Il termine “comunicare” indica il significato relazionale di ogni forma di comunicazione, che non vuol dire solo trasmettere delle informazioni, dei contenuti, ma stabilire anche la qualità delle relazioni che legano gli uni agli altri.
LA FAMIGLIA: cosa è cambiato nell’ultimo secolo
Prima di capire come comunicare in famiglia, ripercorriamo l’evoluzione della famiglia, per lo meno nell’ultimo secolo, mettendo poi a confronto la famiglia tradizionale con la famiglia moderna.
Quella dei nostri genitori ed ancor di più quella dei nostri nonni era sicuramente una famiglia di tipo tradizionale, basata su una politica autoritaria. Il padre era il capo famiglia, colui che manteneva economicamente il nucleo familiare e che per questo prendeva tutte le più importanti decisioni. Ad esse dovevano adeguarsi tutti gli altri membri della famiglia, nessuno escluso.
Nell’ambito di questo modello i figli erano totalmente assoggettati alle decisioni paterne e ben poco spazio veniva dedicato al loro pensiero, ai loro desideri. La conseguenza?
La conseguenza era, nella generalità delle volte, che i membri della famiglia, soprattutto i figli, all’apparenza sembravano seguire gli ordini paterni, ma di fatto facevano ciò che volevano di nascosto.
Di fatto non esisteva quasi mai comunicazione.
Nell’ultimo secolo abbiamo assistito all’evoluzione anzi alla rivoluzione della famiglia. Come non si parla più di pater familias nel gergo comune, così non si parla più di patria potestà nel diritto. Il salto evolutivo è enorme e sotto gli occhi di tutti. Nel diritto di famiglia si passa al principio modernissimo della responsabilità genitoriale al posto della patria potestà e così dal modello tradizionale si arriva al modello di famiglia moderno.
Si tratta di una famiglia nella quale i due genitori hanno pari poteri e pari diritti. Entrambi dovrebbero collaborare alla educazione dei figli ed alla gestione della famiglia, coordinandosi e comunicando.
Il problema della famiglia moderna risiede proprio nella incapacità dei genitori di gestire in modo collaborativo il controllo. Si crea tra i due una sottile lotta nella quale ciascuno tende a voler predominare, facendo prevalere la propria visione e le proprie regole.
Questo crea all’interno della famiglia quella che potremmo definire una crisi di governo. Non c’è un capo, ma c’è una uguaglianza non gestita. La conseguenza è l’anarchia. I figli si schierano con il genitore più permissivo ed i genitori, entrambi, perdono ogni autorevolezza. Uno dice fai questo e l’altro dice non farlo, mentre i figli faranno tutt’altro, senza più avere alcun rispetto per l’autorità genitoriale.
LA COMUNICAZIONE
Comunicare in famiglia non è sempre facile, soprattutto se i figli sono nell’età critica dell’adolescenza. Comunicare in modo soddisfacente ed efficace è però fondamentale per ogni relazione umana. A maggior ragione per le relazioni più intime, come quelle di coppia e le relazioni genitori e figli.
Un buon rapporto di coppia e tra genitori e figli è possibile solo se c’è una sana comunicazione e dialogo.
Il segreto della comunicazione nella famiglia è sicuramente la capacità di ascoltare le esigenze degli altri, accettando che tutti siamo diversi e che ciascuno ha il suo modo di vedere e vivere le cose, a partire dai più piccoli.
Non dimentichiamo mai che anche i più piccoli hanno la loro personalità, che va sempre ascoltata.
La qualità del rapporto tra genitori e figli, è molto più importante di qualsiasi oggetto il genitore possa dare al figlio. Non sono le cose, ma la qualità delle relazioni umane, a determinare la nostra piena felicità e realizzazione. Questo vale in ogni genere di relazione, anche nella relazione di coppia e in quella tra genitori e figli.
Si comincia a comunicare in famiglia, in particolare con il figlio, già prima della sua nascita. Nel grembo materno infatti il figlio comincia a sentire la madre e il mondo esterno.
A nascita avvenuta, il pianto del bambino è una delle prime forme di comunicazioni tra madre e figlio. Al pianto del bambino, la madre reagisce con generosa sollecitudine. Il neonato impara quindi ad aver fiducia negli altri, atteggiamento indispensabile per il futuro adulto, per poter creare valide relazioni interpersonali.
La prima comunicazione tra figlio e genitori avviene soprattutto attraverso il linguaggio del corpo, anche quando usiamo le parole. Ogni volta che il modo d’agire del bambino corrisponde ai nostri desideri, il nostro sguardo sorridente e il tono della voce, comunicano al bambino la nostra approvazione e gioia. E viceversa, una nostra espressione seria, comunica disapprovazione.
Pur non comprendendo, è proprio ascoltando le nostre parole, che il bambino impara infine a parlare. E con quanta gioia ascoltiamo le sue prime parole!
IL VALORE DELLA PAROLA
Purtroppo spesso, subito dopo, perdiamo interesse nelle sue parole.
Forse a causa della frenesia della vita moderna, forse per mancanza di consapevolezza o perché pensiamo di sapere già cosa vuole dirci.
Un figlio è invece una sorpresa continua. Non è un prolungamento dei genitori, non è nemmeno un bambolotto oppure un piccolo animaletto incapace di intendere e volere.
È sempre una persona, anche quando è piccolo e inconsapevole.
E come tale un genitore lo deve trattare. Una persona diversa, distinta dai genitori e in continua evoluzione. Perciò è importante mantenere sempre un buon dialogo, una buona comunicazione.
Comunicare in famiglia, non vuol dire solo parlare, magari con ramanzine e raccomandazioni. Vuol dire soprattutto ascoltare.
Purtroppo a causa del non ascolto, rischiamo di commettere talvolta grandi errori educativi.
L’ADOLESCENZA
Un buon rapporto di fiducia e di dialogo con i figli è fondamentale per poterli aiutare in caso di problemi. Non saper ascoltare un figlio quando vuole parlare dei suoi problemi adolescenziali, può infatti spingere il figlio a cercare altrove un punto di riferimento e una guida.
Ecco perché la comunicazione tra genitori e figli va curata costantemente e fatta crescere assieme alla consapevolezza e autonomia del figlio.
In questo modo si costruisce un legame di fiducia profonda che nemmeno durante l’adolescenza, periodo di burrasche e d’impulsi, verrà meno.
SEI REGOLE PER UN BUON DIALOGO IN FAMIGLIA
Parla in positivo
I genitori hanno l’importante compito di dare delle regole ai bambini che gli permettano di integrarsi positivamente nel mondo sociale. Ma esistono molti modi per trasmettere un insegnamento, fare in modo che la voce del genitore sia una guida fiduciosa e non una sola fonte di rimprovero potrebbe diventare fondamentale per l’apprendimento dei figli. Ad esempio è molto diverso dire a un figlio: “siediti bene nel divano” che dire “ti ho detto di non saltare nel divano!!!”
Quando invece i figli sono più grandi e più indipendenti anche le regole cambiano ma solitamente sono i genitori ad avere l’ultima parola. Tuttavia è importante dialogare e negoziare con i figli, trovare delle mediazioni che avvicinino e facciano comprendere ai figli i significati che stanno al di sotto della decisione presa
Non serve comandare!
“mettete tutto in ordine” oppure “siete i soliti” o “lasciate sempre tutto in giro” o ancora “ora mettete tutto subito in ordine”. Questo non farà altro che creare malumore nei figli e nel marito, che si sentiranno mortificati per qualche cosa che loro stessi non considerano un problema.
Trova il tempo!
Bisogna fare delle cose insieme e non solo le attività domestiche. Vivere e sperimentare insieme il tempo libero e non solo gli obblighi, questa è la chiave!
Il problema in molti di questi casi è che i membri della famiglia non sanno, o non riescono a chiedere quello che vogliono. Ditelo direttamente se avete bisogno di tempo e di affetto. La comunicazione può cambiare molte cose ma solo per chi sa essere sincero e onesto con se stesso e con gli altri.
Le discussioni più intense sono quelle familiari
In linea generale le discussioni familiari sono più intense rispetto a quelle che avvengono in altri ambiti (per esempio in quello lavorativo). Le persone si sentono più libere di aggredire verbalmente l’altro. Le discussioni in famiglia tendono ad essere più coinvolgenti sul piano emotivo e i membri si sentono liberi di dire tutto ciò che pensano.
Non pretendere la verità assoluta
Quando in famiglia esistono dei temi considerati tabù di cui non si può parlare le relazioni in famiglia possono peggiorare e generare conseguenze negative a lungo termine. Il suggerimento è di trattare tutti gli argomenti con sincerità. Ciò non significa imporre delle idee poiché non esistono verità assolute perciò è utile comunicare usando espressioni come “credo che” o “la mia opinione è”.
Non comunicare con WhastApp
Wapp possono causare problemi molto gravi rispetto alla comunicazione, principalmente legate alle incomprensioni derivanti dalla mancanza di comunicazione non verbale . Il consiglio principale è trattare i temi seri “faccia a faccia”. WhastApp può essere utile per avvertire di cose specifiche ma non può diventare una piattaforma per parlare di cose importanti. Le decisioni di famiglia come ad esempio a che ora deve ritornare a casa un adolescente la sera devono essere fatte di persona non per telefono
CONCLUSIONE
Comunicare in famiglia è una attività che va curata e accudita giorno per giorno. Questo vale per il rapporto con il partner e anche con i figli. Per mantenere la fiducia e una relazione anche educativa con i figli, è necessario ascoltarli tutti i giorni.
Anche se siamo oberati di impegni, bastano 10 minuti al giorno di ascolto attento e sincero.
Ricorda inoltre, che non esiste solo il dialogo tra due persone, ma anche il dialogo tutti insieme in famiglia. Un dialogo che si fa a tavola raccontandosi vicendevolmente gli eventi della giornata, e non far mai mancare ai tuoi figli carezze ed abbracci.
“I figli hanno bisogno di amore soprattutto quando non se lo meritano!”
Roberta Cesaroni
(cell. 345.1408208)
Psicologia del Lavoro e delle Organizzazioni Life Mental Coach – Coach Adolescenziale Spa&Wellness Coach Manager