Benessere

Il potere benefico dell’arte

La creazione artistica veicola emozioni, produce piacere, suscita riflessione, stimola le funzioni cognitive, con benefici sia per l'artista, sia per i fruitori.

La pala di Senigallia dipinta da Pietro Vannucci, detto il Perugino, e in mostra alla pinacoteca diocesana di Senigallia
La pala di Senigallia dipinta da Pietro Vannucci, detto il Perugino, e in mostra alla pinacoteca diocesana di Senigallia

L’arte ha sempre avuto un ruolo fondamentale nella cultura umana. Attraverso la pittura, la scultura, la musica, la danza, il teatro, la letteratura, l’arte è una forma di comunicazione universale capace di connettere le persone e  ha il potere di influenzare la nostra mente e le nostre emozioni. La creazione artistica può veicolare emozioni, pensieri, fantasie che sarebbe più difficile esprimere attraverso la normale comunicazione verbale e offre numerosi benefici sia all’artista che la realizza, sia al fruitore.

L’ARTISTA E IL SUO MONDO INTERIORE

L’artista, attraverso la sua creazione può dare forma alle sue esperienze interiori. Secondo Freud, la materia a cui l’artista attinge per elaborare la sua opera deriva dalla fantasia e dal gioco infantile. La fantasia è per Freud una valvola di sfogo per tensioni inconsce che altrimenti non potrebbero essere espresse in modo accettabile e trae forza dai desideri insoddisfatti. Per Freud, il linguaggio artistico offre una modalità di fare esperienza della realtà inconscia sottraendola alla rimozione che normalmente la rende inaccessibile alla coscienza. La creazione artistica sarebbe una forma di sublimazione, ovvero quel meccanismo di difesa che converte un contenuto inaccettabile e riprovevole in qualcosa di superiore. La molla originaria si trova per Freud nella sessualità e anche l’arte, secondo l’ottica psicoanalitica, rappresenta una sublimazione di pulsioni sessuali. L’arte rappresenta una soddisfazione simbolica che opera un compromesso tra desiderio e realtà: permette di godere da adulti le pulsioni  istintive originarie che sono state negate nell’infanzia.

Lucia Montesi
La psicoterapeuta Lucia Montesi

LA REAZIONE IMPREVEDIBILE DEL FRUITORE

L’artista usa forme, colori, suoni per trasmettere un messaggio emozionale che a sua volta l’osservatore può cogliere e interpretare con esiti imprevedibili che spaziano dalla gioia, alla tristezza, dallo stupore al disgusto. Si può dire che non solo il prodotto artistico sia un atto creativo, ma anche la ricezione lo sia, in quanto vi interagiscono in modo complesso sia processi cognitivi che attivazione emozionale.  Anche la cultura di appartenenza influenza la reazione finale dello spettatore di fronte al prodotto artistico, in base a ciò che ogni cultura interpreta come bello e piacevole. L’esperienza estetica è complessa essendo mediata dall’apprendimento, dal “gusto sociale” che a sua volta è influenzato dai media e dall’ambiente sociale, dai canoni estetici di una determinata cultura; è mediata dalla personalità del soggetto, dall’età, dal genere. I fruitori esperti tendono a dare un giudizio dell’opera in base allo stile, mentre i non esperti in base alla possibilità di associare all’opera eventi ed emozioni della propria vita. Alcuni fruitori comprendono l’arte limitandosi ai processi di elaborazione sensoriale, ad esempio elaborando forma, colore. Altri attingono alle conoscenze e alla storia personale e collocano l’opera nella sua corrente artistica, nel suo periodo storico, considerano il significato che l’artista ha voluto dare all’opera e il significato che assume in relazione alla propria storia. Le variabili che incidono sulla reazione dello spettatore sono così numerose, che ogni individuo reagisce alla stessa opera d’arte in modo unico e originale.

NELL’ARTE ANCHE IL BRUTTO È BELLO

La bellezza è una componente fondamentale dell’arte e non corrisponde al concetto di bellezza che usiamo comunemente, con il significato di gradevolezza estetica. Ciò che può essere bello nell’arte non è tanto il contenuto, l’oggetto rappresentato, ma il messaggio che quel prodotto artistico vuole veicolare. In natura, il brutto ci risulta repellente, deve essere evitato e nascosto e non produce piacere o comunque un’esperienza psicologica positiva. Invece nell’arte il brutto viene ampiamente utilizzato ed anzi ostentato con intento provocatorio e può suscitare curiosità, interesse, stupore, desiderio di approfondimento e comprensione. Nell’arte, anche il brutto può provocare importanti esperienze estetiche.

IL PIACERE E LA BELLEZZA

La bellezza estetica di un prodotto artistico può derivare da vari fattori, come la simmetria, l’armonia, l’originalità o la complessità dell’opera. Quando il prodotto artistico è anche esteticamente bello, è in grado di generare piacere e gratificazione: gli studi effettuati hanno dimostrato che l’esposizione a opere d’arte ritenute piacevoli attiva i circuiti neurali collegati al piacere e alla ricompensa, in particolare i sistemi dopaminergici delle aree sottocorticali dell’insula, ipotalamo e striato ventrale. L’ondata di dopamina prodotta dall’osservazione di un’opera d’arte equivale a ciò che accade a livello chimico quando siamo innamorati o usiamo droghe. Nel godimento di fronte a un’opera d’arte entrano in gioco anche processi cognitivi superiori che coinvolgono diverse aree cerebrali in un complesso intreccio tra corteccia, aree visive, aree orbito-frontali e sistema limbico, quest’ultimo particolarmente implicato nell’aspetto emotivo.

IL CERVELLO RICERCA IL SUBLIME

Perché siamo colpiti da ciò che è bello? Secondo diversi autori, nell’essere umano è presente una innata attitudine estetica a cogliere i significati attraverso il bello o una innata disposizione a fare esperienza del sublime. La preferenza per certe forme, simmetrie e cromie presente nell’essere umano dipenderebbe da una inclinazione della psiche ad essere esteticamente impressionata. Inoltre, abbiamo una capacità innata di organizzare le informazioni provenienti dall’opera d’arte in forme e schemi intelligibili. Il cervello sa riconoscere subito forme, linee e ombre di un dipinto. Le aree sensomotorie del cervello sono particolarmente coinvolte mentre contempliamo un quadro, cosicché se nel quadro è rappresentato un certo gesto o movimento, si attivano le aree motorie del cervello che ci permettono di compiere noi stessi quell’azione. Anche quando osserviamo le tracce della creatività dell’artista, che siano pennellate, gocciolamenti di colore o tagli nella tela, si attivano nel nostro cervello i neuroni in grado di compiere lo stesso gesto, ovvero si produce una simulazione mentale  del gesto compiuto dall’artista.

L’EFFETTO ANSIOLITICO E CATARTICO DELL’ARTE

Fruire di un’opera d’arte può avere l’effetto di migliorare l’umore e ridurre l’ansia in pochi minuti. Questo risultato si è osservato anche in coloro che non fruiscono direttamente e in presenza dell’opera d’arte ma la osservano solo su uno schermo. Il maggior beneficio si riscontra nelle persone che hanno livelli elevati di responsività estetica, ovvero reagiscono con facilità ai diversi stimoli estetici come possono essere quelli artistici o quelli che ci sono offerti dalla natura.
Osservare un’opera d’arte può generare un senso di appartenenza perché ci si sente vicini alle emozioni dell’artista o perché si percepisce un senso di condivisione con altri che godono dell’esperienza estetica. L’arte può infondere anche un senso di rassicurazione perché è qualcosa che permane, che rappresenta una traccia del passato, che resiste al trascorrere del tempo.
L’opera d’arte può provocare anche un effetto di catarsi, di liberazione e purificazione. Vedere rappresentata nell’opera d’arte un’ emozione che ci disturba, può aiutarci a oggettivarla, a  trarla fuori da noi, a  osservarla dall’esterno, a liberarcene, a scaricarla, a smorzare i suoi effetti nella vita quotidiana.

I BENEFICI PER L’ARTISTA

Anche l’atto di creare un prodotto artistico procura una serie di benefici e l’arteterapia sfrutta questo potere dell’arte utilizzando varie tecniche in diversi ambiti. Creare provoca il rilascio di dopamina, di endorfine e di ossitocina, sostanze responsabili di sensazioni di piacere, benessere e felicità. Creare rafforza l’autostima, promuove la crescita personale, favorisce la conoscenza di sé, migliora le abilità cognitive come attenzione, concentrazione e memoria, aumenta la capacità comunicativa,  permette di esprimere emozioni e sentimenti difficili da  verbalizzare. Gli ambiti in cui viene utilizzata l’arteterapia spaziano dalla prevenzione, alla cura, alla riabilitazione attraverso i vari mezzi artistici della scrittura, del disegno, della musica, del teatro, della danza, della cinematografia.

Dott.ssa Lucia Montesi Psicologa Psicoterapeuta
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