JESI – Con l’arrivo della primavera torna, purtroppo, anche la processionaria. Trattasi di un insetto dell’ordine dei lepidotteri che, nello stadio larvale, cioè prima di trasformarsi in farfalla, può diventare pericoloso per gli esseri umani e addirittura letale per gli animali, in particolare per i cani (che hanno l’abitudine di annusare il terreno e di mettere in bocca ciò che si muove). «Le processionarie sono bruchi che formano dei gruppi infilandosi l’uno dietro l’altro, formando delle file, o processioni, da cui deriva il loro nome – spiega la veterinaria Silvia Scortechini -. I bruchi passano l’inverno in nidi dall’aspetto cotonoso, come ragnatele, in genere su pini e abeti, poi a primavera scendono dagli alberi per completare il loro ciclo di sviluppo e trasformarsi in falene, cioè farfalle notturne. Quindi il periodo più pericoloso è, all’incirca, da marzo fino a maggio. Le processionarie hanno sul loro corpo moltissimi peli urticanti che usano come difesa dai loro predatori, ma questi peli sono pericolosissimi». Soprattutto per i nostri animali domestici.
«Se cani o gatti entrano in contatto, come spesso accade, anche per curiosità di vedere questi bruchi in movimento, annusando o peggio ancora ingerendoli, i peli possono provocare lesioni gravi in bocca, labbra, lingua e a volte allo stomaco – sottolinea sempre la veterinaria -. Bisogna intervenire subito per evitare danni gravissimi. Possono cadere pezzi di lingua, di labbra e verificarsi menomazioni importanti. Le processionarie sono pericolose anche per noi, perciò non bisogna toccarle mai ed evitare assolutamente il contatto con la peluria che questi bruchi lasciano sul terreno quando si sentono minacciati. I sintomi in genere sono dolore in bocca, sul muso, salivazione, gonfiore, difficoltà a mangiare, poi alterazione del colore della lingua o delle labbra, che diventano prima rosse, poi violacee, poi nere, quando si è instaurata la necrosi cioè la morte dei tessuti. Intervenendo subito con farmaci appropriati si possono evitare gravi lesioni».
Fondamentale, specifica la dottoressa Scortechini, «è individuare i nidi sugli alberi, provvedere alla loro rimozione prima che i bruchi scendano a terra. E se lo hanno già fatto, ovvero sono in marcia, evitare assolutamente di toccarli». In caso di contatto, il consiglio è il solito: contattare immediatamente il veterinario, o recarsi subito al pronto soccorso.