una maggiore istruzione, fanno sì che ottengano risultati migliori nei test di intelligenza normalmente utilizzati. La tendenza a pensare fuori dagli schemi porta però anche ad essere più insofferenti rispetto alle regole imposte.
“Nel discutere sui rispettivi meriti di cani e gatti, non trascurate il vantaggio di non dover portare a passeggio il gatto a 20 gradi sotto zero.” (D. Larson).
La preferenza degli individui introversi per i gatti sarebbe in parte una conseguenza delle abitudini e delle necessità dell’animale: un gatto, rispetto ad un cane, è più solitario e meno incline ai contatti sociali e risulta più adatto a convivere con chi preferisce passare il suo tempo in casa in attività tranquille, come leggere. Si tratta perciò di una preferenza che dipende dall’ambiente in cui ci si sente a proprio agio: ambiente esterno, dinamico e ricco di occasioni sociali per gli estroversi cinofili, ambiente più intimo, tranquillo e silenzioso per i gattofili.
“Gli uomini sono come i cani. Continuano a tornare indietro. Le donne sono come i gatti. Sgrida un gatto una volta…e non lo vedi più.” (L. Bruce)
La scelta dell’animale rappresenta anche l’incontro tra bisogni e aspettative dell’uomo e temperamento dell’amico a quattro zampe: il gatto è percepito come indipendente, riservato, misterioso, elegante. Chi lo ama spesso riconosce anche in sé le stesse caratteristiche e lo sente perciò affine, oppure ammira nel felino quegli aspetti che vorrebbe sviluppare. La preferenza per i gatti può anche essere ereditata dalla propria famiglia: i gattofili di solito vengono da famiglie abituate ad avere e amare gatti.
“L’affetto del gatto è qualcosa che ogni volta deve essere interpretato, decifrato, capito attraverso mille curiose sfumature.” (G. Saviane)
Quali sono gli aspetti del gatto più apprezzati? I proprietari di gatti sostengono che ciò che più apprezzano dei loro compagni pelosi sono l’affetto e il supporto emotivo che ne ricevono, a dispetto di quanto comunemente si pensa, ovvero che il gatto sia un animale opportunista che non si affeziona alla persona ma solo alla casa e al cibo. In realtà chi ha un gatto conosce perfettamente i modi con cui questo animale esprime il proprio attaccamento: cercando l’umano, accoccolandosi vicino, strusciandosi, facendo le fusa, miagolando. Il gatto costruisce una relazione profonda con l’umano, soffre per la sua assenza (anche se rispetto al cane tollera più facilmente di stare del tempo da solo) e per l’abbandono. I gatti possono sembrare indifferenti ma in realtà sono empatici, avvertono lo stato d’animo dell’umano e si allontanano quando percepiscono nervosismo e rabbia, si avvicinano quando percepiscono tristezza.
“Non si possiede mai un gatto. Semmai si è ammessi nella sua vita, il che è senz’altro un privilegio.” (B. Reid)
Il gatto non concede a tutti facilmente la sua attenzione, bisogna conquistarla. Chi lo ama si sente privilegiato ad essere “scelto” e ne apprezza la selettività rispetto alla socievolezza indiscriminata del cane, così come si riconosce nel bisogno del gatto di dosare vicinanza e distanza.
Dott.ssa Lucia Montesi Psicologa Psicoterapeuta
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