S.O.S. alle parti intime! Il prurito e il fastidio intimi hanno il potere di non dare tregua alla donna. Giorno e notte si provano sensazioni quali il frequente bisogno di correre più volte alla toilette, talvolta in modo improvviso, o dolori o bruciori intimi. Tutto ciò ha la capacità di influire in modo negativo sul normale svolgimento delle attività quotidiane, soprattutto se si trascorre il tempo fuori casa: disagio e assenza di serenità sono ciò che caratterizzano in primis le giornate della donna.
Ma esistono piccole accortezze per evitare e quindi prevenire, ma anche curare, le varie infezioni urinarie? Lo abbiamo chiesto all’esperto, il dottor Behrouz Azizi dell’U.O. di Urologia Asur Area Vasta 2 Jesi. In merito ci sono dei miti da sfatare: non è vero che il rapporto sessuale è la causa numero 1 delle infezioni. Inoltre, anche il look gioca la sua parte: evitare l’uso di indumenti troppo stretti e, in vista della prossima stagione estiva ricordarsi di non tenere addosso il costume bagnato, in quanto sudorazione ed umidità favoriscono la proliferazione dei batteri.
Quali e quante sono le infezioni urinarie che colpiscono una donna?
«Le infezioni delle vie urinarie sono delle patologie molto comuni. Si verificano quando i batteri, penetrando attraverso l’uretra, che è il condotto che trasporta l’urina dalla vescica all’esterno, proliferano e si moltiplicano nelle vie urinarie. Sono più frequenti nella donna che nell’uomo, e ciò è dovuto al fatto che l’uretra femminile è molto più corta di quella maschile, e per questo nelle donne i batteri possono penetrare più facilmente e colonizzare la vescica».
Qual è l’infezione più comune?
«L’infezione più comune è indubbiamente la cistite. La cistite è l’infezione vescicale che si instaura, in genere, in seguito al passaggio di germi dall’ano alle vie urinarie e che si realizza per lo più per igiene intima scorretta e durante i rapporti sessuali. Troppo spesso si fa uso di prodotti aggressivi che destabilizzano la flora batterica vaginale. Per prevenire invece le infezioni secondarie ai rapporti sessuali entrambi i partner dovrebbero provvedere ad una corretta igiene intima prima e dopo il rapporto. Il microrganismo più frequentemente responsabile di infezioni urinarie è il batterio Escherichia Coli, che viene però isolato in circa il 70% dei casi».
La trasmissione sessuale quanto incide nella percentuale dei casi?
«Solo una piccola percentuale di infezioni urinarie è sessualmente trasmessa. In questi casi i fattori più comuni sono la Chlamydia Trachomatis e il Mycoplasma hominis, che possono comunque essere debellati con terapia antibiotica mirata. In tal caso deve essere trattato anche il partner».
Quali sono, quindi, i fattori di rischio?
«Malformazioni congenite che favoriscono il reflusso vescico-ureterale; calcolosi delle vie urinarie; diabete; patologie che causano un incompleto svuotamento vescicale; ristagno urinario (bisognerebbe evitare la sovra distensione vescicale che favorisce la proliferazione batterica); gravidanza; menopausa (la riduzione degli estrogeni altera il trofismo della mucosa vaginale); stati di immunodepressione e stress; disidratazione (è opportuno assumere almeno 1,5 litri di acqua al giorno); stipsi (è opportuno favorire il transito intestinale); alimentazione scorretta povera di fibre».
Sull’alimentazione più corretta quali sono le linee guida da seguire?
«È opportuno ridurre il consumo di zuccheri semplici e grassi saturi di origine animale e favorire il consumo di frutta e verdura».
Quali sono i sintomi e i segnali che fanno capire dell’infezione in corso?
«Innanzitutto impariamo ad osservare il colore delle urine: il campanello d’allarme deve suonare se sono torbide e maleodoranti. Inoltre se si ha l’ematuria, cioè il sangue nelle urine; vi è l’impossibilità ad urinare nonostante lo stimolo; difficoltà e dolore nell’urinare (minzione dolorosa – disuria); bisogno di urinare frequentemente (minzione frequente – pollachiuria); malessere generale; febbre».
Cosa fare in questi casi citati?
«C’è prima da sottolineare che non sempre i primi disturbi urinari (es. bruciore) necessitano di una cura medica: a volte regrediscono nell’arco di ventiquattro ore con un adeguato apporto idrico. Tuttavia, se i sintomi persistono, in assenza di controindicazioni, è possibile assumere farmaci antinfiammatori (es. Ibuprofene) o paracetamolo, in attesa di rivolgersi al proprio medico curante. Il proprio medico richiederà quindi dei test diagnostici come, ad esempio, potrebbero essere in primis gli esami delle urine e l’urinocoltura, e valuterà l’eventuale prescrizione di terapia antibiotica empirica, cioè antibiotici ad ampio spettro in attesa di antibiogramma che permetterà cura antibiotica mirata».
Cosa dice l’esame delle urine in caso di infezione alle vie urinarie in corso?
«L’esame delle urine mostrerà la presenza di: eritrociti, leucociti, nitriti e batteri. Sono molto frequenti i casi di cosiddetta batteriuria, cioè presenza di significative quantità di batteri nelle urine: ma, allo stesso tempo, vi è assenza di segni e sintomi di infezione che non richiedono alcun trattamento specifico».
Tempistica di guarigione?
«Con una terapia antibiotica efficace i sintomi regrediscono normalmente dopo 1-2 giorni.
Le infezioni delle basse vie urinarie rappresentano nella maggior parte dei casi patologie di lieve entità; tuttavia, se non opportunamente e precocemente trattate, possono estendersi alle alte vie urinarie. Questo estendersi potrebbe evolvere in pielonefriti, cioè in infezione dei reni, e nei casi più gravi in infezioni sistemiche fino allo shock settico. Sintomi d’allarme sono: febbre elevata con brivido; malessere generale; stanchezza marcata; ipotensione arteriosa. In questi casi è necessario contattare immediatamente il medico curante o rivolgersi al Pronto Soccorso».
Una volta avuta la cistite c’è la possibilità di una ricaduta?
«In alcune donne le cistiti possono manifestarsi in maniera ricorrente. In queste pazienti è opportuno un controllo periodico dell’esame delle urine oltre alle raccomandazioni igieniche-comportamentali e alimentari già note».
Agnese Testadiferro