Avevo sei anni all’epoca e sentenziai indignata: “Questa cantante è antipatica”. Era il 1981 e al Festival di Sanremo Loretta Goggi cantava per la prima volta la canzone che poi restò nella storia della musica, “Maledetta primavera”. Ovviamente non avevo capito assolutamente nulla del senso del testo e del titolo, ma quel “maledetta” mi bastava e proprio non mi andava giù: non mi capacitavo di come qualcuno potesse prendersela con la primavera, una stagione così bella, gioiosa, piena di colori e profumi, che io attendevo con trepidazione per poter giocare all’ aperto.
Non ero la sola ad apprezzarla: la primavera è una stagione molto amata sia dai piccoli che dagli adulti perché rappresenta il risveglio della natura, l’allungarsi delle giornate, il ritorno del sole e del bel tempo, la possibilità di uscire e godere maggiormente delle bellezze naturali, di indossare abiti più leggeri e dai colori allegri. D’altra parte, però, questo periodo dell’anno può comportare anche degli svantaggi sia per il nostro corpo che per la nostra mente. Ci aspettiamo che la positività della primavera migliori anche il nostro benessere e ci stupiamo quando invece ci ritroviamo più nervosi, irritabili, stanchi, apatici, assonnati, ansiosi.
Da cosa dipendono i potenziali effetti negativi della bella stagione? Si sommano diversi fattori, alcuni di tipo biologico, altri di tipo psicologico e altri ancora di tipo sociale:
–Meteo instabile, aumento della quantità di luce, aumento delle temperature: questi cambiamenti incidono sulla biochimica cerebrale e sull’attivazione psicofisiologica, con ripercussioni sull’umore e sui livelli di energia. Il corpo non è ancora pronto, deve ancora riprendersi dal torpore invernale e deve fare un grosso sforzo energetico per adattarsi all’arrivo della primavera. L’aumento delle ore di luce comporta un incremento della produzione di cortisolo per soddisfare le maggiori richieste di energia, ma il cortisolo è anche l’ormone dello stress e un suo aumento corrisponde a sintomi di ansia, depressione, insonnia, oltre a incidere su un gran numero di variabili fisiologiche, dalla pressione arteriosa alle reazioni immunitarie. Anche melatonina e serotonina in primavera aumentano provocando brusche variazioni biochimiche e una maggiore attivazione fisiologico-viscerale.
–Ora legale: i cambiamenti descritti al punto precedente sono resi più bruschi e repentini dal passaggio dall’ora solare all’ora legale. L’ora legale può peggiorare l’insonnia, ridurre ulteriormente le ore di riposo e lasciare una sensazione di stanchezza durante il giorno, a causa dell’alterata produzione di melatonina dovuta alla maggiore quantità di luce. In primavera abbiamo maggiori difficoltà a svegliarci perché, con meno luce al mattino, la melatonina (sostanza che viene prodotta quando è buio e che favorisce il sonno) continua a circolare rendendoci più assonnati. Allo stesso modo, la sera, la maggiore quantità di luce fa sì che la melatonina venga prodotta più tardi e possiamo avere difficoltà ad addormentarci. Il passaggio all’ora legale sfasa il nostro ritmo circadiano, ovvero il nostro orologio interno che regola molte funzioni cicliche del nostro corpo e che consiste nell’alternanza di veglia e sonno durante le 24 ore.
–Maggiore attività: la possibilità di praticare attività extra come sport all’aperto e di partecipare a eventi e momenti di socializzazione comporta un maggior impegno di energie e quindi stanchezza.
–Presenza di allergie che a loro volta provocano stanchezza, irritabilità, fastidio e malessere, anche come conseguenza dei farmaci per trattarle.
–Disturbo affettivo stagionale: si tratta di un disturbo dell’umore che si manifesta in particolari periodi dell’anno. La sintomatologia depressiva compare prevalentemente in autunno e si accentua in inverno, ma esiste anche una forma estiva che compare nei mesi primaverili per poi raggiungere l’apice in estate. Oltre all’umore depresso, comprende insonnia o ipersonnia, calo o aumento dell’appetito, astenia, irritabilità, difficoltà di concentrazione.
–Ansia preesistente: le persone ansiose tendono ad avvertire un peggioramento in concomitanza con la primavera. Questo accade perché chi già soffre di ansia, tende a interpretare quei normali cambiamenti corporei dovuti alle variazioni ormonali in modo negativo o come ulteriori manifestazioni dell’ansia o di un imminente attacco di panico, determinando un ulteriore incremento dell’ansia
–Malessere e disagio preesistenti: le persone con sintomi ansiosi o depressivi o con altri tipi di malessere fisico e psicologico possono sperimentare un ulteriore peggioramento perché avvertono una pressione sociale alla positività, si sentono quasi obbligate ad essere felici per l’arrivo della bella stagione. Confrontandosi con chi è invece entusiasta dell’arrivo della primavera, si sentono ancora più isolate e diverse e si vergognano di non mostrarsi attive e propositive.
–Lo stress accumulato: in particolare i bambini e ragazzi che frequentano la scuola nel periodo primaverile accusano l’accumulo della stanchezza di un intero anno scolastico. Anche gli adulti risentono dello stress di un intero anno lavorativo, nell’attesa di poter godere nuovamente delle ferie estive.
–Maggiori occasioni di socializzazione: il bel tempo favorisce iniziative e occasioni di incontro, situazioni in cui chi ha difficoltà relazionali può sentirsi maggiormente a disagio.
–Corpo più scoperto: gli abiti più leggeri possono creare disagio nelle persone che hanno un cattivo rapporto con la propria immagine corporea e che preferiscono nascondere o camuffare il corpo sotto i pesanti abiti invernali.
–Bilancio esistenziale: la primavera, con il suo significato di rinnovamento e con la spinta all’azione e alla progettualità comporta anche una riflessione e un bilancio su come stiamo vivendo, cosa stiamo realizzando, quanto siamo soddisfatti. Questo bilancio può non essere positivo e suscitare tristezza o rabbia.
Come attenuare gli effetti negativi della primavera? Agendo soprattutto sullo stile di vita: mangiando in modo sano ed equilibrato, esponendosi alla luce solare che agisce in modo positivo sull’umore e che permette di assimilare la benefica vitamina D, curando l’igiene del sonno, praticando regolare attività fisica possibilmente all’aperto, recuperando hobby e passioni, praticando tecniche di rilassamento.
Dott.ssa Lucia Montesi Psicologa Psicoterapeuta
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