In Italia 3,5 milioni di donne e 1 milione di uomini, sono affetti da Osteoporosi. Nelle Marche sono oltre 130 mila i casi. Questo è il quadro preoccupante che emerge dai più recenti dati OsMed (Osservatorio sull’impiego dei Medicinali) pubblicati dall’Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco). Non solo, se si considerano i dati di uno studio europeo condotto nel 2013 su 27 stati, che ha evidenziato 465 mila fratture da fragilità ossea all’anno in Italia, la situazione si fa ancora più allarmante.
E proprio per questo motivo, la Giornata Mondiale contro l’Osteoporosi che ricorre oggi, venerdì 20 ottobre, quest’anno è dedicata alla sensibilizzazione sulle fratture da fragilità ossea. I costi sanitari per le fratture sono altissimi in Italia, rappresentano il 5% della spesa sanitaria totale. Costi che non dipendono solo dall’ospedalizzazione, ma anche da terapie, riabilitazioni e assistenza varia. Per incidenza dell’osteoporosi l’Italia è il secondo paese in Europa. Una malattia che colpisce prevalentemente la fascia d’età oltre i 50 anni e spesso si scopre di esserne affetti in seguito ad una frattura.
«L’osteoporosi colpisce di più le donne – spiega Gilberta Giacchetti, dirigente medico presso la Clinica di Endocrinologia degli Ospedali Riuniti di Torrette – perché con l’arrivo della menopausa gli estrogeni si riducono improvvisamente e questo fattore crea una carenza che a livello osseo si traduce in una rapida perdita della densità minerale. Inoltre la massa ossea è superiore nell’uomo rispetto alla donna, quindi ci sono diversità sia dal punto di vista genetico che ormonale. Nella fascia di età dai 50 ai 54 anni le fratture interessano principalmente il polso e le vertebre, mentre dagli 85-89 anni il femore è la frattura più frequente. Spesso le pazienti riferiscono di essersi fratturate durante il normale svolgimento di attività quotidiane, come nel caso della frattura costale. Sono fratture quasi spontanee che rappresentano un campanello d’allarme di fragilità ossea, così come la comparsa improvvisa di un forte dolore alla colonna vertebrale. In questi casi occorre procedere agli accertamenti diagnostici di base: MOC, Morfometria e prelievi ematici per valutare lo stato dell’osso ed eventuali carenze di vitamina D, calcio e magnesio, oppure ad esami per verificare ad esempio la funzionalità tiroidea e la VES.
Così si può controllare l’eventuale presenza di patologie associate, con effetti negativi sulla salute dell’osso. I pazienti che hanno avuto una prima frattura sono ad alto rischio di nuove fratture. L’Osteoporosi può avere anche cause secondarie quali malattie gastrointestinali, endocrine, immunitarie ed ematologiche. Fratture da fragilità ed Osteoporosi possono essere secondarie a terapie con farmaci cortisonici e anticoagulanti, oppure a terapie ormonali come gli anti-estrogeni che si usano nelle donne affette da tumore al seno. Anche un’alimentazione inadeguata e scarsa può ridurre la massa ossea».
Secondo l’OMS l’Osteoporosi è in costante aumento, pertanto giocare d’anticipo è la mossa vincente per contrastare questa tendenza.
«L’attività fisica ha una grande importanza come fattore di prevenzione – sottolinea Gilberta Giacchetti – si dovrebbe iniziare presto a praticare sport, già nella pubertà, perché la massa ossea raggiunge il suo picco massimo a 25 anni. Ma non tutte le attività sportive hanno la stessa efficacia. Lo sport giusto sfrutta la gravità, quindi il camminare, l’attività aerobica e la palestra sono ottime attività, per prevenire la perdita di massa ossea. Il nuoto ad esempio irrobustisce la massa ossea, ma è soprattutto la camminata a contrastare l’impoverimento della struttura ossea. L’ideale è percorrere almeno 5 km al giorno a passo veloce. Studi hanno dimostrato come l’attività in palestra, anche con i pesi, possa addirittura far aumentare la massa ossea, così come la corsa».
La prevenzione passa anche attraverso una corretta alimentazione e un sano stile di vita.
Come spiega l’endocrinologa «l’alimentazione deve prevedere cibi ricchi di calcio quali latte, yogurt e formaggi stagionati. Tra le verdure fagiolini, cavoli e broccoli, mentre tra i pesci il salmone. Via libera anche a frutta secca e gelato alla crema di latte per i più piccoli se non amano i formaggi. Anche le acque ricche di calcio possono aiutare molto, con un litro di queste si introduce già 1/3 del fabbisogno giornaliero di calcio di un adulto, che è di 1 grammo. I ragazzi dagli 11 ai 24 anni necessitano di almeno 1 grammo e mezzo al giorno di calcio, così come la donna in menopausa perché perde rapidamente questo minerale. Accanto al calcio una adeguata quantità di vitamina D, è di fondamentale importanza. Possiamo trovarla più di tutti nell’olio di fegato di merluzzo che ne è una miniera. In misura minore si trova nelle uova e nel salmone. La sola alimentazione però non è in alcun modo sufficiente nel ripristinare una eventuale carenza di vitamina D. Questa infatti viene prodotta sulla cute attraverso l’esposizione al sole. Oggi purtroppo la vita all’aria aperta è ridotta, quindi sono divenuti necessari gli integratori.
A tutt’oggi l’osteoporosi è ancora una condizione clinica non considerata in modo appropriato dal sistema sanitario, sebbene sia una condizione clinica che può portare a gravi complicanze quali sono le fratture da fragilità. Fondamentale è anche un trattamento adeguato dei pazienti ad alto rischio di frattura. Purtroppo il 50% dei pazienti con frattura di femore o si rifratturano entro un anno oppure muoiono per le complicanze. È un dato rilevante e grave. Nel 2012 è stato istituito un “Tavolo tecnico regionale” composto da medici, personale sanitario, Dipartimento di Prevenzione della Regione e dai rappresentanti sindacali dei pensionati, al fine di sensibilizzare su questa patologia. Il gruppo di lavoro è nato dal sindacato donne pensionate che hanno raccolto 5.000 firme per interessare la Regione Marche alla problematica dell’osteoporosi».
Il tavolo tecnico, che si occupa di mettere in campo iniziative di formazione, informazione e divulgazione su questa patologia, organizza incontri aperti alla cittadinanza e incontri di formazione dedicati ai medici di medicina generale. Il tavolo tecnico, che si riunisce presso il Dipartimento di prevenzione della Regione è anche composto dalle varie figure professionali che si occupano tale problematica: endocrinologo, reumatologo, geriatra ortopedico e fisiatra.