Benessere

I motivi dell’autosabotaggio: così ci proteggiamo dal cambiamento

A volte, pur desiderando tanto qualcosa, inconsciamente facciamo in modo di non poterlo raggiungere. Ecco cosa c'è dietro a questo comportamento

ragazza triste
(Foto di Sasin Tipchai da Pixabay)

Può capitare a ognuno di noi. Vorremmo tanto qualcosa, ma poi immancabilmente accade un qualche impedimento che non ci consente di raggiungerlo. Diamo la colpa ad altri, al destino, alla sfortuna, ma se ci riflettiamo in modo più approfondito e onesto, ci accorgiamo che siamo noi stessi a remare contro i nostri progetti e a farli naufragare. L’autosabotaggio è l’insieme delle azioni che mettiamo in atto, in modo più o meno consapevole, e che ostacolano il raggiungimento dei nostri obiettivi. Questo può accadere nelle relazioni, nel lavoro, nella salute e così via, in tutti gli ambiti della nostra vita: possiamo autosabotarci, ad esempio,  mandando all’aria opportunità professionali, o procrastinando una dieta necessaria per la nostra salute, o ancora scartando tutti i potenziali partner con cui potremmo costruire una relazione soddisfacente.

Lucia Montesi
La psicoterapeuta Lucia Montesi

L’autosabotaggio può manifestarsi sotto varie forme, non sempre facilmente intuibili:

il perfezionismo: essere perfezionisti, voler fare sempre meglio, non accontentarsi ad esempio di un proprio lavoro ma rimandarne il compimento cercando di renderlo sempre migliore, fa sì che di fatto non si concluda nulla. Aspettando il momento in cui ci saranno le condizioni ideali, rimandiamo senza trovare un limite, perché qualunque cosa, volendo, potrebbe essere fatta meglio di come è, in un rincorrere all’infinito la perfezione, senza mai realizzare nulla, o senza mai proporsi, esporsi, sottoporre agli altri alcunché.

assumere un atteggiamento pessimistico di fronte a qualunque obiettivo: “tanto non ce la faccio”, “tanto non ne sono capace”, “in un altro momento forse, ma ora proprio no”, “non sono abbastanza esperto”,  in modo da abbandonare il progetto in partenza.

lamentarsi continuamente in modo sterile, rimanendo inerti, non impegnandosi in nulla che possa cambiare la situazione.

puntare troppo in altro, proponendosi obiettivi troppo fuori dalla propria portata, scegliendo circostanze sfavorevoli, in modo da pregiudicarne la riuscita.

non avere cura di sé, mangiare troppo e/o in modo non sano, bere troppo o altre abitudini dannose.

procrastinare, perdere tempo, dilungarsi in attività superflue, dare la precedenza a cose non realmente importanti.

paragonarsi sempre ad altri che ci appaiono migliori o che vivono vite apparentemente migliori, “Se fossi come X o Y, allora sì che potrei…”

– circondarsi di persone (selezionandole inconsciamente) che alimentano l’autosabotaggio e che svalutano il proprio potenziale, trovando in esse un’ulteriore conferma alla rappresentazione negativa di sé.

Perché mai, pur desiderando tanto qualcosa, dovremmo metterci da soli i bastoni tra le ruote per non raggiungerlo? I motivi possono essere diversi:

– la paura del cambiamento: anche quando siamo convinti che ciò che desideriamo ci porterà gioia o soddisfazione e che sarà per noi un traguardo positivo, possiamo inconsciamente temerne le conseguenze. Il cambiamento è vissuto come un potenziale pericolo dalla mente, perché richiede comunque di fronteggiare l’ignoto e di spendere energie per adattarvisi. Così finiamo per preferire una situazione sgradevole che però almeno conosciamo bene, a qualcosa di potenzialmente migliore ma poco conosciuto. Un successo potrebbe mettere in discussione la nostra stessa identità, potremmo dover rivedere ciò che abbiamo sempre pensato di noi stessi,  e questo rappresenta una minaccia.

– la paura di doversi confrontare con il fallimento, con lo scoprirsi incapaci e inadeguati.

– il senso di colpa: siamo intimamente convinti di non meritare di essere felici, di non avere valore, per cui ci accontentiamo. Credenze che ci portiamo dentro dall’infanzia e dalla nostra famiglia di origine, possono averci convinto che riuscire in qualcosa significa essere autonomi, ed essere autonomi significa essere cattivi ed essere puniti, mentre infelicità e malattia attirano l’amore e la preoccupazione degli altri.

– mandiamo subito a monte un obiettivo o un progetto a cui teniamo molto, perché così ci evitiamo l’ansia che il portarlo avanti ci comporterebbe e che temiamo di non riuscire a sostenere ed evitiamo di confrontarci con l’incertezza dell’esito, che è fuori dal nostro controllo.

Fermarci a riflettere su quali sono gli ambiti della nostra vita in cui ci boicottiamo o rischiamo di farlo, ci consente di prendere maggiore consapevolezza di questo meccanismo e di non metterlo in atto automaticamente. Renderci conto di quale motivazione sia alla base del nostro autosabotarci, ci permette di aggirarla o di disinnescarla, in modo da riprendere pieno potere sulla nostra realizzazione.

Dott.ssa Lucia Montesi Psicologa Psicoterapeuta
Piane di Camerata Picena (AN)
Montecosaro Scalo (MC)
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