Forse, mai come oggi, il benessere e le pratiche che lo procurano sono in opposizione polare con il nostro stile di vita. Andiamo di corsa, la fretta ci tallona, perseguiamo obiettivi, siamo assertivi (sic), l’agitazione sfruguglia il nostro intestino, si reagisce a qualsiasi impedimento anche momentaneo, che so una fila, una pausa, qualcuno che traversa la strada lentamente, reagiamo a ogni evento inaspettato!
Insieme a questa realtà, assistiamo di pari passo, ad un proliferare di centrali del benessere, che con tecniche sempre varie cercano di dar sollievo ad una miriade di agitati e stressati con tecniche che arrivano da ogni parte del mondo: massaggi dalle Hawai, hamman, bagni turchi, vasche di galleggiamento insonorizzate, tecniche respiratorie orientali e occidentali, sempre più yoga e di ogni tipo, classico, ginnico, della risata e così via.
Un mondo caotico rutilante frenetico coinvolge anche la ricerca di rimedi da ogni parte del mondo. È una ricerca senza fine, movimentata dalle aziende, dagli studiosi, dalle semplici persone che venendo da altri continenti, da altri paesi portano e cercano rimedi che gli sono familiari, e tutto diviene giustamente etno. Bisogna conoscere l’etnobotanica, e anche un po’ di etnopsichiatria non guasta, se si lavora con persone che vengono dalla “fine del mondo”, e alla fine anche noi siamo un po’ etno, che lo si voglia o no!
Per esempio io armeggio con rimedi che vengono dall’Australia, dalla Nuova Zelanda, dalla Bolivia, dal Quebec, per tacere dei tesori del Madagascar, ma anche molti insostituibili tesori nostrani. Allora, può capitare che un prodotto in patria di origine aveva un uso quieto e sottile, e ,invece, nel nuovo mondo viene usato in modo disinvolto: penso al ginseng che in oriente è usato con grano salis e in occidente è finito col caffè! Gli esempi non mancano. Quindi i paradossi del benessere sono anche i nostri, un po’ li creiamo, un po’ li subiamo.
L’immagine del mondo di un tempo, quando si facevano passeggiate spontanee e non strutturate, è tramontata; naturalmente qualcuno passeggia ancora, anarchico, ma fa meno tendenza.
Oggi, forse, corriamo forsennati sulle strade e autostrade senza posa e dimentichiamo che anche la nostra mente ha altre autostrade, su cui i nostri pensieri vagano e slittano ad ogni emozione. Così tra felicità e pathos, tra euforia e serenità, tra relax e eccitazione, tra disagio e aggressività, queste sono le nostre autostrade di cui siamo poco o nulla consapevoli, ma che ci vende qualsiasi prodotto, conosce e usa.
Umberto Rocchi
consulente di fitoaromaterapia
tecniche di rilassamento e respirazione
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