Benessere

Psicofarmaci e psicoterapia, quando servono entrambi

L'uso degli psicofarmaci è spesso demonizzato e contrapposto alla psicoterapia, ma può essere necessario per alleviare una sofferenza invalidante e rendere praticabile la psicoterapia.

«Non prendere quella roba», «Non farti imbottire di quella robaccia», «Poi non te ne liberi più», «Coi farmaci non risolvi il problema»: chi ha una sofferenza psicologica viene spesso esortato a non ricorrere agli psicofarmaci da parte di familiari, amici, persino da alcuni psicologi con posizioni molto rigide che contrappongono in modo inconciliabile psicoterapia e psicofarmaci. In certi casi, però, gli psicofarmaci sono indispensabili, mentre in altri rappresentano una risorsa ulteriore che, affiancata alla psicoterapia, massimizza la possibilità per il paziente di stare meglio. In altri casi sono l’unica opzione, se la psicoterapia non è praticabile.

Psicologi  e psicoterapeuti non possono prescrivere farmaci, a meno che non siano anche medici (come nel caso dello psichiatra psicoterapeuta). D’altra parte, psicologi e psicoterapeuti possono ritenere che ci sia la necessità/opportunità di un consulto psichiatrico e dell’utilizzo di psicofarmaci e pertanto suggerire al paziente questa possibilità e inviarlo a un professionista che possa occuparsi di questo aspetto e con cui poter collaborare. Lo psicofarmaco generalmente permette un effetto veloce anche se di minor durata e con effetti collaterali e senza affrontare le cause scatenanti, mentre la psicoterapia ha un effetto più stabile e a lungo termine, ma di solito più lento: combinare i due approcci può essere in diversi casi la strada migliore.

I TIPI DI PSICOFARMACI

Gli psicofarmaci possono essere suddivisi in quattro categorie:
Ansiolitici: sono indicati principalmente per i disturbi d’ansia, ma non solo. Di essi fanno parte tranquillanti e ipnotici. Sono la categoria che può provocare maggiormente dipendenza.
Antidepressivi: sono usati soprattutto per i disturbi dell’umore come la depressione, ma non solo. Necessitano di un certo lasso di tempo perché si manifestino i primi benefici.
– Antipsicotici: sono indicati soprattutto nei disturbi psicotici, come la schizofrenia.
Stabilizzatori del tono dell’umore: sono indicati soprattutto nei disturbi dell’umore in cui ci sono importanti oscillazioni del tono dell’umore, come il disturbo bipolare.

QUANDO AFFIANCARE I FARMACI ALLA PSICOTERAPIA

Quando e perché può essere necessario affiancare alla psicoterapia anche una cura farmacologica?
– Il criterio principale è rappresentato dal grado in cui il disturbo invalida la vita del paziente, ovvero non gli permette di portare avanti la sua vita nei vari ambiti. A volte il disturbo è di entità tale da non permettere neanche di svolgere una psicoterapia o di ottenerne i benefici. Può trattarsi ad esempio di sintomi come deliri e allucinazioni che limitano la lucidità e le capacità relazionali della persona, di una grave depressione che non permette di avviare neanche la minima iniziativa, di una grave ansia che non permette di recarsi dallo specialista o di stare fermi a parlare di sé per il tempo necessario alla psicoterapia. In questi casi il farmaco, alleviando una sofferenza troppo intensa, può permettere di avere le energie sufficienti per il lavoro psicoterapeutico.
– Per alcuni disturbi si è riscontrata una maggior efficacia della combinazione psicoterapia&farmaci rispetto alla sola psicoterapia o ai soli farmaci. Attacchi di panico, disturbo bipolare, depressione, disturbo ossessivo-compulsivo, disturbi da uso di sostanze, disturbi alimentari sono alcuni disturbi per cui ci sono dati di ricerca in questo senso. Secondo parte dei professionisti “psi”, l’integrazione dei due approcci dovrebbe essere estesa anche ad altri disturbi.
 – Gli psicofarmaci sono meno indicati quando il disagio avvertito è minore e non tale da impedire alla persona di portare avanti la propria vita, quando la problematica è principalmente relazionale o legata a crisi esistenziali, decisioni da prendere, momenti di passaggio del ciclo vitale, quando la problematica coinvolge tutta la personalità del soggetto. Non si può comunque generalizzare e ogni caso va valutato a sé.

PSICOFARMACI SOLO SOTTO CONTROLLO MEDICO

L’assunzione di psicofarmaci deve avvenire rigorosamente sotto controllo medico. La figura ideale più appropriata per porre la diagnosi e per prescrivere la terapia psicofarmacologica è quella dello psichiatra. Molte persone sono restie a rivolgersi a uno psichiatra perché lo percepiscono come il medico che cura “ i pazzi” e temono di essere giudicate come tali. Una parte di queste persone rinuncia del tutto, altre “ripiegano” sul medico di medicina generale, a cui si rivolgono con meno ansia. Seppure anche il medico di medicina generale possa valutare la condizione del paziente e prescrivere uno psicofarmaco, lo psichiatra resta la figura professionale specialistica maggiormente indicata, soprattutto per l’impostazione iniziale del trattamento. D’altro canto, gli psicofarmaci sono largamente utilizzati, spesso purtroppo in modalità “fai-da-te”, con tutti i rischi connessi. Accade anche che le persone assumano psicofarmaci senza rendersi conto che si tratta di psicofarmaci, ad esempio prendono da una vita le “goccine per dormire” o per calmarsi occasionalmente, ma senza aver mai approfondito cosa di fatto assumono. Uno dei compiti di noi psicoterapeuti è proprio aiutare le persone a superare i propri pregiudizi sulla figura dello psichiatra e a comprendere che il suo campo di intervento è molto vasto poiché comprende patologie di tipo e gravità molto diversi e che  è in ogni caso l’esperto più preparato sull’utilizzo degli psicofarmaci, a prescindere dalla gravità del disturbo. Uno dei nostri compiti è aiutare le persone a fare un uso consapevole dei farmaci, senza né demonizzarli, né usarli o abusarne senza valido motivo.

LE RESISTENZE A USARE PSICOFARMACI

I motivi per cui una persona può essere restia ad assumere psicofarmaci, per avendone bisogno, sono principalmente due:
Timore degli effetti collaterali (“Ho paura che mi intontisca”, “Ho paura che mi faccia dormire tutto il tempo”, “Ho letto che può dare problemi sessuali”). Gli psicofarmaci, come altri farmaci, possono provocare effetti collaterali, a maggior ragione è necessario assumerli sotto controllo di uno specialista che sappia eventualmente apportare le opportune modifiche rispetto al tipo di farmaco, alla dose, alla durata del trattamento, per ottenere il massimo beneficio possibile con i minori effetti collaterali possibili. Può accadere che siano necessari aggiustamenti progressivi e questo non deve scoraggiare, anzi, significa che la cura può essere modulata su misura per il singolo individuo.
Timore di diventare dipendenti dal farmaco: il rischio della dipendenza esiste, soprattutto per alcuni tipi di psicofarmaci, ma può essere limitato seguendo scrupolosamente le indicazioni del medico che li prescrive, in particolare al momento della sospensione. La psicoterapia concomitante permette di limitare o scongiurare questo rischio e, anzi, generalmente ha tra gli effetti anche quello di rendere il paziente meno bisognoso del farmaco (anche se per alcuni disturbi è necessario che la terapia farmacologica venga mantenuta), perché lo aiuta ad apprendere nuove modalità di pensiero e comportamento che progressivamente si sostituiscono a quelle precedenti disfunzionali, nuovi apprendimenti che restano a lungo termine, a differenza degli effetti del farmaco. Perciò, la persona diventa sempre più capace di affrontare e gestire i problemi e la sua sofferenza con modalità nuove che rendono sempre meno necessario il farmaco, e al momento della sospensione della cura farmacologica, è più attrezzata per procedere senza il farmaco: non è più nella stessa situazione iniziale, ma grazie alla psicoterapia ha imparato e si è allenata a funzionare in un modo nuovo. Perciò psicoterapia e farmaci possono giovarsi reciprocamente: il farmaco può permettere di avviare una psicoterapia, e la psicoterapia può permettere di arrivare a fare a meno dei farmaci.

Dott.ssa Lucia Montesi Psicologa Psicoterapeuta
Consulenza, sostegno e psicoterapia online tramite videochiamata
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