Le coccole sono gesti di tenerezza e affettuosità e si esprimono attraverso il contatto fisico con carezze, abbracci e baci. Farsi le coccole è una piacevole abitudine tra i partner di molte coppie e tra adulti che hanno un legame di affetto o amicizia. Questi gesti affettuosi trasmettono una sensazione di calma, di piacere e benessere, ma l’effetto più benefico si esplica con i bambini, tanto che carezze e abbracci hanno sui piccoli il potere di promuovere il loro sviluppo cognitivo, emotivo e sociale.
ABBRACCI E FIDUCIA
Ricevere carezze e altri gesti affettuosi aumenta la capacità di avere fiducia in noi stessi e negli altri, perché ci sentiamo importanti, sostenuti e accolti e sappiamo di poterci affidare e condividere le nostre emozioni. L’abbraccio, in particolare, significa entrare nel mondo dell’altro, entrare nella sua zona intima e poter percepire il respiro, il battito del cuore, l’odore. Si tratta perciò di un gesto di fiducia reciproca che mette entrambi in una condizione di vulnerabilità e di apertura, in cui ognuno si mostra all’altro. Gli abbracci più appaganti sono quelli più prolungati, che durano almeno venti secondi e hanno un effetto benefico rendendo il respiro più profondo, rilassando la muscolatura, abbassando la pressione sanguigna, migliorando la resistenza alle infezioni.
Al contrario, l’isolamento sociale corrisponde ad un’attivazione dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene con una amplificazione delle risposte allo stress, una minor efficienza immunitaria e maggiori disturbi del sonno.
LE COCCOLE NELLA COPPIA: SEGNO DI AMORE E INTIMITÀ
Carezze, baci e abbracci permettono di esprimere vicinanza emotiva ed empatia, fanno sentire protetti e accolti, trasmettono un senso di appartenenza e unione. Nella coppia, il tempo dedicato alle coccole stimola l’intimità e l’accudimento reciproco, rafforza l’intesa e la sintonizzazione sui bisogni emotivi dell’altro. I gesti affettuosi sono espressione di amore e attenzione e anche un momento di ristoro e rifugio rispetto allo stress e alle tensioni quotidiane. Secondo gli psicologi Paula Hall e David Schnarch, le coccole sono la forma più autentica di amore e sono più importanti del sesso per garantire solidità alla coppia e durata della relazione, promuovendo una connessione più forte di quella data dal rapporto sessuale.
Il contatto fisico piacevole delle coccole favorisce il rilascio di ossitocina, l’ormone dell’intimità, del coinvolgimento, dell’accudimento e della collaborazione. L’ossitocina favorisce comportamenti di attenzione e preoccupazione per l’altro, abbassa la diffidenza, riduce l’ansia. I baci diminuiscono il cortisolo, ormone dello stress, rendono la respirazione più profonda, rilasciano dopamina ed endorfine diminuendo la sensibilità al dolore, aumentano le difese immunitarie scambiando milioni di germi “buoni”, aumentano la frequenza cardiaca e ossigenano i vasi sanguigni.
CAREZZE PER CRESCERE BENE: GLI EFFETTI SU NEONATI E BAMBINI
Il periodo dell’infanzia è una finestra temporale in cui i gesti affettuosi hanno un’importanza particolare, perché il cervello è massimamente plastico, in grado di cambiare sia strutturalmente che funzionalmente in base alle esperienze vissute. Il contatto fisico pelle a pelle è essenziale nei primi periodi di vita di un bambino e dovrebbe avvenire il prima possibile tra mamma e neonato dopo il parto, specialmente quando i piccoli nascono pretermine. Quando ancora i piccoli non padroneggiano la comunicazione verbale, il contatto rappresenta la forma di presenza più rassicurante. L’interazione fisica si è dimostrata essenziale per lo sviluppo del sistema emotivo, del senso di sicurezza in sé stessi e per lo sviluppo della capacità di reagire agli stress. Ad esempio, i piccoli che nei primi sei mesi di vita hanno un frequente contatto fisico con la figura di accudimento mostrano minor cortisolo in situazioni stressanti. Si è osservato anche che i primi contatti affettivi permettono al neonato di sviluppare le connessioni tra i neuroni della corteccia somatosensoriale: maggiore è il contatto fisico tra il piccolo e l’adulto di riferimento, più veloce è la maturazione della corteccia e delle connessioni tra diverse zone del cervello. La produzione di ossitocina da parte dell’ipotalamo stimolata dai gesti affettuosi comporta nel piccolo uno stato generale di benessere e di rilassamento. Il contatto fisico affettuoso agisce anche sul sistema limbico, la parte più arcaica e profonda del cervello coinvolta nell’apprendimento, nell’emotività, nella paura e nella memoria, favorendone la maturazione e le connessioni. Al contrario, non ricevere carezze e abbracci può portare alla morte di alcuni neuroni, riducendo le capacità mentali e motorie.
Altrettanto importante è l’influenza sul comportamento sociale del bambino: carezze e abbracci attivano risposte emotive che promuovono il comportamento affiliativo, fondamentale nel rapporto tra figlio e genitore ma anche successivamente in tutti i rapporti sociali. I bambini che hanno ricevuto carezze e altri gesti affettuosi hanno una maggiore predisposizione alla socialità e alla comprensione emotiva degli altri e una minore aggressività, con conseguente maggior capacità di formare relazioni positive in età adulta.
I benefici del tocco su neonati e bambini sono maggiori se compiuti da un genitore o comunque dalla principale figura di attaccamento, rispetto a quando provengono da operatori sanitari.
GLI ANZIANI E IL CONTATTO FISICO COME COMUNICAZIONE
Accarezzare una persona anziana è un modo per trasmettere vicinanza, solidarietà, affetto. Quando il declino cognitivo o fisico rendono difficile comunicare attraverso la parola, i gesti affettuosi mantengono aperto un canale comunicativo e inoltre esprimono cura e accettazione di un corpo sofferente e a volte deturpato. Tra persone anziane, soprattutto in presenza di disfunzioni sessuali, la sessualità può assumere maggiormente le forme della tenerezza attraverso gesti affettuosi che possono essere altrettanto appaganti.
Nei luoghi di cura e tra gli anziani istituzionalizzati, dove il contatto è principalmente meccanico e funzionale e l’attenzione è alla qualità tecnica del gesto, il contatto fisico affettuoso da parte degli operatori può significare riconoscimento della persona, ascolto, comprensione del dolore, restituzione di valore e dignità.
E CHI NON HA UN PARTER O AMICI?
Chi non ha un partner, familiari o amici con cui scambiare carezze e altri gesti teneri può ottenere benefici molto simili accarezzando un animale domestico o abbracciando un albero. Gli studi che hanno cercato di individuare quale tipo di tocco funzioni di più, hanno concluso che anche il tocco di un estraneo o di una macchina ci aiutano a stare meglio e che conta piuttosto la frequenza del contatto: maggiore è la frequenza, maggiore il benessere prodotto. Persino il contatto con oggetti o robot si è dimostrato in grado di dare sensazioni di benessere e ridurre il senso di solitudine, anche se in misura minore rispetto al contatto fisico umano.
Dott.ssa Lucia Montesi Psicologa Psicoterapeuta
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