Benessere

Il primo Natale senza una persona cara

Dopo un lutto, le festività natalizie sono per molti un periodo particolarmente doloroso. I modi per affrontarlo sono soggettivi e tutti degni di rispetto

Natale, tavola (Foto di Joe da Pixabay)

Il primo anno dopo la morte di una persona amata è il più difficile e la mancanza si acuisce ulteriormente nelle date più significative, nelle ricorrenze come il suo compleanno, l’anniversario e le festività che solitamente trascorriamo in famiglia. Il primo Natale dopo un lutto per molti è la festa più dura da gestire, perché rappresenta per eccellenza l’occasione in cui ci ritroviamo con le persone a noi più care e per l’atmosfera di gioia che si respira ovunque, con le strade addobbate, le luci, le vetrine colme di regali.

Lucia Montesi
La psicoterapeuta Lucia Montesi

Durante le feste, le emozioni di tristezza, rabbia e solitudine che caratterizzano il percorso del lutto possono acuirsi e possono essere più difficili da controllare. I ricordi dei bei momenti passati con le persone care si intensificano durante il Natale e questo può rendere ancora più palpabile il vuoto lasciato da chi non c’è più. È normale essere infastiditi dal clima allegro che entra in dissonanza con la propria sofferenza, dalle luci, dalle tavolate imbandite, dalle musiche natalizie e anche dalla felicità degli altri, la cui spensieratezza acuisce la rabbia e il senso di ingiustizia della perdita. Molti vorrebbero saltare del tutto questo periodo e risvegliarsi il 7 gennaio.

È normale non avere la forza e la voglia di prendere parte agli eventi sociali, alla corsa all’acquisto di tutti i regali, o di cucinare pasti impegnativi per tante persone. Quando invece, nonostante il lutto si riesce a provare il desiderio di festeggiare con le persone amate, può accadere di sentirsi in colpa e di non sentirsi in diritto di essere felici e persino di essere in vita, quando la persona cara non lo è più.

Alcune persone preferiscono allontanarsi durante le feste, trascorrerle altrove e magari tra persone sconosciute, perché restare nell’ambiente familiare vorrebbe dire confrontarsi ancora di più con quell’assenza, quel posto vuoto a tavola, quel regalo che manca sotto l’albero. Evitare i segni concreti della mancanza permette di attenuare il dolore e intanto attendere che trascorra e termini questo periodo così delicato, inoltre non vogliono turbare la gioia degli altri con la propria sofferenza. Allo stesso modo, alcuni smettono di fare quelle attività natalizie che di solito facevano con la persona perduta, come cucinare un piatto particolare, o addobbare la casa, perché il ricordo è troppo doloroso.

Alcuni scelgono di non festeggiare nulla, di trascorrere le feste come giorni normali, di non fare l’albero o il Presepe perché non ne vedono più il senso, se non possono condividerli con la persona amata, oppure come un segno di rispetto per la sua morte. Altri invece si sentono meglio facendo l’opposto: continuare a portare avanti le tradizioni condivise con la persona morta è per loro un modo di onorare la sua vita, di far continuare a vivere ciò che la persona amava, di sentire la sua presenza, oppure cercano di mantenere le abitudini di sempre perché pensano che il loro caro lo vorrebbe, che vorrebbe non rinunciassero a ciò che hanno sempre fatto, che vorrebbe fossero gioiose anche in sua assenza, o ancora, mantenere le abitudini di sempre ha una funzione rassicurante.

Alcune persone in lutto scelgono di dedicare le feste natalizie ad iniziative di beneficienza: aiutare altri in difficoltà è un modo per dare un senso a un Natale particolare, per trasformare il dolore dell’assenza in qualcosa di utile, per spostare l’attenzione dalla propria sofferenza e alleviare quella degli altri ricevendone una gratificazione e un sollievo, per onorare la memoria della persona amata, per ringraziare per l’assistenza data al proprio caro.

Un modo per commemorare la persona scomparsa e per renderla simbolicamente presente può essere quello di rivedere insieme a familiari e amici le sue foto e rievocare aneddoti della sua vita per ricordarla in una cornice positiva, o mettere una sua foto sotto l’albero o in altro posto significativo, accendere una candela, cucinare la pietanza che amava preparare, rivolgerle un pensiero prima di iniziare il pranzo, scriverle una lettera, ascoltare la sua canzone preferita.

Non c’è una regola su come comportarsi durante le feste natalizie dopo una perdita, su cosa sia giusto e cosa sia sbagliato: l’unica regola è quella di seguire e assecondare le proprie emozioni, accettarle e non reprimerle.  Può accadere di sentirsi tristi, arrabbiati e soli, ma può anche accadere di riuscire a provare gioia e allora non bisogna sentirsi in colpa. Può accadere di voler stare da soli, oppure di sentire il bisogno della compagnia e del conforto di altre persone.

L’importante è sentirsi liberi di mostrare cosa si prova e darsi il permesso di fare quello che fa stare meglio.  Può essere di aiuto affrontare questa questione con i propri familiari, in modo che ciascuno possa esprimere come si sente e come vorrebbe comportarsi durante le feste, sia nel caso che si voglia accordarsi per una linea comune su quali tradizioni mantenere e quali no, sia come occasione per conoscere e rispettare le differenze individuali nel modo di gestire il periodo festivo dopo il lutto. In ogni caso, è importante ricordare che la reazione al lutto è un’esperienza altamente soggettiva, che il dolore può essere esperito e manifestato in molti modi differenti, che ognuno ha diritto di affrontarlo come sente senza essere giudicato o forzato a reagire diversamente.

Dott.ssa Lucia Montesi Psicologa Psicoterapeuta
Consulenza, sostegno e psicoterapia online tramite videochiamata
Per appuntamento tel. 339.5428950